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FocusInterviste"Il cartografo", la serie animata degli Uochi Toki

“Il cartografo”, la serie animata degli Uochi Toki [Intervista]

È in corso il crowdfunding del nuovo progetto della band musicale Uochi Toki, formata da Matteo “Napo” Palma e Riccardo “Rico” Gamondi, che per l’occasione hanno scelto di utilizzare il metodo “Prima o Mai” sviluppato da Ratigher, che qui ci raccontava come funziona. Il loro obbiettivo non è pubblicare un nuovo disco, bensì una serie animata intitolata Il Cartografo, realizzata con il collettivo Megabaita, di cui fanno parte, e Giovanni Succi, cantante del gruppo Bachi da Pietra, che è la voce del narratore.

Il Cartografo, verrà pubblicata in DVD e conterà 10 episodi animati in 3D, ognuno di durata variabile per un totale di 100 minuti. Il costo del DVD è di 30 euro, spese di spedizione incluse. Si potrà acquistare in prevendita dal 28 novembre 2016 al 5 febbraio 2017 sul sito primaomai.com. Verrano prodotte, e mai più ristampate, solo le copie vendute in questo lasso di tempo: o lo compri Prima, o non lo avrai Mai più.

Ne Il Cartografo viene raccontato che la Terra è diventata improvvisamente un immenso deserto e quasi tutti gli esseri umani sono migrati sulla vicina Marte per terraformarla. Tuttavia, qualcuno ha deciso di rimanere, oppure vi è stato costretto, facendo sì che una limitatissima porzione di umani abiti ancora sulla Terra. Fra questi un individuo conosciuto solo come “Il Cartografo” decide di ri-mappare il pianeta, descrivendo tutto ciò che è cambiato rispetto alla vecchia Terra e come gli abitanti siano in grado o meno di adattarsi a questi cambiamenti.

Abbiamo intervistato il cantante della band, Matteo “Napo” Palma, anche conosciuto come fumettista e illustratore con il nome d’arte Lapis Niger, per farci raccontare com’è nato il progetto.

Da dove nasce l’idea per Il Cartografo?

Parte da un ep Uochi Toki intitolato Distopi in cui io e Rico ci siamo cimentati per la prima volta, rispettivamente io scrivendo e lui suonando e sonorizzando, in un racconto distopico/fantascientifico. In Distopi si tratteggiava il mondo de Il Cartografo in maniera grossolana, in un testo della durata di circa sette minuti. Quindi dato che ci è sempre rimasto in testa cosa avrebbe potuto fare questo personaggio in un mondo ben sviluppato, durante una riunione con Megabaita abbiamo proposto di fare dei brevi episodi che approfondissero alcuni aspetti della Terra al tempo degli Urguth. Se la parola “riunione” risulta altisonante posso dire che quelle Megabaita sono basate su pizza da asporto rigorosamente napoletana e snack secchi pieni di sale che tutti, ad eccezione di Gèc, consumano con voracità.

Perché avete deciso di utilizzare il metodo Prima o mai?

Perché è forse l’unica idea che partendo dal D.I.Y. è riuscita a evolvere in qualcosa a sé stante. Nessun sensazionalismo, solo divertimento. Nessun editore di mezzo, solo persone che disegnano o scrivono. Ci si può concentrare direttamente sull’idea, si fa una scommessa e si vede cosa succede.

Per un’idea come quella di una serie di cartoni animati fatti artigianalmente è il massimo. Fare cartoni animati è molto molto più impegnativo che fare dischi e ci vuole un entusiasmo che varia tra il costante e il crescente, di conseguenza una situazione come quella del Primaomai in cui nessuno cerca di smontare la tua idea solo perché non ha idea di come venderla, permette di tenere il morale alto. La risposta del Primaomai, ovvero di Ratigher, è stata “Grandioso! Facciamolo!”. Ci servono pirati, non impiegati.

cartografo uochi toki primaomai ratigher

Con un metodo del genere, dove viene eliminata qualsiasi mediazione esterna fra chi crea e chi consuma, non si perde anche qualcosa in fase di sviluppo e controllo? Soprattutto per una cosa come una serie animata, che di solito è comunque un parto di molte teste, mentre voi siete solo in quattro.

