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MangaOne-Punch Man: la storia di un guerriero fenomenale

One-Punch Man: la storia di un guerriero fenomenale

Cosa rappresenta un manga come One-Punch Man e che ruolo può assumere in un mercato in difficoltà come quello del fumetto giapponese?

Luglio 2009: un autore sconosciuto noto con lo pseudonimo One comincia a pubblicare sul suo blog un fumetto. Quasi fosse un hobby, senza alcuno scopo. Intitolato One-Punch Man, è la storia di Saitama, un ragazzo che ha sempre desiderato diventare un eroe. Per farlo si è impegnato talmente tanto da sviluppare una tecnica di lotta infallibile: con un solo pugno sconfigge ogni tipo di nemico. Ma la velocità con cui ogni combattimento si risolve rende Saitama triste e senza più passione. Di fatto si tratta di un manga demenziale e fortemente citazionista, che ha dalla sua una brillante vena comica.

Giugno 2012: il blog di One è ormai diventato virale, macinando qualcosa come quasi otto milioni di page view. L’autore viene contattato da Yusuke Murata, mangaka già autore di Eyeshield 21 che gli propone una pubblicazione seriale cartacea, con One ai testi e lui alle matite. La collaborazione darà vita a One-Punch Man, un manga edito inizialmente sulla rivista online Weekly Young Jump e, successivamente, in tankōbon da Shūeisha.

Da allora One-Punch Man è diventato – velocemente – un autentico cult, aggiudicandosi persino un ambito Manga Taisho Award (2014) ed entrando nella top 100 dei manga più venduti nel 2013 e 2014. Tanto da spingere MadHouse a produrre l’omonima trasposizione animata che conta, almeno per la prima serie, dodici episodi, i cui diritti italiani sono stati acquisiti da Dynit, la quale ha optato per la messa in onda sulla piattaforma online free VVVVID. Un fenomeno che, grazie a Panini Comics/Planet Manga, è arrivato anche sugli scaffali italiani nella sua forma cartacea, come annunciato durante Lucca Comics & Games 2015.

One-Punch Man 1 Panini

Sgombriamo subito il campo da eventuali equivoci: One-Punch Man non aspira a imporsi per profondità o raffinatezza, nel panorama affollato del mercato manga di oggi. Per certi versi, nemmeno l’originalità è il suo piatto forte, visto l’impianto action piuttosto tradizionale. Tuttavia è interessante cercare di comprendere le motivazioni di un tale successo perché, forse, da queste dipende la possibilità di intravedere alcune piste per la ripresa di un mercato che, in questo paese e in questo momento, sta palesemente soffrendo.

One-Punch Man funziona perché gioca sulle corde del nonsense e dell’intrattenimento ‘puro’, serenamente fine a se stesso, ed è sostenuto da un segno grafico spettacolare, esaltato dalle matite di Murata. Non c’è dubbio che il valore aggiunto di questo fumetto risieda in un insieme di fattori che, presi singolarmente, non sarebbero stati in grado di scatenare il fenomeno che è One-Punch Man.

Partiamo da quello più evidente: le due colonne portanti di questo manga sono costituite da una scrittura frizzante e divertente e da un segno che non si tira indietro di fronte alla sfida. In particolare funziona una cosa: laddove dovrebbe crearsi un ovvio stridio tra l’epicità di molte tavole e la leggerezza generale dell’atmosfera che pervade la serie, al contrario si generano una fluidità e un’armonia che innalzano di colpo il livello. Per fare tutto ciò, come è giusto in questi casi, il duo One-Murata ha guardato inevitabilmente al passato e a quei percorsi che costituiscono la storia di anime e manga.

Con una sovrastruttura metatestuale, One-Punch Man si muove fra i territori del già visto, ammiccando ai classici e divertendosi a omaggiarli: da Dragon Ball a Ken il guerriero, passando per i classici di Go Nagai (da Devilman a Mazinga). Un vortice citazionista che cerca di evitare il plagio e, piuttosto, glorifica i titoli che rappresentano le coordinate formative dei due autori. Non è facile ma, almeno a una prima impressione, l’operazione sembra essere riuscita e, a mio parere, molto vicina a un altro grande titolo, Excel Saga.

onepunchman

Leggere One-Punch Man è come rivivere tappe importanti della propria giovinezza (di consumatori filo-nipponici), o ripercorrere il tragitto avventuroso rappresentato dalla storia dell’immaginario manga. In questo fumetto, quindi, ritroviamo tutto quello che conosciamo senza però pretendere una soddisfazione pari ai grandi classici. Avventura, azione e soprattutto divertimento, senza troppe pretese.

Proprio nel difficile equilibrio fra divertissement e intrattenimento pare che One-Punch Man abbia colto nel segno, laddove la produzione manga contemporanea sembra essersi persa in una miriade di generi e sottogeneri che nascono prevalentemente per captare – spesso con l’ansia del marketing “a caccia di nicchie” – i desideri più ‘attuali’ del mercato. Non che in questo ci sia una colpa, sia chiaro, ma in termini di strategia commerciale, evidentemente, c’è qualcosa che non sta funzionando. Cosa che, al contrario, non si può dire per One-Punch Man.

In tutto questo, però, rimangono un paio di dubbi. Uno ha a che fare con la destinazione di un simile manga, che pare volontariamente rinunciare a una fetta importante di lettori: quelli disinteressati a questo genere di fumetto action ‘canonico’. L’altra ha a che fare con il lungo periodo: One-Punch Man riuscirà a mantenere una tale soglia di attenzione e qualità seriale senza perdere colpi nel corso del tempo? Al momento il manga, in Giappone, conta undici tankōbon e, per ora, non ne è prevista una fine. Per la tipologia di manga e per l’approccio scelto – un ‘meta’ leggero – è difficile credere che la qualità possa restare stabile troppo a lungo. Ne andrebbe, forse, della stessa ironia con cui il progetto promette di rileggere un immaginario stratificato: il bel gioco, dopo un po’, potrebbe stufare (e farsi troppo serio). Vedremo. Per ora, non manca di che gustarsi questo eccellente pastiche di stereotipi, nostalgia, distanza critica e sano cazzeggio.

One-Punch Man n. 1
di One e Yusuke Murata
Panini Comics, 2016
208 pagine, 4,50 €

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