Nello stesso periodo in cui Einaudi pubblica in Italia Le cosmicomiche di Italo Calvino, nella cittadina di Holmdel (New Jersey), due ricercatori della Bell Telephone, di nome Arno Penzias e Robert Wilson, stanno per fare una scoperta che cambierà per sempre l’astrofisica contemporanea. Corre l’anno 1965.
Lavorando a un’antenna costruita per migliorare i sistemi di comunicazione con i satelliti in orbita, i due sono al lavoro per ridurre il più possibile il rumore di fondo captato dallo strumento. Tuttavia, per quanti sforzi facciano, un segnale persiste. Di cosa si tratta? Solo dopo diversi anni di studio, la comunità scientifica accetta la loro sconvolgente ipotesi: il rumore captato, impossibile da eliminare, è la cosiddetta radiazione cosmica di fondo, ovvero (in parole semplici) la prova acustica dell’esistenza del Big Bang.
Il saggio a fumetti Cosmicomic. Gli uomini che scoprirono il big bang, edito da Codice Edizioni (acquistabile qui), scritto dall’astrofisico (nonché appassionato di fumetti) Amedeo Balbi e disegnato dall’illustratore Rossano Piccioni, prende le mosse da questo fondamentale evento della nostra storia recente ed esplora, a partire da lì, i misteri dell’universo e della scienza.
Per gentile concessione della casa editrice, pubblichiamo un particolare estratto da Cosmicomic: una sequenza che illustra una celebre e interessante intervista rilasciata nientemeno che da Albert Einstein al New York Times, nel 1920. Balbi e Piccioni, uniti -ovviamente- alla disarmante genialità di Einstein, spiegano attraverso poche tavole lo spunto dietro la teoria della relatività, in maniera molto più efficace di tanti saggi non…a fumetti. Una ennesima dimostrazione che le possibilità del fumetto non conoscono confini – neanche quelli della cosmologia.
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