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RecensioniNovità"American Monster": il Frankenstein noir di Brian Azzarello

“American Monster”: il Frankenstein noir di Brian Azzarello

Al centro di pagina 71 c’è un primo piano frontale del protagonista di American Monster – primo titolo Aftershock tradotto in Italia da saldaPress –, un uomo misterioso completamente ricoperto di cicatrici da ustioni piombato all’improvviso in una cittadina degradata della provincia americana.

american monster saldapress

È l’unico primo piano frontale con cui il disegnatore Juan Doe lo inquadrerà, un’unicità che si ritrova anche nell’illuminazione gotica che disegna le ombre sul suo viso. L’uomo si chiede: «Sono qui perché voglio sapere… perché esisto?» e subito la scrittura di Brian Azzarello ci riporta alla mente il mostro per eccellenza. Così come la creatura di Frankenstein, anche quest’uomo è alla ricerca delle persone che lo hanno reso un mostro, della vendetta e di una risposta ai perché della sua esistenza.

Al contrario del mostro di Shelley, però, quello di Azzarello non ci ispira alcuna pietà, nemmeno quando lo scrittore ci svela il suo passato e il suo ruolo di vittima. È una creatura di pura malvagità, senza un briciolo di pietà o compassione verso il genere umano, le cui caratteristiche morali ed emotive ha abbandonato nel momento in cui la sua trasformazione è avvenuta.

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Il disegnatore si impegna a descriverci la sua disperata e inquietante imponenza sui piccoli umani che abitano la cittadina. Lo fa sfruttando l’altezza del personaggio, la cui testa spaventosa svetta sempre su tutte le altre, ma anche scegliendo di inquadrarlo quasi sempre dal basso o dall’alto delle sue spalle, ponendolo quindi in ogni vignetta come colui che controlla la scena, una sorta di divinità del caos che nessuno può controllare.

Solo in un’occasione Juan Doe ci mostra di sfuggita un residuo di umanità del personaggio. È il momento più bello del fumetto, ma, tra omicidi e vendette, rischia forse di passare inosservato. Guardate la prima vignetta di pagina 72: pur se in una posizione di assoluto comando (lui è in piedi, Snow – la ragazza – è addirittura in ginocchio), per la prima volta l’imponenza del mostro diventa umana.

Il disegnatore pone i due personaggi sullo stesso livello del terreno, inquadrando a figura intera il mostro senza alcuna esagerazione prospettica, e questa volta il suo corpo pare sgonfiarsi: non ci pare solo ridimensionato, ma persino ridicolo.

american monster saldapress
È una visione fugace, e infatti già alla vignetta successiva tutto torna come primama è un momento così forte da tracciare un segno importante nell’economia del racconto, più di qualsiasi altro flashback o colpo di scena. Lo è anche perché il tutto avviene tra il mostro e la giovane Snow, colei che prossimamente potrebbe rivelarsi la vera protagonista di American Monster.

Per quanto Azzarello curi con precisione i personaggi adulti e le trame a essi collegate, le cose migliori del fumetto vengono infatti dal gruppo di adolescenti di cui Snow fa parte e che per ora si limita a guardare i grandi combinare casini e ammazzarsi tra loro.

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Lo sceneggiatore ci descrive un’adolescenza gloriosamente pigra e colma di nulla, con lunghe chiacchiere che non portano mai a niente e angoli di degrado che il gruppo di ragazzi sfrutta (facendo finta di non capire che spesso a essere sfruttati sono proprio loro). Snow è una bad girl triste e incazzata, un personaggio complesso che in questi primi numeri viene solamente tratteggiato ma che acquisisce pagina dopo pagina un ruolo di rilievo e una profondità inaspettata.

Forse sarà proprio grazie alla sua presenza che la serie troverà un’originalità che in questo primo volume sembra mancare. Certo, Azzarello non ha perso la mano nell’ordire trame noir e nemmeno nel raccontarci personaggi duri e spigolosi, ma di cose nuove per ora se ne sono viste ben poche.

Insomma, tutto funziona a dovere e l’apporto di Juan Doe è fondamentale per dare spessore al racconto. Manca però la scintilla, qualcosa che faccia scattare un reale interesse. È anche vero comunque che questo primo volume è poco più di un prologo e con tutta probabilità col prossimo ciclo di storie Azzarello mostrerà tutte le carte in gioco.

American Moster vol. 1 – Dolce casa
di Brian Azzarello e Juan Doe
traduzione di Stefano Formiconi
saldaPress, settembre 2017
120 pp. a colori
Edizione brossurata 14,90 €
Edizione cartonata 19,90 €

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