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FocusProfiliJordi Bernet: inchiostro nero, umore nero

Jordi Bernet: inchiostro nero, umore nero

Meglio tardi che mai. Per uno dei più prolifici e caratteristici illustratori di Spagna, la popolarità è finalmente arrivata anche in America, grazie soprattutto alla sua elettrizzante versione di Jonah Hex, lo sfregiato pistolero dei fumetti DC Comics, ma anche alla recente serie American Vampire di Scott Snyder. Ad ogni modo, Jordi Bernet è sbarcato in America con alle spalle una lunga e fruttuosa carriera, non solo nella natìa Spagna ma in tutta Europa, Gran Bretagna inclusa. Il suo capolavoro, sceneggiato da Enrique Sanchez Abuli, è Torpedo, venale assassino prezzolato – che troviamo anche sulla copertina della mia antologia Mammoth Book of Best Crimes Comics – brillantemente tradotto in diverse lingue (in Italia per Edizioni BD, n.d.t.), e pubblicato in vari formati.

Jordi Bernet Torpedo
Pagina originale da una storia di ‘Torpedo’

Jordi Bernet Cussó nasce a Barcellona nel 1944. Cresciuto in una tipica famiglia numerosa catalana, ricorda, “Ero sempre circondato da artisti. Mi ricordo ancora che da bambino giocavo e disegnavo sotto il tavolo da disegno di mio padre.” Suo padre era Miguel Bernet Toledano, fumettista anch’egli. Negli anni 1940, sotto lo pseudonimo ‘Jorge’, aveva disegnato realistiche avventure a fumetti, lavorando anche per editori stranieri, soprattutto sudamericani. Ma si dovette adattare al più popolare stile fumettistico della commedia, che a quell’epoca il mercato spagnolo richiedeva. Il nonno del giovane Jordi era sceneggiatore, i suoi quattro fratelli divennero tutti grandi artisti o illustratori di fumetti; sua sorella più piccola divenne una delle più famose montaggiste di Spagna. Evidentemente, vivendo in questo background di persone artisticamente dotate, si può dire che Jordi fosse un predestinato.

Le sue prime pubblicazioni, in età adolescenziale, consistettero in gag, illustrazioni e strisce autoconclusive sulle riviste umoristiche spagnole, a partire da Pepe Cola nel 1959. Nel 1960 si presentò un’opportunità, nata dalla tragica, prematura morte del padre a soli 38 anni. All’epoca Jordi aveva 15 anni e per aiutare la famiglia lasciò gli studi, si recò dall’editore per cui lavorava il padre e lo implorò di far continuare a lui la strip umoristica settimanale Doña Urraca che suo padre aveva disegnato fin dal 1948 per Pulgarcito. Lo convinse garantendogli la continuità stilistica dei disegni rispetto a quelli del padre. “Non avevo mai disegnato in quel modo prima (era abbastanza difficile), ma di fronte a quelle tristi circostanze riuscii a dare il meglio.”

Jordi Bernet Doña Urraca
Un originale di ‘Doña Urraca’, disegnata da Bernet nel 1960, imitando perfettamente lo stile del padre

Lo stile della striscia, disegnata con tecnica semplice e caricaturale, non era comunque il preferito di Jordi. Bernet aspirava al più attraente realismo illustrativo dei famosi cartoonist che disegnavano sui grandi quotidiani americani; in particolare amava le pennellate fortemente chiaroscurate di Noel Sickles (Scorchy Smith), le ispirazioni di Milton Caniff (Terry e i Pirati) e Frank Robbins (Johnny Hazard), come anche guardava all’artista catalano Joan Junceda, poco conosciuto all’estero ma ancora ricordato in Spagna come uno dei migliori illustratori professionisti.

Tramite un amico di suo padre, nel 1963 fu assunto all’agenzia di distribuzione fumetti Bardon Art, a Barcellona. L’agenzia era in procinto di esportare in Gran Bretagna, Francia e Scandinavia la serie western Poncho Yucatan. Tutto rimaneva in famiglia quindi, visto che gli episodi erano stati sceneggiati da suo zio, Miguel Cussó Girait. Tramite la Bardon Art, Bernet lavorò anche su fumetti britannici, esplorando ogni tipo di genere. “Ho un ricordo vivido di alcune storie sugli antichi Romani che erano particolarmente logoranti per me da illustrare.” Erano le epopee storiche come Ulysses the Wander and Lucidus the Spartan pubblicate sul settimanale per ragazzi The Victor per la scozzese DC Thomson di Dundee. Ha lavorato anche su The Town Tamers e su altre storie western. Suoi disegni compaiono sul numero 190 dei Commando Picture Libraries, intitolato ‘They Call Him Yellow’. Per Odhams e Fleetway di Londra illustra gli action heroes Rollo Stones e Danny Charters – alias The Legend Testers – in Smash, and Jungle Jak in Lion.

