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Mondi POPAnimazioneLa Gatta Cenerentola, in un'animazione per adulti. Intervista a Marco Galli

La Gatta Cenerentola, in un’animazione per adulti. Intervista a Marco Galli

Era il 1976 quando Roberto De Simone portò per la prima volta in scena La Gatta Cenerentola: opera teatrale in tre atti, con musiche e canzoni, ispirata alla fiaba di Giambattista Basile, autore della raccolta Lo Cunto dei Cunti su cui il regista Matteo Garrone baserà il suo prossimo film e da cui tutta la tradizione europea, a cominciare dai fratelli Grimm, ha tratto spunto per le favole che tutti conosciamo (La Bella Addormentata nel Bosco, Cenerentola, ecc.). Basile era napoletano. Anzi per essere più precisi era di Giugliano in Campania. E anche Roberto De Simone è napoletano.

La storia della Gatta Cenerentola, insomma, ha le sue radici a Sud, nel golfo partenopeo, e qui torna a vivere. Non come musical, né come storia scritta. Ma come film di animazione. Un cartoon degli autori e produttori Mad Entertainment, gli stessi de L’Arte della Felicità, pronti ad affrontare una nuova sfida. La Gatta Cenerentola si spoglia della tradizione fiabesca dell’opera teatrale e diventa una storia noir, diretta da Ivan Cappiello. Siamo a Napoli, in un futuro non lontanissimo – un futuro, in un certo senso, alternativo. Tutta la storia è ambientata nel porto, dove si sfidano i camorristi del Re e la polizia. Vittima di questa lotta è Cenerentola: ragazza che dovrà farcela da sola, come la Sposa di Kill Bill di Quentin Tarantino. Direttore artistico è Marco Galli, fumettista italiano (Oceania Boulevard, Coconino Press).

Pochi giorni fa è partita una campagna di crowdfunding per raccogliere i soldi necessari alla realizzazione di un primo cortometraggio. Ai donatori sarà regalato un bonus speciale con contenuti inediti, e un diario di cui parla lo stesso Galli nell’intervista che segue.

Leggi anche: L’Arte della Felicità, e il suo successo. Intervista ad Alessandro Rak

https://www.youtube.com/watch?v=e0Iff79WKwY#t=51

Come vi siete incontrati?

Gli animatori sono gli stessi de L’Arte della Felicità. A presentarmeli è stato Igort della Coconino Press. Loro avevano già in cantiere questo progetto e stavano cercando un Direttore Artistico. Mi hanno invitato a Napoli, mi hanno proposto la cosa, io ho accettato. E ho cominciato subito a disegnare i primi personaggi. Con Ivan Cappiello, il regista, ci siamo trovati immediatamente. È stato aiuto-regista de L’Arte della Felicità e senza che avessi mai letto nulla del soggetto, senza che sapessi niente del musical degli anni ’70, sono riuscito a disegnare i personaggi proprio come li aveva immaginati anche lui.

Quella de La Gatta Cenerentola è – per così dire – una storia per bambini che diventa una storia per adulti. Anche se già il musical si muoveva in questa direzione, non è vero?

C’è l’idea di mantenere una forte connotazione musicale. Rimane la musica napoletana. Ci saranno dei pezzi originali del musical ricantati e riarrangiati in modo moderno. Si sta cercando la collaborazione di alcuni artisti della scena napoletana e non (che non ti dirò be’, per forza di cose…). Si mantiene questa cosa delle sei sorellastre, rispetto alla classica Cenerentola, e il Principe è ‘O Re che in questo caso è cattivo e non buono. Insomma, la struttura è molto diversa dalla favola classica.

Quindi c’è molta musica e soprattutto molta Napoli, ne La Gatta Cenerentola.

Il musical viene dalla favola di Basile, poi riadattata dai Fratelli Grimm. A Napoli – mi hanno raccontato – la Gatta Cenerentola è come Cats a New York. Nell’intento del produttore, che è Luciano Stella, c’è quella di mantenere la caratteristica della napoletaneità. E lo faremo sicuramente grazie alla colonna sonora.

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A che punto è il soggetto e di che tipo di storia si tratta?

Ivan Cappiello e Luciano Stella stanno scrivendo la sceneggiatura. Che cambia, logicamente, dal musical. Io ho introdotto alcuni personaggi nuovi: in pieno stile noir degli anni ’40… E lo so quello che potrebbe sembrare ma no, non è un vero e proprio cyber punk. Anche tutta l’oggettistica – moto, macchine – sono ispirate a un immaginario complesso che parte dagli anni ’40/’50 ma che rimpasta anche altre epoche. Atmosfera un po’ alla Blade Runner. Ci sono molte cose, è vero, ma fondamentalmente ci manteniamo sullo stile del noir. Un po’ come nel mio libro Oceania Boulevard.

Visto che dietro l’intero progetto c’è una produzione, sorge spontanea la domanda “perché il crowdfunding”?

