Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, abbiamo intervistato Gabriella Giandelli e, oltre alle consuete domande, vi offriamo un ampio reportage fotografico.
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
In questo periodo sto ultimando per Actes-Sud un libro per ragazzi adattato da una poesia dell’autrice russa Olga Sedakova. Poi affronterò un altro libro per ragazzi da un racconto di Antonio Tabucchi per l’editore spagnolo Zorro Rojo e un libro con testi di Don Ciotti per l’editore Giunti.
Prevedo di iniziare a lavorare a una mia prossima storia a fumetti verso la primavera del 2014.
Quali sono gli strumenti che usi per disegnare? Puoi illustrarci le tue tecniche, ad esempio l’utilizzo delle matite, che appare fondamentale nel tuo libro “Lontano”?
In Lontano e in Interiorae ho usato una gamma di matite limitata alla grafite, i grigi, il nero, un giallo acido, il rosso scarlatto, l’arancio, un azzurro freddo e del verde salvia chiaro. In questo momento sto facendo invece dei disegni con tantissimi colori. Ho ormai molta esperienza con le matite colorate perchè le ho usate fin dai miei primi lavori. Mi piacciono perchè riesco a ottenere certi effetti di “materia” e anche una “polverosità” dell’insieme, pur potendo anche avere colori molto brillanti. Ogni tanto mi spingo ad usare la china nera ma finora non credo di conoscerla abbastanza bene. In passato mi sono appassionata allo scratchboard ma da qualche tempo non sopporto più la polvere di gesso che si crea, mi dà fastidio respirarla e quindi stop.
C’è qualche forma di abitudine ami predisporre prima di metterti a disegnare? Ad esempio che ruolo ha la musica nella tua ispirazione?
Prima di iniziare un nuovo lavoro mi piace molto lavare il mio tavolo e mettere tutte le cose che ho sopra in perfetto ordine. Poi amo preparare il mio planning stabilendo la durata di esecuzione per ogni disegno, cercando di arrivare a capire quanto tempo potrò impiegare per terminare il libro. Poi, a seconda del lavoro, ascolto musica che sento affine alla storia e ai personaggi. In questo periodo amo ascoltare vecchi sceneggiati tv o letture ad alta voce di romanzi. Comunque, se lavoro ad un fumetto, penso sempre alla sua musica. Immagino la sua colonna sonora. E’ molto importante perché dona suggestioni e dà anche il ritmo alla narrazione.
Quali sono i tuoi autori di riferimento? Ci sono testi che devono essere a portata di mano mentre disegni?
Amo tanti autori di fumetto ma non guardo quasi mai altri fumetti se devo partire con un mio lavoro, preferisco ispirarmi a pittori, fotografi, o registi. Ho bisogno sempre di testi, che naturalmente cambiano da storia a storia. Per Lontano ho lavorato con dei libri di scienze, la musica dei Pink Floyd, 2001 Odissea nello spazio di Kubrick, Solaris di Tarkovsky e un libro di fotografie su Cinisello Balsamo di Berengo Gardin.
Chiudiamo sempre evidenziando un oggetto particolare nello studio. Nel tuo caso, abbiamo notato una presenza magnifica: una gatta rossa. Vogliamo saperne di più!
La mia gatta rossa si chiama Mariantonietta ed è la mia grande compagna silente (se non ha fame, altrimenti si fa sentire parecchio). Spesso insiste per stare anche lei sul tavolo e allora la situazione diventa un po’ caotica ma di solito è discreta. Adoro la sua presenza, devo ammettere che nel periodo in cui avevo uno studio fuori casa, mi mancava molto, troppo. Adesso che sono tornata a casa trovo la nostra situazione di convivenza domestica perfetta e stimolante.
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Foto di Daniela Mazza.