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«Cerco storie necessarie, non autori che vogliono pubblicare.» Ratigher racconta la sua Coconino

Dopo la nomina a Direttore editoriale di Francesco “Ratigher” D’Erminio, intorno al futuro di Coconino Press – marchio ormai storico, portabandiera dello sviluppo del graphic novel italiano – erano trascorsi diversi mesi segnati dal silenzio e dall’attesa. Il lavoro riorganizzativo, dietro le quinte, si era accompagnato alle aspettative intorno a quali sarebbero state le prime mosse del ‘rilancio’ e quali elementi avrebbero differenziato Coconino dalla versione diretta per oltre 15 anni da Igort.

La risposta è arrivata venerdì sera, durante la serata  intitolata “Fresca notte” a Roma, nella quale sono stati presentati fumetti, autori e divisioni, e il giorno seguente online, quando la casa editrice ha comunicato un vero e proprio “manifesto programmatico” firmato da Ratigher.

La discontinuità con il passato sarà evidente, sebbene non netta, a partire dallo spirito che animerà le formule editoriali: non più solo libri nel formato canonico degli ultimi anni, ma anche in altri, più grandi o più piccoli, senza dimenticare i webcomic da pubblicare sui propri social. Ma anche sulle personalità creative, e sul metodo di lavoro, sembra che l’impegno di Coconino vada nella direzione di innovare non poche cose. Un cambiamento che ruota insomma intorno a diversi aspetti che meritano di essere approfonditi. Con lo stesso neo-Direttore editoriale Ratigher, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

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Nel tuo Manifesto hai descritto Coconino Press come l’editore di fumetto che “ha fatto la rivoluzione”. Qual è stato il suo contributo, e come intendi sviluppare di questa eredità? Cosa intendi mantenere e cosa cambiare?

Coconino, dal 2000 in poi, a tappe velocissime, è riuscita a far introdurre definitivamente il fumetto nel novero delle arti rispettabili, non più il vezzo di qualche intellettuale non allineato. È riuscita a vendere in libreria di varia aprendo un mercato in cui tutti ora fanno i loro guadagni migliori. È riuscita a mettere al centro del panorama produttivo ed artistico gli autori, contribuendo a far sbocciare i più grandi talenti della nostra epoca e riservandogli i giusti onori.

Non voglio arretrare di un passo in nessuna di queste conquiste, non voglio inseguire il mercato ma, esattamente come fece la Coconino degli esordi, delineare quello di domani. Per fare questo mi servirò di grandi libri, spiegando i motivi della loro eccellenza. Questo è per me il vero valore aggiunto della Coconino: dava gli strumenti per comprendere l’importanza dei suoi libri, la poetica dei suoi autori, sapeva che era necessario spiegarsi all’esterno.

I tempi sono ora maturi per ampliare lo spettro dei generi e degli stili. E questa sarà forse la maggior differenza con l’impronta di Igort. La Coconino diretta da me non catalizzerà voci e segni riconducibili ad una matrice comune. Cercherò storie che siano raccontabili solo a fumetti, o che con questo codice esprimano il massimo potenziale, questo sarà il nuovo marchio di fabbrica.

Cosa comporta comporre un nuovo catalogo di autori e fare scouting in un momento di crescente concorrenza come questo?

Da autore ho sempre voluto una casa editrice che fosse al mio servizio e che mi raccontasse la verità. Questa è la mia ricetta per attrarre gli artisti che mi interessano. Quello che vado cercando sono narrazioni libere e necessarie, autori che abbiano il bisogno di far fumetti.

Viceversa, quello da cui mi tengo lontano sono autori che l’unica cosa che vogliono raccontare è di aver pubblicato. In questa direzione vanno le prime tre scelte che ho fatto sugli esordienti: Vittoria Moretta, Zuzu e Miguel Angel Valdivia sono diversissimi tra loro ma decisamente poco accomodanti, estremamente severi con loro stessi e le loro storie sanguinano. Nel nostro catalogo non ci saranno giochetti, al massimo serissimi scherzi.