Jordi Bernet Paul Foran
Una pagina da una storia di ‘Paul Foran’

Con l’andar del tempo il sistema inglese disilluse Bernet: ”Non mi riconsegnarono mai le tavole originali; questo è il motivo principale per cui abbandonai il mercato inglese per andare a Spirou.” Il settimanale belga nel 1968 aveva bisogno di sangue fresco, visto che le vendite erano in caduta libera e molti dei suoi artisti di punta emigravano verso la testata concorrente, Tintin.

Bernet continuò ad affinare la sua tecnica grafica disegnando drammatiche tavole in bianco e nero su Spirou, fortemente influenzato dal Johnny Hazard di Frank Robbins, che poi diventerà suo grande amico. Per Spirou Bernet illustrava principalmente gli episodi dell’agente segreto Dan Lacombe, sceneggiati dallo zio Cussó, e dell’investigatore sovrannaturale Paul Foran; per questi fumetti veniva loro richiesto di lavorare gratis all’interno di un team spagnolo. Cambiando sorprendentemente genere, nel 1972 Bernet e Cussó si inventarono, per la nuovissima rivista tedesca Pip International, una serie erotico-umoristica sullo stile di Little Annie Fanny di Harvey Kurtzman.

Jordi Bernet Pip International
Una tavola originale disegnata da Bernet per ‘Pip International’

Il suo tardivo debutto americano fu nel 1973, grazie ai disegni per ‘Revenge of the Unliving’, piccola storia horror -il cui sceneggiatore era Gardner Fox- pubblicata su Vampire Tales, rivista horror della Marvel. Fu l’inizio della sua carriera americana, ma a quello non seguirono subito altri incarichi. Tornato quindi in Germania, Bernet iniziò a illustrare una serie post-apocalittica sceneggiata da zio Cussó, che durerà tre anni. “L’eroe biondo Andrax era un atleta, tornato in vita dopo un sonno artificiale di duemila anni, che ritrova la Terra regredita a uno stadio di primitiva barbarie. Questa serie ebbe presto grande successo in Germania, ma l’editore inaspettatamente sparì in Brasile, “dimenticando” di ridarci le tavole originali. Un altro affare andato male!”

 Jordi Bernet unliving
La prima pagina di ‘Revenge of the Unliving’

Malgrado gli intoppi, sull’impegnatissimo tavolo da disegno di Bernet, l’inchiostro nero raramente trovava il tempo di seccarsi. Lavorava alacremente su ogni opportunità che gli si presentasse: per l’Italia disegnava piccole serie western e crime story, i suoi generi preferiti. Per la Spagna realizzò più di mille pagine di El Cuervo, detective conoscitore delle arti marziali. “Ho sempre cercato di trasformare questi incarichi da ‘lavori necessari per mangiare’ in qualcosa che mi fosse utile: ci sono riuscito perché ho sperimentato, ho migliorato la mia tecnica studiando i movimenti dei personaggi e adattandomi al loro stile.”

Dai primi anni del 1980, nella sua Spagna liberata dalla dittatura del Generale Franco, il mercato del fumetto per adulti ebbe una vera e propria esplosione. Rafael Martinez, editore alla Norma, volle Bernet al suo nuovo magazine Cimoc e nel 1981 lo mise in squadra con lo sceneggiatore Antonio Segura su Sarvan, la sua prima grande eroina, fumetto di genere fantasy ambientato nel futuro. “E’ qui, in tutta modestia, che ho imparato a capire questo mirabile ‘soggetto’ così difficile da rappresentare che ha il nome di donna…”

Jordi Bernet Sarvan
Una pagina di ‘Sarvan’