Esatto. Noi vogliamo perdere di nostra iniziativa quel qualcosa in fase di sviluppo e di controllo. Non dico che la mediazione sia inutile, ma che, per quello che vogliamo fare noi adesso, è addirittura nociva ed avrebbe soffocato il progetto sul nascere solo perché l’editoria creativa che si inventa nuovi metodi per spingere l’inspingibile, attualmente, è rarissima. E nonostante io compri diversi fumetti e segua diversi cartoni che escono con il “metodo classico”, non riesco mai a fare a meno di chiedermi se i loro autori stiano riuscendo a mantenere vivo il loro entusiasmo malgrado le batoste che la mediazione con il mondo reale assesta periodicamente alle visoni pazze di chi vede il mondo immaginario.

Insomma, è importante che gli autori (o nel nostro caso i team) provino vari metodi di uscita per testare la pasta del loro immaginario. Quando in futuro riguarderemo questa serie troveremo la grezzità che molti autori trovano nelle loro prime opere, che altro non è se non un messaggio dall’autore passato all’autore presente con scritto “Ricordati qual’è il tuo nucleo”. Questo vale qualche ingenuità che comunque ci sarebbe a prescindere in un’opera prima.

Cosa ha influenzato l’atmosfera e l’estetica della serie?

Una lunga lista di videogiochi, ovvero il medium che unisce tutti i membri della Megabaita. Tra tutti e 4 leggiamo libri e fumetti e guardiamo cartoni animati in quantità diverse, ma i videogiochi sono il filo che ci unisce e quindi, per avere un riferimento comune che ci permettesse di sentirci egualmente dentro l’atmosfera estetica, abbiamo scelto la sfera videoludica. Addirittura stiamo usando un motore grafico da videogiochi per assemblare la serie, creare texture ed effetti.

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Come mai la scelta di produrla in hardcopy su DVD? Non era più semplice/conveniente uno streaming privato o la possibilità di scaricare?

Perché, almeno per la prima uscita di questo genere, volevamo che ci fosse un oggetto di riferimento a cui allegare un booklet delle immagini che possono finire in qualche spazio fisico. Perché volevamo invitare alla fruizione su uno schermo che non fosse necessariamente quello di un laptop. Perché la fruizione è troppo legata alla qualità degli hardware che una persona si compra, quindi si è facile e veloce quanto vuoi ma un lettore dvd puoi pagarlo anche 20 euro, mentre un computer lo hai pagato almeno 30 volte di più e noi stiamo in questo treno del progresso tecnologico solo se serve ad aumentare l’autonomia dei robot non la dipendenza degli umani. Perché se funziona il retrogaming non vedo perché non dovrebbe funzionare il retrocartooning.

Perché comunque sia diventerà digitale e uploadato su YouTube il giorno dopo in cui sarà uscito, e noi saremo contenti perché così avremo capra e cavolo ovvero un piccolo quantitativo di persone attente che non si sono semplicemente comprate un DVD ma che ci hanno di fatto prodotto la serie, e un grande quantitativo di persone che guarderanno la serie non per intero e in modo disattento ma spammeranno gli episodi in qualsiasi caso. Perché non è così facile gestire il fatto di far pagare ad una persona per un oggetto inesistente che perde tutto il suo valore nel momento stesso in cui viene comprato, e chi fa questo tipo di commercio deve essere molto preparato come ad esempio è Valve con Steam.

Perché finora noi abbiamo stampato dischi e fumetti e abbiamo un’idea di come proporre quelli più che altro. Per questo, nonostante l’attitudine piratesca decantata qualche riga più sopra, abbiamo una componente di quello che viene chiamato Tradizionalismo. D’altronde anche i pirati vanno sempre in giro vestiti con le tradizionali divise della marina militare inglese solo che sono rattoppati, rimodernati e ricuciti.

Leggi anche: La copertina del Dr. Pira per il nuovo disco degli Uochi Toki

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