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FocusIntervisteLucha Libre: intervista ai lottatori

Lucha Libre: intervista ai lottatori

Citando dal sito: “Lucha Libre è una rivista autoprodotta aperiodica di illustrazione e narrativa critica creata nel 2012, un magazine contenitore dove si animano riflessioni incrociate tra cinema, letteratura e fumetto. Ogni numero della rivista è pensato con due lati di lettura, due linguaggi ed un unico filo conduttore che si incontra e scontra nel mezzo”.

La scelta di vivere sulla carta rende certamente il lavoro dei redattori di LL più complesso ma anche più gratificante. Il lavoro per mandare in stampa un numero è lungo mesi, le persone coinvolte – tra redattori e illustratori – superano la cinquantina. Il risultato è un oggetto da tenere, da collezionare, buono da sfogliare come un catalogo d’arte. C’è ovviamente anche un sito che serve, però, prevalentemente ad aggiornare su eventi e notizie legate alla rivista. Abbiamo contattato il direttore Andrea Lavagnini e l’art director Tommaso “Spugna” di Spigna per capire come nasce e come vive la loro rivista (tra le altre cose, abbiamo anche scoperto il vero motivo per cui si chiama “Lotta libera”: vedi risposta di Andrea alla seconda domanda).

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Quando e com’è nato il progetto per la rivista?

Andrea: La rivista nasce da un incontro, quello tra me e Tommaso, e da un’esigenza: quella di uscire dagli steccati editoriali. Abbiamo scelto di sporcarci le mani insieme e di provare a contaminare i linguaggi e le persone.

Tommaso: Per quanto mi riguarda il progetto della rivista è nato spontaneamente dopo qualche tempo che ho conosciuto Andrea, circa due anni fa. Aveva in mente di creare una rivista di approfondimento che fosse qualcosa di nuovo e intrigante ma qualitativamente molto alto, che avesse un impronta molto professionale ma un’ anima “punk” e “doityourself”. Mi ha subito proposto di collaborare per cercare gente che si appassionasse al progetto e dare la mia supervisione al lato visivo e illustrativo della rivista. Ovviamente ho accettato.

Quali passaggi implica il lavoro per la realizzazione di un nuovo numero?

Tommaso: Per prima cosa vengono decisi i temi principali attorno a cui far ruotare il nuovo numero, e nel farlo cerchiamo sempre di pensare a qualcosa che possa darci l’opportunità di creare articoli e immagini interessanti e molto variegate. Una volta che la redazione dei testi ottiene una scaletta degli articoli pensiamo agli illustratori da abbinare, e il grafico decide il design per ogni parte della rivista.

Andrea: Diciamo che per me è sempre un’esperienza traumatica. Tutto parte da uno spunto – spesso personale – di cui poi parlo a tutti, da lì il lavoro si sviluppa come ha descritto Tommaso. Solo – per fortuna mi verrebbe da dire –  non tutti siamo in accordo e non tutti proponiamo le stesse cose, quindi dopo il lancio del sasso, normalmente scoppia una rissa.

Ci sono disegnatori/artisti con cui collaborate in maniera continuativa? E come li selezionate?

Tommaso: Lucha Libre possiede una “redazione interna” molto affiatata, per quanto riguarda la sezione illustrativa. Questo gruppo è nato dall’incontro iniziale per la creazione del numero 0, a Milano, e alcuni elementi sono rimasti capisaldi nella costruzione di entrambi i numeri usciti finora. C’è anche una questione di affinità e crescita grazie al confronto e all’abitudine di vedersi spesso. Penso a Stefano Pietramala, Margherita Morotti, Nathalie Cohen, Carlotta Cogliati, Tommaso Cian. La selezione dei disegnatori per lucha libre avviene cercando materiale che ci piace, se scoviamo un autore che ci interessa proviamo a proporgli una collaborazione, chiediamo ai nostri illustratori preferiti cercando di tenere il livello qualitativo più alto possibile. Ci si può proporre scrivendo all’indirizzo luchalibremag@gmail.com

Quali riviste vi piacciono – e con quali collaborate?

