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Focus10 fatti su Jim Davis e Garfield che forse non sapete

10 fatti su Jim Davis e Garfield che forse non sapete

Di certo Garfield è uno dei personaggi dei fumetti più noti anche al di fuori dell’ambito degli appassionati. Non tutti, però, sanno tutto di questo gatto e del suo creatore, Jim Davis. Di seguito, quindi, vi proponiamo 10 curiosità sull’autore e sul suo personaggio più famoso.

garfield

1. I primi lavori

Dopo essersi laureato alla Ball State University, negli anni Settanta Davis ottenne il primo lavoro come assistente disegnatore per la striscia western Tumbleweeds. Quasi in contemporanea, fece esordire la prima strip di sua creazione, Gnorm Gnat, con protagonisti degli insetti. Questa striscia continuò per alcuni anni sulle pagine del Pendleton Times, un quotidiano dell’Indiana, ma Davis non riuscì a venderla ad altri giornali perché, come gli disse un editor, pur essendo divertente, nessuno poteva simpatizzare per gli insetti. Così la serie venne interrotta.

2. 25 gatti

Oggi Davis ha un solo gatto, ma, quando era bambino, nella fattoria in cui viveva con genitori e nonni, ce n’erano ben 25! Non deve stupire quindi che il suo personaggio più famoso sia proprio un gatto.

3. L’origine di Garfield

Il nome “Garfield” è preso da quello del nonno dell’autore, James A. Garfield Davis. Secondo Davis, infatti, anche lui, come il personaggio della sua striscia, era burbero, ma con cuore tenero. La scelta di un gatto, poi, fu dovuta al fatto che Davis pensava che il pubblico potesse relazionarsi meglio con esso che con un cane.

4. Garfield e Schultz

Inizialmente, Garfield se ne stava perlopiù accucciato e al massimo camminava su quattro zampe, ma il suo aspetto non convinceva ancora Davis, che voleva un personaggio che si reggesse sulle sole zampe posteriori. Fu Charles Schultz a fornirgli il suggerimento giusto: non rappresentarlo con i piedi di un gatto, ma con quelli di un uomo. E fu proprio lo stesso creatore dei Peanuts a disegnare per la prima volta Garfield in piedi come un uomo.

garlyman

5. Il quarto incomodo

Le prime strisce avevano un quarto protagonista che serviva come contraltare di Jon Arbuckle, visto che Garfield ancora non parlava. Il suo nome era Lyman, aveva i baffi ed era il proprietario del cane Odie. Quando Garfield assunse il dono della parola, Davis capì che non c’era più bisogno di lui, e il personaggio finì nel dimenticatoio.

6. Meno è meglio

Davis apprezza la striscia Garfield Minus Garfield, parodia dai risvolti esistenzialisti della sua serie in cui il celebre gatto è assente – e di cui vi abbiamo già avuto modo di parlare qui. Il motivo è semplice: gli ricorda che “meno è meglio”.

7. Una cancellazione ritrattata

Verso la fine degli anni Settanta, quando Garfield stava diventando sempre più famosa, un quotidiano, il Chicago Sun-Times, decise di non pubblicare più la strip. A Davis fu detto che si trattava di una questione di budget. I lettori del giornale però iniziarono a protestare tramite lettere e telefonate (più di 1300 in una settimana), così l’editore fu costretto a tornare sui suoi passi. Fu allora che Davis capì la reale portata del successo raggiunto dalla sua striscia.

8. Il Davis filantropo

L’autore si è sempre dimostrato attento a progetti educativi, così ha fondato la Professor Garfield Foundation, in collaborazione con la Ball State university, per incentivare l’alfabetismo dei bambini. Il lavoro che svolge la fondazione è descritto nei dettagli sul suo sito ufficiale.

9. Collezione da Guinness

Secondo il Guinness Book of World Records, i due maggiori collezionisti di oggetti legati a Garfield sono i californiani Mike Drysdale e Gayle Brennen, che ne possiedono più di 2000. Secondo Jim Davis, invece, in Indiana c’è tale Gary Skinner che ne possiederebbe 8000.

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10. U.S. Acres

Tra il 1986 e il 1989, Davis realizzò anche un’altra striscia, intitolata U.S. Acres, che aveva per protagonista un gruppo di animali da cortile con caratteristiche singolari, come un gallo che dormiva troppo o una gallina che andava in giro nel guscio dell’uovo da cui era venuta fuori. La striscia durò poco, però diventò anche un cartone animato.

 

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