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La nuova redazione Coconino al lavoro.

Sempre più autori, oggi, pubblicano per editori diversi. In cosa intendete differenziare la proposta Coconino?

Per prima cosa vogliamo lavorare in maniera diversa sui libri, con grande anticipo e la massima apertura agli sviluppi più insoliti. La lavorazione dei libri italiani inizierà con una riunione molto precedente alla pubblicazione, una riunione con tutta la redazione presente, che tocchi tutti gli aspetti del libro e li pianifichi da subito. L’idea è quella di abbracciare i nostri autori, di coprire i loro libri d’attenzioni, di divertirci con loro. Questo lavoro a monte e il coinvolgimento di professionisti esterni (i Maghi) ci permetterà di vagliare anche le ipotesi più eccentriche. Auspichiamo che ogni libro di nostra produzione abbia una diversa vita produttiva, ogni volta una nuova avventura.

Uno dei punti su cui insisti è la “attenzione” o il “rispetto” per gli autori. In questo c’è anche la dimensione economica del rapporto di lavoro, spesso dibattuta in Francia ma poco in Italia. Su cosa ritieni di poter lavorare, da questo punto di vista, rispetto a temi come contratti, anticipi o servizi offerti ai creatori?

Il nostro mercato è in espansione ma non abbastanza da poter assicurare anticipi agli autori che possano ripagare il tempo impegnato alla realizzazione dei libri. Questa è la realtà, e rimarrà tale per ancora tanto tempo. Assodarlo non vuol dire però accettarlo. La soluzione che propongo, e che cerco di applicare in Coconino, è quella di offrire agli autori un pacchetto che oltre all’anticipo per l’opera principale contenga offerte per progetti più snelli e semplici da realizzare, così da poter triplicare la proposta economica con un piccolo sforzo in più dell’autore rispetto alla realizzazione del solo libro.

Al maggior guadagno dell’autore si affianca anche quello della casa editrice, che si ritrova più prodotti da vendere e la possibilità di poter ampliare la superficie delle storie, esplorando nuovi supporti adatti al fumetto. Per essere più chiaro, parlo dei poster/fumetto della Divisione Flag o dei progetti on line e i loro conseguenti sviluppi cartacei. Mi riferisco anche all’impegno della casa editrice nel cercare da subito possibilità di adattamenti in altri media, come il cinema o i videogame. Quali di queste soluzioni possa effettivamente funzionare lo scopriremo nei prossimi anni. Per me è fondamentale che almeno il problema si ponga, non esistono risposte se non ci sono domande.

Con quale logica saranno organizzate le diverse collane, o divisioni, che avete annunciato?

Le divisoni saranno tre: Coconino Cult, Coconino Warp e Coconino Flag. Si distingueranno solo per i formati di stampa. La Divisione Cult sarà la custode dell’ortodossia Coconino, pubblicheremo nelle più fortunate forme libro, i marchi di fabbrica della casa editrice, il 17×24 e il 21,5×29. La Divisione Warp sarà invece il luogo della sperimentazione, permettendo a libri fuori formato di trovare la loro collocazione ideale anche nel nostro catalogo. La Divisione Flag proporrà invece l’inedito formato poster, fumetti in formato 70×100.

Non ci saranno distinzioni legate al tipo di storie o stili adottati. Ricorreremo di nuovo alle collane solo per operazioni molto circostanziate, a progetto, come nel caso della collana Gekiga.

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Un disegno di Zuzu, una delle nuove proposte della nuova Coconino.

Il tuo progetto Flag Press sembra quindi avere trovato in casa Coconino Press una nuova sede. Quali sono le potenzialità di questo formato ‘poster’, decisamente insolito? Pensi possa trovare una sua nicchia o sarà sinergico a progetti editoriali più ampi?

Flag Press entrerà dentro Coconino, diventandone la Divisione Flag. Le missioni del marchio non cambieranno: permettere agli autori di lavorare sul formato più grande possibile, e ai lettori di arredare la propria casa con quadri da leggere. Non credo che le uscite Coconino Flag possano essere collezionate, a meno di non avere una casa davvero enorme. Penso che ogni uscita avrà vita a sé e sarà acquistata occasionalmente dagli appassionati degli autori coinvolti.

