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FocusLa storia di Groot, l'albero dei Guardiani della Galassia

La storia di Groot, l’albero dei Guardiani della Galassia

In occasione del nuovo film sui Guardiani della Galassia (qui la nostra recensione), vi abbiamo preparato un recap sulla storia fumettistica di uno dei personaggi più intriganti del gruppo, Groot, interpretato e doppiato (si fa per dire, vedere l’ultimo paragrafo in proposito) da Vin Diesel.

Leggi anche: 5 fumetti da leggere prima di guardare Guardiani della Galassia

Nobili genitori, umili origini

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È il 1960. I Fantastici Quattro – e di conseguenza anche la Marvel per come la conosciamo – non sono ancora nati. La Atlas, nome con cui si chiamava la Marvel al tempo, è una casa editrice che produce, fra le altre cose, un sacco di fumetti di fantascienza. Le sue testate portano nomi evocativi come Journey into Mistery, Strange Tales, Amazing Adult Fantasy, Tales to Astonish e presentano mensilmente racconti popolati da alieni bizzarri e macabri mostri.

È su uno di questi albi – Tales to Astonish #13 – che fa la sua prima comparsa Groot, in una storia dal copione piuttosto classico: un mostro comparso dal nulla attacca l’umanità e sembra che niente possa fermarlo, finché lo scienziato di turno, grazie alla propria brillante mente, non ne scova il punto debole, riuscendo così a sconfiggerlo.

Giunto sulla terra dal Pianeta X (di cui si proclama il monarca), l’obbiettivo di Groot è quello di utilizzare il suo potere di controllare e assorbire il legno per creare delle specie di fazzolettoni di alberi con cui far decollare le città verso lo spazio e annetterle poi al suo glorioso impero. Un piano un filino naif? Potete prendervela con lo scrittore del fumetto, tale Larry Lieber (fratello di un certo Stan Lee), che assieme ai disegnatori Jack Kirby e Dick Ayers è da considerarsi a tutti gli effetti il padre di Groot.

A sconfiggere Groot sarà tale Leslie Evans, che grazie a una sagace intuizione – ‘i più mortali nemici del legno sono le termiti’ – metterà KO il monarca del Pianeta X.

Gli anni dell’anonimato

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Se nel 1960, dopo la sua prima, gloriosa apparizione, qualcuno avesse avuto l’ardire di sostenere un futuro da protagonista in un franchise multi-milionario per Groot, probabilmente avrebbe ricevuto come risposta una sonora risata. Di certo c’è che il personaggio, per quaranta lunghi anni, è rimasto nell’anonimato, ammassando nel corso di questo lasso di tempo un numero di comparsate che si possono davvero contare sulle dita di una mano, con l’aggiunta che alcune di queste neanche sono apparizioni in carne e ossa, quanto piuttosto evocazioni o sogni.

È il caso di The Incredible Hulk Annual #5 (1976), scritto da Chris Claremont e disegnato da Len Wein, in cui Xemnu il Titano evoca un mostro dalle fattezze di Groot per farlo combattre contro l’alter ego di Bruce Banner; o ancora di Sensational Spider-Man #1 (1997) di Todd Dezago, Mike Wieringo e Rich Case, in cui un giovane Peter Parker, avido lettore di fumetti, sogna lo spaventoso mostro.

Il resto delle apparizioni sono forse ancora più tristi: una sgambata per New York in compagnia di altri mostri al soldo dell’Uomo Talpa su Marvel Monsters: Monsters on the Prowl one-shot (2005); la presenza in un trascurabile supergruppo anni ’90 denominato The Supernaturals, vissuto giusto il breve tempo di una fallimentare mini-serie; un’alleanza con un gruppo di mostri ‘buoni’ al servizio di Nick Fury nella mini-serie del 2006 Nick Fury’s Howling Commandos.

L’entrata nei Guardiani

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È al duo di scrittori formato da Dan Abnett e Andy Lanning che si deve il rilancio di Groot, avvenuto a partire dal 2006 con la mini-serie Annihilation: Conquest, saga durante la quale il Nostro si unisce a Star Lord, Rocket Raccoon e altri eroi cosmici Marvel per fermare la minaccia di Phalanx, intelligenza cibernetica collettiva posseduta da Ultron.

Da quest’esperienza e dalla presa di coscienza della necessità di un supergruppo che difenda l’intero universo nasceranno quindi i nuovi Guardiani della Galassia, formati da Star Lord, Drax il Distruttore, Gamora, Warlock, Phyla-Vell, Rocket Raccoon e Groot. Il gruppo si scioglierà da lì a breve, per poi riformarsi poco tempo dopo in concomitanza del rilancio editoriale del 2013 Marvel NOW!, con un’ulteriore nuova formazione, la stessa del film: Star Lord, Gamora, Drax il Distruttore, Rocket Raccoon e Groot.

Leggi anche: I Guardiani della Galassia di Abnett e Lanningd

“Io sono Groot”

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Se vi è già capitato di vedere il film, o se leggete queste righe dopo la distribuzione nelle sale italiane, avrete notato come una delle caratteristiche principali di Groot sia il suo bagaglio linguistico piuttosto scarso, limitato a tre semplici parole: ‘Io sono Groot’.

Non fu così nella sua prima apparizione, quando come ogni vero cattivo che si rispetti impiegò fiumi di parole per spiegare chi fosse e illustrare i suoi piani malvagi. È soltanto in anni più recenti, con la sua reintroduzione operata da Abnett e Lanning, che il suo frasario è stato ridotto a quelle tre uniche parole. La sua scarsa loquacità non è tuttavia dovuta a una supposta inferiorità mentale, quanto piuttosto all’incapacità delle altre persone – escluso il suo fedele buddy Rocket Raccoon – di cogliere le sottili e, a quanto pare, impercettibili modulazioni della sua faringe legnosa indurita, che a un orecchio non avvezzo al linguaggio di Flora Colossi (il nuovo mondo del re-introdotto Groot) suonano sempre come la stessa frase: ‘Io sono Groot’.

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