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FocusProfiliIntervista a LRNZ, premiato come miglior disegnatore italiano a Treviso

Intervista a LRNZ, premiato come miglior disegnatore italiano a Treviso

Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, ha vinto il Premio Boscarato per il Miglior Disegnatore Italiano, assegnato durante il Treviso Comic Book Festival domenica 27 settembre. A meno di un anno dall’uscita, Golem, il primo graphic novel dell’autore, continua a raccogliere un significativo successo di vendite, mettendo sostanzialmente d’accordo pubblico e critica (sicuramente concordi sul valore grafico dell’autore).

Subito dopo la consegna del premio abbiamo raccolto le impressioni a caldo di LRNZ, che presto pubblicherà per Bao Publishing il suo secondo fumetto, Astrogamma.

Leggi anche: La copertina lenticolare animata di Astrogamma, il nuovo fumetto di LRNZ

LRNZ ritira il premio a Treviso | Foto: Claudia Zalla
LRNZ ritira il premio a Treviso | Foto: Claudia Zalla

Era un premio nell’aria fra gli addetti ai lavori dopo la candidatura al Micheluzzi. Te lo aspettavi?

Ovviamente no. Esattamente come il Micheluzzi. Come ho già detto anche in quel caso, la candidatura è già di per sé un riconoscimento di eccellenza incredibile quindi la vittoria era già abbondantemente fuori dalle mie più rosee aspettative. Va detto anche che la geografia di questa premiazione è legata a doppia mandata con la nascita del libro cui si riferisce. Golem è diventato realtà durante un aperitivo fra Caterina Marietti, Michele Foschini e me proprio in un bar di Treviso, durante il TCBF di due anni fa. Che il mio primo premio arrivi col mio primo libro, nella città dove ho sugellato il mio primo patto da autore con un editore gli da un senso di compiutezza tutto particolare.

Se fossi stato tu in giuria che nomi avresti indicato?

Nella mia categoria? Beh i nomi selezionati erano tutti nomi eccezionali e faccio fatica a non considerarli. Volendo però assecondare il gioco di rivoluzionare le candidature ti direi:

  • Ugo Schiesaro, Work (Delebile)
  • Alessandro Baronciani (La distanza)
  • Ratigher (5 Mantles, UDWFG: ci tengo a specificare che non è per le Ragazzine, bellissimo libro, ma neanche lontanamente paragonabile col vero diamante nero del principe più alto del fumetto italiano)
  • Maicol&Mirco (Gli scarabocchi di Maicol&Mirco, uno qualunque)
  • Fabio Ramiro Rossin (non mi ricordo dove cavolo ha pubblicato cosa, ma erano delle storie di vita violenta e quindi OK)

In una categoria a parte (quella per divinità sumere che se le guardi negli occhi prendi fuoco):

  • Andrea Bruno, Cinema Zenit (Canicola).

Il premio lo avrei dato a Claudio Acciari. Così, a sorpresa, per non scontentare nessuno.

Una tavola di 'Astrogamma', dalla prima versione pubblicata su 'Hobby Comics'
Una tavola di ‘Astrogamma’, dalla prima versione pubblicata su ‘Hobby Comics’

Per te è un periodo di grande fermento. Sei tornato da poco dagli Stati Uniti, dove hai lavorato per mesi ad un progetto segretissimo. Tra poco uscirà Astrogamma, annunciato da una notevole copertina lenticolare. Ci sono poi numerosi altri progetti che ti vedono coinvolto. Stilisticamente quali differenze hanno le varie opere a cui ti dedichi?

E non dimenticare il prossimo libro di Murakami con Einaudi: La strana biblioteca, sarà tutto illustrato da me. Le differenze sono enormi. Ovviamente. Parliamo di film, fumetti e libri illustrati. Negli stati uniti, in produzione, mi chiamavano “the man with many hats”. Mettiamola così. Ho cercato di stressare i miei limiti in ogni direzione e occasione che mi si è presentata, rischiando davvero tutto. Sul risultato non garantisco, ma intravedo buone cose.

In tutto ciò Golem continua a essere molto chiacchierato. È vero che stanno per uscire nuovi approfondimenti a riguardo?

Eh. Si. Se ne occuperà una persona che conosce piuttosto bene l’opera, direi. Alla luce del premio ricevuto e dell’enorme successo, mi sembra giusto. Per ringraziare e dare un po’ di conferme ai miei lettori. O magari per farne sorprendere qualcuno. In conclusione, credo che il disegno di Golem abbia una serie notevole di segreti generalmente ancora ben custoditi (qualche esegeta serio c’è stato però, devo dire!) che sarà divertente andare a svelare piano piano per ristabilire anche giusto rapporto con la scrittura.

Illustrazione ispirata ad 'Astrogamma' per la copertina di 'Hobby Comics' #4
Illustrazione ispirata ad ‘Astrogamma’ per la copertina di ‘Hobby Comics’ #4

In questo momento di celebrazione del tuo talento, quali sono secondo te i tuoi punti deboli? Dove pensi di dover migliorare?

Voglio dedicare più tempo a tutto. So che è impossibile. Ma so che il tempo è la chiave per crescere, ora come ora. Ogni 6 anni circa faccio uno scarto percettivo che mi obbliga a disprezzare tutto quello che ho disegnato fino a un minuto prima, ma non come succede nel quotidiano di una persona esigente, ovvero con la normale, sana voglia di migliorarsi di volta in volta, in continuità.

Parlo proprio di vero disprezzo, radicale. Di un cambio di prospettiva totale, di colpo.

In passato ne è risultata una mutazione faticosissima e anche un po’ umiliante (veramente l’ho fatta io quella roba?) che mi ha mostrato la direzione per lo stadio evolutivo successivo mettendo in fila passo per passo tutto quello che mancava al mio lavoro, con la massima obiettività possibile. Di colpo diventano lapalissiane, visibili, quali erano le differenze sostanziali con il lavoro degli artisti che stimo da sempre. Perchè quelle cose mi piacciono così tanto e le mie no, e non è una questione di emulazione di processi tecnici o di stile, è una questione di qualità.

È un momento di lucidità spietata più che un semplice ridimensionamento.

Le favole che ci si racconta da soli hanno un ciclo vitale fisiologico. Una scadenza. Sono fatte per permetterti di non sentirti troppo inferiore agli obiettivi cui ambisci. Credersi capace serve a volersi bene, a trovare il coraggio e la spregiudicatezza di provarci. Quando sei in grado di fare il salto qualitativo e certe convinzioni non servono più, si svelano per quello che sono: le abbandoni come una muta. Non fanno più parte di te. Diventa chiarissimo quello che ti manca ed è ormai inutile negarselo.

Ogni deficienza che si prova a difendere diventa una possibilità in meno, ogni giustificazione una distanza incolmabile dall’obiettivo. Ogni sicurezza in se stessi un bastone in mezzo alle ruote per crescere. Ogni dubbio la fiamma che brucia per evolversi.

È un’allucinazione vigile sul proprio futuro. Nuove favole che rimpiazzano le vecchie. E insomma mi è successo di nuovo, adesso.

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