L’idea del fumetto-poster nasce dalla necessità di aumentare le possibilità di racconto e aggiungere una fonte di guadagno per l’autore e la casa editrice. Diverse saranno le pratiche di utilizzo di questa Divisione, a volte pubblicheremo storie strettamente collegate ai libri in quel momento in libreria, a volte le utilizzeremo per coinvolgere fumettisti fino ad oggi lontani da Coconino, a volte ancora ospiteremo inediti di grandi autori che non pubblicavano da tempo.

Scopo della Divisione è anche quello di avere prodotti immediatamente vendibili anche all’estero, grazie alla traduzione in inglese che sarà sempre presente sul retro del poster.

Una delle difficoltà per così dire ‘storiche’ del graphic novel italiano è proprio la sua diffusione all’estero. Da questo punto di vista, con le recenti traduzioni di Pazienza, Gipi, Bacilieri, Ferraris e Reviati fra Stati Uniti, Francia e altri paesi, sembra che Coconino abbia avviato una fase di più intensa vendita dei diritti. Cosa rende ‘difficile’ vendere autori italiani all’estero e, viceversa, cosa sembrano apprezzare di più gli editori stranieri con cui lavorate?

Per vendere i libri all’estero bisogna fare fatica, essere affidabili e avere la capacità di cogliere e raccontare il cuore delle storie. É un lavoro molto difficile, e i professionisti italiani che se ne occupano sono pochissimi. Per noi la svolta è stata affidarsi alla migliore responsabile di diritti che abbia mai conosciuto, Alessandra Sternfeld. Molti sono i successi che potrei elencare, ma mi piace ricordare che si deve ad Alessandra la recente pubblicazione di Andrea Pazienza in America (anche in Spagna e Brasile) dopo che mille volte ci era stato raccontato fosse un autore “intraducibile”…

Anche per questo fatico a fare un identikit con le caratteristiche dei volumi più esportabili: è certo che le biografie di personaggi famosi o gli adattamenti di romanzi ed opere già conosciute abbiano più chance, ma è davvero fondamentale la professionalità e la passione coinvolgente di chi i libri li vende. La riunione di inizio lavori che ho precedentemente descritto servirà tantissimo anche per rendere sempre più efficiente la vendita dei diritti, è vero infatti che i libri si trattino più facilmente ancora prima di essere pubblicati.

Attribuendo un peso particolare a tre autori (LRNZ, Paper Resistance, Gipi) hai parlato di “Maghi”. Quale sarà il loro ruolo operativo?

Il lavoro editoriale è un lavoro di squadra, perché quindi non allargare la rosa con autentici campioni? I Maghi saranno chiamati a giocare, ascolteranno l’autore descrivere il proprio libro e potranno dispensare consigli su ogni aspetto dell’opera. Ai Maghi sarà chiesto di esagerare, e in base alla grande esperienza maturata, rivelare il pieno potenziale dell’opera.

Ogni Mago ha caratteristiche peculiari di cui terremo conto nel momento dell’assegnazione ad un libro. Ogni libro avrà infatti un solo Mago a disposizione. Non si occuperanno di editing, che rimarrà nelle mani mie, di Giovanni Ferrara (senior editor) e di Oscar Glioti (caporedattore). A parte Gipi, bandiera della nostra casa editrice, abbiamo puntato su figure non legate a Coconino perché lo spirito che anima questa nuova pratica nasce dal riconoscimento dei meriti altrui, dalla curiosità e dalla voglia di crescere guardando e chiedendo ai migliori.

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I tre “Maghi”. Da sinistra: Paper Resistance, Gipi e LRNZ.

Sul piano dei formati editoriali, accanto ai graphic novel hai scelto di destinare più attenzione alle forme brevi e a pubblicazioni più “leggere”. La forma libro tradizionale mostra forse segni di stanchezza, dopo 20 anni di ‘rivoluzione’ libraria?

