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RecensioniNovitàVisione, picco del fumetto Marvel

Visione, picco del fumetto Marvel

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

visione panini marvel fumetto

Se la settimana scorsa abbiamo parlato di serie Marvel che si rilanciano, oggi ne commemoriamo invece una che si conclude: The Vision di Tom King e Gabriel Hernandez Walta, con i colori di Jordie Bellaire. La serie è giunta mercoledì al suo termine previsto con il numero 12 (il volume Panini Comics uscito in questi giorni raccoglie i primi sei albi) ultimo lascito – per ora – di Tom King alla Marvel. Lo sceneggiatore da qualche mese ha abbandonato per un contratto in esclusiva alla DC Comics, dove del resto gli hanno fatto la classica offerta che non si può rifiutare: Batman. Ma questo poco importa, perché The Vision è un’opera assolutamente chiusa, di cui parleremo senza fare spoiler che non vadano oltre il primo episodio.

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Già nel numero uno una misteriosa voce narrante racconta quello che succederà in futuro, introduce personaggi annunciando che moriranno tra le fiamme e, mentre il racconto al presente mostra un idilliaco quadro famigliare nel più tipico sobborgo americano con case e giardino, la profezia promette la morte dei Vendicatori e la fine del mondo.

Il racconto di questa voce è la cornice della prima metà di The Vision e il traino narrativo della seconda parte. Ovviamente, visto che siamo nella continuity Marvel, il mondo sarà salvato da questa nefasta profezia all’ultimo minuto utile e non senza un depistaggio che si svela solo nell’epilogo. Anche se, ovviamente, il lettore più attento potrebbe cogliere l’indizio strada facendo. Che questa rivelazione sorprenda o meno è secondario, perché il suo effetto non vuole essere scioccante quanto piuttosto la chiave di volta di un’architettura perfetta, del tutto coesa e logica come si addice a una storia di androidi.

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In The Vision, la Visione dei Vendicatori, che ha salvato il mondo all’incirca 37 volte, vive insieme a una famiglia di sintezoidi come lui: la moglie Virginia e i figli adolescenti Viv e Vin. Non è la prima volta che Visione ha dei figli, come ci ricorda anche il settimo episodio (disegnato dal penciler ospite Michael Walsh), che compone un lungo flashback sulla carriera del personaggio capace di rendere toccanti e drammatici alcuni tra i più involuti arzigogoli narrativi della Marvel.

I figli che Visione aveva già avuto da Wanda non erano effettivamente reali ma frutto della magia (anche se in un certo senso sono poi divenuti reali, ma non divaghiamo…), mentre Viv e Vin sono sintetici e mentalmente non del tutto formati, quindi hanno bisogno di andare a scuola ed essere educati per certi versi come normali adolescenti. Cosa che però non sono, avendo gli stessi poteri del padre e vivendo in una famiglia tutt’altro che normale.

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È attraverso il dialogo di Visione coi figli e la moglie che la serie sviluppa un’interrogazione filosofica sulla necessità di accettare illusioni, illogicità, incertezze e paradossi, perché è in questi che si cela l’umanità e dunque, dal punto di vista dei sintezoidi, il senso ultimo delle cose.

In uno dei primissimi dialoghi, Visione dice alla moglie che è meglio dire di un’ospite che è stato carino (“nice”), anziché gentile. La moglie ribatte che carino può anche avere una lettura ironica e dunque la frase è ambigua e pertanto priva di senso, al che Visione risponde: «Ovviamente. Affermare come verità ciò che non ha significato è la missione primaria dell’umanità». La società viene spiegata con un’analogia alla retorica: «I fatti senza contesto sono come gli individui senza società. Come un individuo deve trovare il suo posto nella società, altrimenti è inutile, così i fatti devono trovare il loro posto in un’argomentazione o non serviranno ad alcuna reale funzione».

Il gioco diventa poi occasione per una lezione sulla giustizia nel mondo degli uomini: Vin si lamenta con Viv perché lei gli ha preso la palla che il padre aveva dato a lui, dicendo che non è giusto, e Viv risponde: «L’equità è semplicemente un equilibrio matematicamente determinato, la più bassa delle forme di giustizia. La preminenza, invece, è l’affermazione di un complesso patto sulle norme istintive: la più alta forma di giustizia. Comprendere e abbracciare la preminenza ci avvicina all’umanità». Ancora più toccante sarà poi la logica applicata alla preghiera, ma di questo non vogliamo svelare nemmeno uno scambio di battute.

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Riferimento letterario centrale a The Vision è Il mercante di Venezia, chiave affiché i sinteziodi interpretino sia il sentimento di vendetta che quello di un amore tanto assoluto da dare ragione anche al sacrificio: «Metà son vostra, l’altra metà è vostra… Mia volevo dire; ma se mia anche vostra, e così tutta vostra». Allo stesso modo ritorna più volte l’idea che la vita non sia tanto qualcosa di comprensibile ma in cui dover semplicemente credere, questo attraverso il ripetersi di una nota filastrocca che recita: Row, row, row your boat – Gently down the stream. – Merrily, merrily, merrily, merrily – Life is but a dream.

omega the unknown

E non manca nemmeno un riferimento fumettistico, non a caso a uno supereroi più enigmatici della Marvel: Omega lo sconosciuto, a sua volta peraltro legato a una famiglia di robot e ricco di riflessioni esistenzialiste, sia nella versione originale di Steve Gerber sia nella serie che la reinterpreta a firma di Jonathan Lethem e Farel Dalrymple.

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The Vision è dunque un fumetto di supereroi colto eppure ricco di colpi di scena, come un thriller ambientato in quei sobborghi perfettini da Peyton Place a Breaking Bad che sono il correlativo oggettivo dell’American Dream, il tutto innervato di elementi fantascientifici e speculazioni filosifiche. Narrato da Walda attraverso una regia visiva molto attenta alla recitazione e al fuoricampo. Con un uso di colori che, nei toni pastello, risulta sia idilliaco sia disturbante nelle scene che sono tutto il contrario di un idillio.

Impossibile chiedere di più a fumetto Marvel: The Vision sembra già destinato a rimanere come un vertice di qualità assoluta nell’infinito moltiplicarsi e riprodursi dei supereroi.

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