Tommaso: Principalmente riviste a fumetti e fanzines, principalmente underground o autoprodotte. Non sono un lettore particolarmente avido di riviste perché prediligo gli stimoli visivi. Pper ora ho collaborato a un paio di numeri di Bizzarro Magazine e farò parte del team di disegnatori di Splatter, storica rivista a fumetti degli anni ‘90 che quest’anno risorgerà a Novembre.

Andrea:  Collaboro da anni con la rivista di cinema Duellanti, e ho scritto per diverse riviste di settore. Se devo dire lLeggo praticamente di tutto, e credo comunque  che il panorama all’estero (almeno per la scrittura) sia molto più interessante di quello italiano… P e per fortuna, al lavoro dispongo di un’emeroteca ben fornita. Dedico molto tempo al giorno alla rassegna stampa e alla scoperta di nuove testate. Ultimamente mi sono innamorato di PicNic Magazine (messicana) e Little White Lies (inglese) a cui mi sono abbonato; mentre posso dire di essere dipendente dai rivistoni classici come il New Yorker, Piaui o i Cahiers du Cinéema.

I vostri tre fumetti o fumettisti di riferimento.

Tommaso: Elzie Segar, autore di Popeye, vero punto di riferimento per quanto mi riguarda, M”mesmo delivery” fumetto del brasiliano Rafphael Grampà (tradotto in Italia da Comma22), un capolavoro di uso del linguaggio fumettistico per originalità e potenza, e Eiichiiro Oda, autore di One Piece, attualmente credo il miglior narratore di avventure fantastiche al mondo, dotato di un immaginario potentissimo, nonostante abbia comunque qualche momento di noia dato da certi meccanismi presenti nei manga. Ce ne sono molti altri, ma per correttezza mi limiterò ai primi tre che mi son venuti in mente…

Andrea: David Mazzucchelli, Lorenzo Mattotti, Hugo Pratt. Ma a parte questi superclassici ultimamente sto leggendo pochissimi fumetti.

Il vostro progetto ha un modello di business o è completamente autoprodotto e autofinanziato?

Andrea: Il nostro progetto ha un modello di business ed è autofinanziato (non vedo le due dinamiche in contrapposizione). Come tutte le realtà di micro-impresa, culturale in questo caso, che vogliono sopravvivere, spendiamo molto del nostro tempo (almeno la parte di noi che si occupa del lato più commerciale) a valutare i costi, la stampa, il payback..etc. Io ho una formazione scientifica e ci tengo molto che il nostro modus operandi non sia amatoriale. La modalità di vendita – principalmente diretta – il ricorso a eventi dove ci siano anche altre forme di sostegno (la vendita di vino o birra alle inaugurazioni, le stampe, le magliette etc.) fanno tutte parte di una strategia volta a rientrare nei costi e a permetterci di investire in nuovi progetti. Certo a breve cercheremo anche degli sponsor e allargheremo il gruppo di lavoro. Ma se c’è una cosa che distingue Lucha Libre dalle altre realtà autoprodotte è l’approccio al mercato e alle strategie di vendita.

Tommaso Per il momento siamo totalmente autofinanziati e autoprodotti. L’obbiettivo è quello di diventare una realtà solida e concreta, attraverso la rivista e le nostre iniziative legate alla promozione del linguaggio del fumetto e dell’illustrazione, più altri progetti super segreti che sono ancora in fase embrionale.

Che cosa conterrà il prossimo numero?

Tommaso Mi dispiace, ma sono informazioni ancora Top Secret, ma vi posso però assicurare che sarà meglio dei precedenti!

Andrea: No comment. Di sicuro posso aggiungere dire che solo una cosa: inizieremo anche dei progetti editoriali al di là della rivista.

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Illustrazione di Tommaso di Spigna
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Illustrazione di Tommaso di Spigna
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Illustrazione di Tommaso di Spigna

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