La forma libro non è stanca, anzi, credo non sia ancora arrivata al suo vero momento di splendore. Non si arresta l’incremento di lettori che si avvicinano per la prima volta al fumetto grazie alle graphic novel, il processo è ancora in fase ascendente.

I formati medi su cui inizieremo a lavorare saranno operazioni d’avanguardia e una necessità per molti fumettisti. Sempre più autori si trovano a loro agio con forme più asciutte e compresse e dimostrano che non serve per forza avere la dimensione di un romanzo per custodire ambizioni e potenziale simili. Cercheremo e pubblicheremo opere sotto il centinaio di tavole, libri che non impegnino l’autore per anni e che possano essere venduti a prezzi più bassi.

Fino ad oggi era difficile chiedere di pubblicare libri sotto le 120 pagine. Da noi non sarà più così, accoglieremo e incoraggeremo gli autori che sentono di potersi esprimere al meglio con foliazioni più contenute. Continuando nel gioco di paragonare fumetto e letteratura, penso ai capolavori di Italo Calvino, “libricini” per le dimensioni, narrazioni immortali per i contenuti. Diciamo che se incontreremo un Calvino dei fumetti non lo obbligheremo a scrivere Infinite Jest.

La produzione di fumetti online come sarà articolata? Diventerà un appuntamento regolare o sarà legata a momenti specifici (prepubblicazioni, ricorrenze, promozioni…)?

Non avendo costi di pubblicazione, le periodicità e le caratteristiche della produzione online potranno variare in base al tipo di progetto a cui decideremo di dedicarci. Il nostro impegno sarà continuo, regolare da questo punto di vista, ma stiamo pianificando operazioni molto diverse tra di loro.

Iniziamo ad ottobre con tre fumetti a pubblicazione mensile, la mia serie Intanto Altrove, una serie inedita di Vittoria Moretta, e l’interpretazione del mese di Manuele Fior. Tutti e tre i progetti avranno una versione cartacea a conclusione della pubblicazione elettronica, ma molto diversi tra di loro (un libro di 300 pagine, un albetto spillato, un calendario).

Più avanti lavoreremo anche su ricorrenze e operazioni istant. Tanto altro, che ancora non sappiamo, accadrà; da quando ho parlato con gli autori di questa nuova possibilità ho ricevuto proposte davvero bizzarre che ho tutta l’intenzione di sostenere.

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Il fumetto a forma di bandiera di Manuele Fior.

Cosa accadrà al tuo progetto di crowdpublishing “Prima o Mai”?

Intanto dico quello che sta accadendo: Il Cartografo, quarto progetto venduto sula piattaforma primaomai, è finalmente pronto. La serie animata ideata e realizzata dagli Uochi Toki verrà presentata all’imminente TCBF, e la proiezione dell’intera serie aprirà ad ottobre il TOHorror Film Fest. Sono tanto curioso di vedere che accoglienza avrà un progetto simile.

Su primaomai.com sarà invece presentata a breve una nuova campagna meno impegnativa ma molto divertente. Il mio lavoro in Coconino mi lascia poco tempo per altro, ma continuare a far crescere Prima o Mai è un obbligo e un piacere per me e servirà anche per continuare ad iniettare in un editore “canonico” nuove idee.

Editori da edicola che entrano in libreria, e viceversa; marchi letterari o di varia ‘storici’ che sbarcano nel fumetto; piattaforme di pre-pubblicazione web che a volte scavalcano gli editori e altre ci collaborano… Quale evoluzione immagini per l’editoria di fumetto, nei prossimi anni?

So la direzione che voglio contribuire a dargli: forte identità artistica di ogni marchio, approccio multipiattaforma per le vendite, rispetto e cultura del lavoro degli autori e delle redazioni. Come dicevo, credo che non sia ancora arrivata l’epoca d’oro, i nuovi lettori da coinvolgere sono ancora tanti e le fantastiche storie che attendono di essere realizzate brulicano letteralmente nelle camere e negli studi delle nuove leve. Che, sono convinto, realizzeranno i più bei fumetti di sempre.

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