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Il Nuovo Mondo di Fabio Guaglione [Intervista]

Fabio Guaglione è un artista che esprime la sua creatività in vari ambiti: regista, sceneggiatore, produttore ed anche autore di fumetti. Lo scorso autunno, per l’editore italiano Villain Comics è stato pubblicato il fumetto The New World, di cui Guaglione ha scritto sceneggiatura e soggetto (quest’ultimo insieme al suo socio e co-regista Fabio Resinaro), realizzato con il contributo di un team di collaboratori: il fumetto è disegnato da Alessandro Ballucchi, i colori sono di Marco Patrucco, del lettering si è occupata Margherita Tramutoli. La storia è ambientata in un futuro distopico e mescola elementi classici della narrazione sci-fi a una serie di dichiarate citazioni dalla cultura pop. Abbiamo intervistato Guaglione riguardo al progetto.

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Innanzitutto, puoi raccontarci la genesi dell’opera, se non erro abbastanza rocambolesca?

Non erri. Nel 2007 a me e al mio socio co-regista Fabio Resinaro venne commissionata la realizzazione di un cortometraggio di fantascienza in occasione di una serie di eventi che vedeva protagonista Torino in quanto capitale mondiale del design. Ci piaceva l’idea di ambientare una storia super sci-fi in una famosa città italiana. La prima stesura della sceneggiatura parlava di alieni, umani, un mondo dopo la guerra, una creatura in mezzo a due schieramenti Ci venne bocciato. Troppo action rispetto alla richiesta iniziale, che prevedeva una valorizzazione del background della città come vero e proprio protagonista invisibile. Mi venne in mente un altro concept e ne  parlai a Resinaro. A lui non piacque, ma io ci vedevo del buono. Scrissi una nuova versione del cortometraggio in una notte. Sapevo che avevo in mano qualcosa di  speciale, e così nacque Afterville, un mediometraggio che ci fece arrivare a Hollywood. Ma questa è un’altra storia. The New World, che ancora non aveva questo titolo, mi lavorava come un tarlo nella testa.

Un giorno di pioggia, mentre stavo da solo sul divano a casa della mia ex-ex-ex ragazza (nel senso anche di ragazza XXX), mi misi a lavorarci. Trasformai l’idea del soggetto per il cortometraggio in qualcosa di più ampio. Più ci lavoravo più trovavo dei nuovi pezzi, più ampliavo il puzzle più ci vedevo del buono. Mi piaceva quell’idea di un essere che non appartenesse a nessuna delle due fazioni in contrapposizione e che potenzialmente potesse diventare il salvatore di una e il distruttore dell’altra. Un’idea semplice ma piena di potenza emotiva, condita da uno scenario in cui il prezzo per creare un mondo migliore è troppo alto. Echi di Kyashan. C’era del buono, e non volevo andarmene da quel mondo. Così gli diedi un’altra forma, e diventò lo script per il pilota televisivo di una serie tv. Figo, ma troppo Costoso. Eccola lì allora, l’occasione, per un lettore di fumetti da una vita di sfoggiare il proprio nerd power e creare qualcosa di proprio. La risposta era mettersi a lavorare ad un progetto fumettistico, che potesse funzionare sia da prologo per la serie vera e propria, sia da eventuale traino verso media differenti. Bisognava solo trovare un disegnatore, un colorista e realizzare 88 tavole. Non immaginavamo nemmeno quale odissea ci avrebbe aspettato. Il fumetto è stato totalmente autoprodotto, il che vuol dire pragmaticamente che ognuno di noi ci ha lavorato quando poteva, ma al contempo ognuno di noi non voleva accontentarsi neanche sul minimo particolare. Una guerra tra rompicazzo che ha portato alla genesi del Nuovo Mondo.

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Al termine di ogni capitolo ci sono spiegazioni riguardo i personaggi e i loro modelli di riferimento. In almeno due casi alcune suggestioni mi hanno evocato ricordi due miei autori prediletti. Il titolo e l’ambiente distopico mi hanno fatto pensare ovviamente ad Huxley, il “personaggio più intelligente della terra”  sembra un omaggio ai Watchmen (anche se da una prospettiva opposta). Sono riferimenti corretti?

Diciamo che nelle note all’interno dell’albo abbiamo inserito i riferimenti consci. Opere come quelle che tu citi sono parti così importanti di un background culturale da risultarne poi difficilmente distinguibili all’interno di esso. Watchmen è talmente monumentale che finisce per essere dentro ogni tua idea, non so se mi spiego.  Lavorando su Seward non ho pensato specificamente ad Ozymandias. E l’idea de  “l’uomo più intelligente del pianeta” mi è venuta prima che potessi capire da dove.   È una di quelle intuizioni di cui uno sceneggiatore deve imparare a fidarsi. Il paragone però è interessante, soprattutto perché so cosa succederà dopo… Per quanto riguarda Huxley … spero di non deluderti, ma il titolo lo avevo pensato più per costruire un parallelismo con la colonizzazione dell’America da parte degli europei.  Ma ora che mi ci fai pensare…

La narrazione, benché raccontata per immagini con uno stile abbastanza frastagliata, è di fatto una presentazione dei personaggi principali e delle forze che si contrappongono. Quanti volumi avete in mente?

