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FocusIntervisteAl di là degli stereotipi sessisti nei fumetti. Un'intervista collettiva

Al di là degli stereotipi sessisti nei fumetti. Un’intervista collettiva

È iniziato il 23 Ottobre a Roma, presso La casa delle Donne Lucha y Siesta, Al di là degli stereotipi (a fumetti): un percorso di riflessione contro gli stereotipi sessisti nei fumetti, articolato in vari incontri che proseguiranno fino a ridosso delle festività natalizie.

al di la stereotipi fumetti

Numerosi sono gli autori coinvolti nei prossimi appuntamenti, a partire dalla tavola rotonda del 6 novembre scorso, moderata dal giornalista Riccardo Corbò, a tema “steretotipi di genere e personaggi femminili nei fumetti”, che ha visto tra i partecipanti i fumettisti Sara Pichelli, David Messina, Zerocalcare, Laura Scarpa, Assia Petricelli, Sergio Riccardi, Mauro Uzzeo e Federico Rossi Edrighi, e la nostra collaboratrice Mara Famularo (invitata dall’associazione di promozione sociale Scosse). Qui è consultabile l’intero programma degli eventi, che prevede anche la possibilità di partecipare ad un workshop di fumetto con Zerocalcare, Carola Susani e Rita Petruccioli, coordinatrice dell’iniziativa.

Abbiamo colto l’occasione per chiedere ai principali autori protagonisti del progetto i motivi che li hanno spinti ad aderire all’iniziativa e quale sarà il loro ruolo. Ecco cosa ci hanno raccontato:

Rita Petruccioli

“Al di là degli stereotipi” è un invito al dialogo sul tema degli stereotipi di genere nelle narrazioni a fumetti. Nasce da una chiacchierata tra me e le ragazze di Lucha y Siesta a proposito della manifestazione nazionale del 26 novembre contro la violenza sulle donne, in cui uno dei temi portanti è il modo in cui vengono narrate la violenza e le questioni di genere dai media.

Io penso che il modo in cui si racconta e la consapevolezza con cui lo si fa, può davvero fare la differenza. Può essere un punto di svolta che attiva nuovi ragionamenti e soluzioni nei lettori e nella società. E allora perché non lavorarci su? 

L’idea è quindi quella di iniziare un dialogo con chi i fumetti li crea o li creerà per costruirci insieme degli strumenti che non siano solo il saper raccontare una storia per immagini, ma la consapevolezza sulle questioni di genere in quello che stiamo raccontando.

Zerocalcare

Una delle pochissime responsabilità che io mi sento, in quanto narratore, è da sempre quella di non alimentare stereotipi razzisti o di genere. Solo che mentre quelli razzisti saltano in qualche modo all’occhio molto più facilmente, quelli di genere passano molto più inosservati e sono molto più comuni, perché attingono a concetti a cui siamo molto più assuefatti.

Cerco di pormi un sacco di domande quando scrivo una storia, ma sento che manca anche a me un confronto e un ragionamento collettivo su questi temi applicati al nostro mestiere. Quindi a questo workshop vorrei partecipare innanzitutto per confrontarmi e per ascoltare. Poi sull’aspetto più meramente tecnico e “formale”, su come costruire uno storyboard e l’ossatura di un fumetto, posso dare una mano a chi vorrà cimentarsi in questa esperienza.

Lorena Canottiere

Partecipo a “Al di là degli stereotipi” con grande piacere. Penso che la narrazione in prima persona sia uno strumento potente con cui riuscire a scardinare pregiudizi, informazioni assimilate senza troppo impegno, poca coscienza di sé e dell’altro/a. Nel momento in cui ci si mette a raccontare avanza l’umanità e la reale essenza delle situazioni, ci si pongono dei dubbi e ci si documenta.

Sono doppiamente contenta che il ciclo di incontri e il workshop sia organizzato a Lucha y Siesta, una casa delle donne autogestita che offre anche una parte abitativa all’interno del proprio spazio e che sono curiosa di conoscere, perché penso che l’autogestione sia alla base di qualsiasi processo creativo e politico onesto, pulito e che quello sia lo spazio migliore in cui cercare di rompere degli schemi.

Carola Susani

Prendere consapevolezza degli stereotipi ci serve a giocarci meglio e a non farsi giocare da loro. “Al di là degli stereotipi” può servire a questo. L’obiettivo secondo me non è regolamentare l’immaginario – cosa grazie al cielo impossibile – ma liberarlo. Poi, nel momento in cui ci mettiamo in ascolto di qualcun’ altro, essere consapevoli degli stereotipi che giocano in noi ci aiuta a tenere a bada i pregiudizi, a liberare l’ascolto e lo sguardo. Scegliere il fumetto poi mi sembra importante per la complessità dei piani che il fumetto chiama in causa rimanendo accessibile, per la sua pervasività. Mi sembra che il fumetto sia un linguaggio in gran movimento, con orizzonti aperti e terreno fertile.

Claudia “Nuke” Razzoli

Considero la violenza sulle donne un argomento tanto importante quanto complicato e delicato di cui parlare. Credo che se ne parli sempre troppo poco ma allo stesso tempo, spesso, non nel modo adeguato. Io per prima non l’ho mai affrontato direttamente, per paura di non farlo nel modo giusto, ma sapere che i miei pensieri a riguardo in qualche modo arrivano, attraverso quello che racconto, mi ha fatta sentire parte di una “cosa” di cui voglio assolutamente far parte. Avere questa occasione diretta la considero una cosa importante per me stessa, e spero che possa esserlo anche per altre persone.

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