Secondo me ci sono diverse risposte. Intanto è un modo per far parlare della cosa. Il crowdfunding è sicuramente un ottimo mezzo pubblicitario. Poi il pubblico si sente partecipe, perché è come dire “quello che c’è, che è stato fatto, è stato fatto grazie a te”. Una cosa molto sociale. Il crowdfunding, adesso, è per il cortometraggio da cui poi partiremo per la lavorazione del lungometraggio. Luciano Stella è un produttore serio, quindi si seguiranno anche i canali ufficiali: Rai, Ministero, ecc.

Questo è stato un esperimento per iniziare a parlarne e per farlo conoscere. Ed è anche un modo per raccogliere soldi perché è anche vero che in Italia c’è crisi. Il crowdfunding serve proprio a livello tecnico.

E come abbiamo detto altre volte, anche per essere più liberi.

Luciano Stella è un produttore illuminato: ovviamente anche lui pensa alla questione delle vendite, ma vuole soprattutto che i prodotti siano di qualità. Sia Ivan Cappiello che io stiamo lavorando insieme a lui: è una parte attiva all’interno del progetto, non passiva. È uno che ci stimola molto perché possiamo superare i nostri limiti. Non fa problemi, ma è un aiuto importante, fondamentale, nel risolverli.

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Dicevi che non sarà il Principe, ‘o Re, il personaggio positivo di questa storia. Chi aiuterà Cenerentola, quindi?

Il personaggio positivo è quello del Capo della Polizia del Porto. Diciamo che tra Cenerentola e lui nasce una certa simpatia. La storia è una storia d’amore, di camorra e tante altre cose… La nostra idea è quella di fare qualcosa di nuovo. La colonna sonora sarà molto importante – questa musica napoletana che verrà riarrangiata in modo moderno. Mad è anche uno studio di produzione musicale: gli altri due produttori, Antonio Fresa e Luigi Scialdone, sono musicisti professionisti. E dopotutto nel resto del mondo la canzone napoletana è un po’ il marchio di Napoli, è un po’ il nostro country, il nostro folk, quindi è importante battere questa strada anche per accattivarsi le attenzioni straniere… Insomma, è un progetto di ampio respiro. Rischiamo molto, ma proviamo a fare qualcosa di nuovo. Qualcosa che non c’è mai stato in Italia.

A supervisionare i lavori di animazione, ci sarai tu. E qualche personaggio è stato anche una tua creazione…

In quanto Direttore artistico sì: lavorerò a stretto contratto con gli animatori. Stanno usando un programma open source inglese, che grazie al loro lavoro sta venendo addirittura migliorato. È veramente un progetto di ampio respiro. Si sta cercando di creare cose incredibili.
Ho iniziato a disegnare per come la vedevo io, per quella che è stata la mia idea. Poi, quando anche Ivan Cappiello ha visto quello che avevo fatto, quando gli ho detto le mie impressioni, ci siamo trovati subito. Siamo stati immediatamente sulla stessa linea d’onda. È un lavoro di squadra. Sono quelle cose che succedono molto, molto raramente. Visivamente ci ho messo molto del mio, ma è una cosa che – chiaramente – va avanti insieme con il regista.

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Insomma, è un progetto nel quale state credendo veramente tanto.

Io penso di sì. Penso di sì perché io, come ti ho detto, non sono un esperto di animazione ma sono già stato a Napoli e ho già visto queste persone, che sono poche, che fanno veramente dei miracoli. Conoscendo le persone di Mad, ho capito che una cosa così può succedere solo a Napoli. Sia per la gente, sia per la stessa città: quando si riesce a trovare un equilibrio in una città come Napoli, succedono cose incredibili. E nello studio Mad stanno succedendo proprio queste cose. Questi miracoli. Diversamente da quello che può succedere in Giappone o in America, dove tutto è più freddo. Alla base di tutto, in questo progetto, c’è il rapporto umano, che scatena queste alchimie, queste passioni, che permettono di ottenere grandi risultati. Un po’ come è successo con L’Arte della Felicità.

Purtroppo però c’è bisogno anche di un supporto economico. Questo film è un po’ la loro – la nostra – scommessa: stiamo scommettendo veramente tanto, specie dopo un film come L’Arte della Felicità. Che è completamente diverso da questo. Le opere seconde, come sai, sono sempre molto difficili. E i ragazzi della Mad invece di ripetersi, di andare sul sicuro, hanno deciso di fare qualcosa di nuovo. Penso che di gente così in Italia ce ne sia veramente poca. Io ho detto di sì per questo motivo: perché ho conosciuto loro. È un progetto talmente folle, così unico, che è quasi impossibile trovarne di simili altrove.
Il risultato che verrà – ne sono sicuro – sarà qualcosa di veramente forte, di molto ricco. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Siamo tutti veramente molto fiduciosi che verrà fuori qualcosa di bello. Anzi siamo sicuri di questo perché già il nostro rapporto, quello che c’è tra di noi, è una cosa bella. Il crowdfunding è un processo importante, una produzione sociale, che può seriamente smuovere le cose.

La pagina del crowfunding de La Gatta Cenerentola

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