Nello stesso periodo la casa editrice di Josep Toutain stava pubblicando a puntate la versione spagnola di Creepy, basata sull’omonimo horror magazine americano edito da Warren Comics. Nel 1980 Toutain commissiona al brillante Alex Toth i disegni per una nuova serie di gangster, il cui sceneggiatore era Enrique Sánchez Abuli. I due furono subito in disaccordo su come tratteggiare il protagonista; Toth lo voleva più “morbido” e avrebbe voluto cambiare alcune parti di dialogo. Quando Abuli obiettò, Toth lasciò il progetto al secondo episodio. Le tavole finirono in un cassetto per un anno, finché Toutain propose il progetto a Bernet. Non se lo fece ripetere due volte, e la serie venne lanciata sul n. 32 di Creepy nel febbraio del 1982. “Secondo me Torpedo non è immorale, semmai amorale. Moralità per lui è un termine senza senso, ne è completamente privo. Quello che mi piace di lui è che mi dà l’opportunità di disegnare un personaggio ‘malvagio’ senza doverlo per forza farlo morire o tornare sulla retta via alla fine della serie.”

In questi episodi corti, squallidi e scarni, narrati in prima persona, Abuli e Bernet rappresentano lo spietato ambiente del crimine organizzato di New York durante la grande Depressione e la brutale lotta per la sopravvivenza di Luca Torelli: origini siciliane, professione ‘torpedo’ o assassino “a contratto”, ben vestito e preciso nelle esecuzioni. “Poco alla volta Torpedo acquista un registro più da commedia; ci siamo spostati verso una miscela di violenza e humour, che attenua il livello di crudeltà e rende i personaggi quasi simpatici.” Come fonti di ispirazione e di conoscenza Bernet utilizzava fotografie, film e altre notizie dell’epoca. “Infatti Torpedo rispecchia i nostri gusti particolari. A me piace parecchio il cinema americano degli anni Trenta e Quaranta, il jazz e l’illustrazione americana di quel periodo, mentre Enrique letteralmente ama il genere noir. Torpedo è un personaggio contraddittorio… come noi!”

Jordi Bernet Torpedo
Un illustrazione originale per una copertina di ‘Torpedo’, poi scartata

Grazie al loro sanguinario sicario, Abuli and Bernet assursero agli onori internazionali e nel 1996 il fumetto fu adattato per un film animato di 25 minuti. Il cantante spagnolo Loquillo ne fece una canzone-tributo dal sapore jazz-rock. Con la registrazione di questo disco si interrompe bruscamente la collaborazione fra Abuli e Bernet: un arrabbiatissimo Abuli fece causa a tutte le persone coinvolte, compreso lo stesso Bernet, per non aver menzionato il suo nome fra gli autori della canzone. “Dopo diciotto anni di lavoro su Torpedo sono riuscito a tratteggiare la giusta atmosfera, i giusti personaggi, tutto un mondo che amo. E’ un vero peccato perderlo in questo modo.”

Ad ogni modo, Bernet continuò a collaborare con molti sceneggiatori: ancora con Segura sull’angoscioso mostro delle fogne Kraken; con l’Argentino Carlos Trillo illustrò il futuristico detective donna Custer, una variazione de La Bella e La Bestia intitolata Light and Bold, la sexy prostituta di Chicago Chica e le tavole umoristico-erotiche di Chiara di Notte sul settimanale El Jueves.

Jordi Bernet Chiara di notte
Tavola originale da una storia di ‘Chiara di notte’

Una seconda chance sul fronte del mercato statunitense occorse a Bernet nel 1999, quando Mark Evanier e Sergio Aragonés gli chiesero di collaborare a Fanboy, una loro miniserie per DC Comics. Oltre a questo, Mark Chiarello nel 2000 gli commissiona i disegni per la storia di Batman, Blackout, 8 pagine in bianco e nero su sceneggiatura di Howard Chaykin.

La porta della DC era ormai aperta e da lì occasionalmente arrivarono parecchi lavori: da ricordare un intero numero di Solo, la serie voluta dall’editor Chiarello, e un episodio di Spirit sceneggiato da Jimmy Palmiotti. Fu proprio Palmiotti, con il co-writer Justin Gray, che nel 2007 fece entrare Bernet nel loro progetto di rinascita di Jonah Hex, che si adattava perfettamente al suo amore per il genere western e per i film di John Ford, Clint Eastwood e Sergio Leone. Ospite al Comic-Con di San Diego nel 2011, Bernet, oggi 68enne, nella sua ancora parecchio movimentata agenda è riuscito a trovare il tempo per altre contorte storie di “questo duro bastardo sudista con la faccia orrenda.”

L’inchiostro del suo pennello è più nero e meraviglioso che mai.

Traduzione di Graziano Pedrocchi

*Questo articolo è stato pubblicato su Comic Heroes Magazine n. 14, Ottobre 2012, e sul sito di Paul Gravett

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