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Rubriche#tavolidadisegnoNello Studio di Werther Dell'Edera

Nello Studio di Werther Dell’Edera

Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Werther Dell’Edera. Al solito, abbiamo fatto cinque domande e abbiamo scattato parecchie foto.

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Foto di Martina Cestrilli

A quale progetto stai lavorando attualmente?

Ho finito da poco di collaborare con Gabriele Dell’Otto (per il quale ho fatto le matite) alla graphic novel di Spider-man “Family Business” e adesso sto lavorando ad un albo de “Le Storie”, collana della Bonelli, scritto da Francesco Artibani, si chiamerà “Il Golem”, e sarà ambientato a Praga durante la Seconda Guerra Mondiale. Però non posso esimermi dal citare il mio primo albo Bonelli in uscita a marzo! Si tratta del numero 6 degli Orfani!

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Foto di Adriano Ercolani

Quali tecniche e strumenti prediligi?

Partendo dall’inizio, uso la matita HB su foglio semiruvido. Per l’inchiostrazione, utilizzo pennello e pennino. Ovviamente per far andare il pennino e il pennello c’è bisogno della china, generalmente uso la Pelikan, insomma, tutto materiale da battaglia… Lo strumento più costoso sarebbe il pennello, ma ho trovato l’uovo di Colombo: uso i pennelli usati di Gabriele Dell’Otto! Riesce a deformarli, con l’uso, in una maniera che per me è assolutamente congeniale, perché si appiattiscono molto e mi consentono di tirare fuori soluzioni molto interessanti. Quando inchiostro è il mood della pagina a guidarmi, se la sequenza è drammatica, molte volte, preferisco partire con il pennello, per poi rifinire col pennarello. In questo modo ottengo un effetto più fresco, veloce. Altre volte lavoro tutto con un segno a fil di ferro per intervenire in un secondo momento col pennello.

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Foto di Martina Cestrilli

Ci sono abitudini o rituali che devi predisporre prima di metterti all’opera?

Si, ho un rituale collaudato da anni: mi inumidisco la punta delle dita, mi accarezzo i lobi delle orecchie, poi prendo un vaso e lo spacco in terra! Scherzi a parte, non ho nessuna abitudine in particolare, ma trovo di grande aiuto la musica. Trovo che abbia un effetto propedeutico. Quindi ascolto di tutto: dal jazz al rock alla musica classica. Mi piace ascoltare Thelonious Monk e i Black Keys, Billie Holiday e i White Stripes, Romeo e Giulietta di Prokofiev e Skrillex. Molte volte la musica non serve però a caricarmi o a ispirarmi, è più facile che la usi per calmarmi. Mi capita di avere una sorta di frenesia interna che vorrebbe trovare sfogo su carta, ma sappiamo entrambi (io e la frenesia) che generalmente se la lascio fare l’unica cosa che ottengo è una forte frustrazione dovuta alle alte aspettative che la frenesia crea, aspettative che si scontrano con la realtà di un disegno brutto, reso ancora più brutto dalla smania e quindi dalla fretta. Ecco che la musica mi viene in aiuto mantenendo l’ispirazione e sedando la frenesia, perché la fretta è cattiva consigliera. Così, se devo disegnare una scena cruenta, la colonna sonora sarà tranquilla.

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Foto di Martina Cestrilli

Ci sono dei libri che devono essere a portata di mano mentre lavori? Puoi indicare degli autori di riferimento?

I riferimenti cambiano molto a seconda dei periodi.

Da molti anni, un autore che guardo sempre è Tony Salmons. Lo ritengo davvero uno dei più grandi disegnatori contemporanei, anche se tutto sommato ha prodotto poco e in maniera disomogenea, la sua follìa per me è davvero fonte d’ispirazione. Adoro i suoi neri potentissimi, ma soprattutto mi piace il fatto che, pur sembrando tutto fuori controllo, in realtà è frutto di un grande controllo, un impatto violentissimo, riesce ad essere sintetico ma al contempo ricco di dettaglio. E’ un riferimento costante, ma non posso seguirlo come vorrei, poiché disegnare per il mainstream mi induce a limitare certe follie espressive. A seconda dei periodi, poi, mi capita di approfondire diversi autori, sia giapponesi che occidentali. Se devo fare altri nomi, Michael Golden, Mark Schultz, Robert Fawcett ed altri illustratori americani degli anni’50.

Poi ci sono autori, come De Crécy dai quali non prenderei mai qualcosa di direttamente utile per la mia tavola, ma che però rimane di forte ispirazione, per il suo approccio, per come gestisce il disegno, l’inchiostrazione, la scelta delle inquadrature. Così anche Brian Bolland, è nella mia libreria perché ha un ordine e una pulizia che io non ho e fa parte di quei disegnatori che hanno su di me un effetto calmante.

In Italia, c’è Gipi che è un grande narratore, e dopo aver letto “unastoria” confermo! Ad esempio lui è un autore che apprezzo moltissimo, mi è piaciuto moltissimo il suo ultimo volume, ma non è un autore che ho davanti come riferimento. Mi piace perché è diverso, perché fa delle cose che normalmente io non farei. Un altro autore a cui guardo nello stesso modo è Pratt, un autore che non riuscirei a prendere come riferimento, ma che amo moltissimo guardare perché mi cambia completamente il punto di vista usuale. Quando cerchi autori di riferimento spesso li trovi all’interno di uno stesso range, quindi studiare autori differenti ti aiuta anche a trovare soluzioni nuove, alle quali non avevi mai pensato.

Fuori dal fumetto, un riferimento cinematografico, è sicuramente Michael Mann, capace di una pulizia formale straordinaria. A livello di immaginario, sicuramente i film di fantascienza di Ridley Scott. Non perché io disegni storie di fantascienza, ma perché mi ha davvero aperto la mente, mi ha dato la misura di quante cose diverse si possono fare.

In letteratura, è più difficile indicare nomi definitivi.

Il primo libro che ha avuto un impatto forte sulla mia formazione è stata la “Trilogia dello Sprawl” di William Gibson.

Ho riscoperto (alle soglie dei 40) gli scrittori russi, ho letto il Maestro e Margherita di Bulgakov e alcuni suoi racconti e poi ci sono i grandi contemporanei americani, come Cormac McCarthy. La poesia, Baudelaire, Rimbaud ed Ungaretti, ad esempio. Tra le letture recenti, vorrei menzionare l'”Eliogabalo” di Artaud. Ma in generale, amo avere sempre un libro vicino. Ogni volta che leggo un libro è quello adatto al momento che sto vivendo.

piuma  togli trucioli

Qual è l’oggetto più bizzarro che utilizzi?

La piuma togli trucioli è uno strumento che non può mancare sul tavolo da disegno del perfetto mangaka e io, ovviamente, tendo alla perfezione!

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