Quando qualcuno mi chiede in mente quanto dura una storia che ho in testa o come andrà a finire, mi vengono sempre in mente le parole che Neil Gaiman ha scritto per l’introduzione di Rising Stars di Joe Michael Straczynski:

«Joe ha programmato un racconto colossale, una vera storia, con una moltitudine di personaggi. Ne conosce già l’inizio, la fine e (se mi somiglia almeno un po’) alcune sequenze della parte centrale».

Ecco, anche per me è sempre così. So come finirà il tutto e ho in mente diversi momenti chiave, ma non ho ancora tracciato tutta la mappa che porta alla destinazione. Mi ricordo quando chiesi a Kentaro Miura, malcelando il fatto che fossi un fan ancor prima che un regista, come sarebbe finito Berserk. Lui prese un foglio di carta. Segnò un punto. Disse “ora siamo qui.” Poi ne segnò un altro all’estremità del foglio, verso di me e disse “Questa è la fine, e so cos’è e come sarà.” Poi mimò con la penna una serie di possibili traiettorie dal primo punto al secondo, dicendo “ma non so ancora come ci arriverò.” E poi aggiunse “so che mi piacciono i Giganti. Forse inserirò nella storia dei Giganti.”

Ok, io non aggiungerò dei giganti in The New World. Credo.

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Tu lavori anche nel cinema. Quali sono per te le differenze fondamentali tra le due forme di narrazione, fumettistica e cinematografica?

Mmmm, il domandone.

Penso che il fumetto debba tenere conto del modo in cui il lettore usufruirà dell’opera. Tra l’altro, la cosa affascinante di questo media è che un lettore “colmerà” sempre una serie di spazi lasciati costituzionalmente vuoti dal fumetto. “Vuoti” nel senso costruttivo, nel senso di “fatti apposta per essere riempiti”. Nel senso che il lettore immaginerà a suo modo le voci dei personaggi, le musiche, il ritmo della narrazione… Penso che la cosa principale di cui uno sceneggiatore e un disegnatore di fumetti debbano tenere conto sia la cristallizzazione di un momento in una singola immagine. Mentre in un film un momento è dato da una sequenza di immagini che risultano in un filmato, in un fumetto questa immagine è una soltanto. Quindi bisogna scegliere la più rappresentativa, la più potente, la più vicina alla sorgente. Ovvero la forma più vicina al significato che si vuole comunicare. Penso che sia un argomento molto lungo e complesso ma la differenza fondamentale tra un film e un fumetto sta nella scelta di quel singolo attimo perfetto da fissare su carta.

Trapela dal ritmo e dall’immaginario esposto una certa passione per i videogiochi, o sbaglio?

Fino a qualche anno fa, giocavo parecchio. Subito dopo il liceo ricordo che dall’ una di notte alle sei del mattino ero intrappolato in altri mondi nella mia console. Mi  interessa per’ capire da cosa nasce questa osservazione…

Puoi parlarci dei tuoi molti progetti, anche al di fuori del fumetto?

Diciamo che io ed il mio socio, Fabio Resinaro, con cui abbiamo aperto una casa di produzione, la Mercurio Domina, abbiamo un piano molto semplice. Dominare il mondo. E non è impossibile, eh. Stiamo tessendo trame da anni, e abbiamo iniziato a fare le prime mosse pubbliche, come il nostro thriller True Love o il nostro film attualmente in produzione Mine, dai produttori di Buried, The Conjuring, Annabelle ed Enemy, con protagonista Armie Hammer. Siamo interessati a rimpolpare l’universo del fantastico attraverso diversi mezzi. Stiamo sviluppando tre film microbudget, uno dei quali, Glitch, dovremmo girare subito dopo la finalizzazione della postproduzione di Mine. Si tratta di un thriller riguardo una cospirazione aliena per dominare il mondo..visto attraverso gli occhi di un cospirazionista. Stiamo lavorando ad un libro con il giovane scrittore Maurizio Temporin e ad un altro fumetto con Adriano Barone, co-autore della graphic novel Uno In Diviso. Stiamo sviluppando sceneggiature per film e serial tv con aziende e personaggi che non vogliono ancora renderle pubbliche, per cui non possiamo parlarne. Ovviamente stiamo già lavorando al sequel di The New World. Soprattutto perché sembra che qualcuno là fuori interessato a leggere il secondo volume ci sia veramente…

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