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RecensioniNovitàLa scoperta del sesso: "Una sorella" di Bastien Vivès

La scoperta del sesso: “Una sorella” di Bastien Vivès

Il viso falsamente infantile di Bastien Vivès è un inganno. Ormai, l’ex-enfant prodige del fumetto franco-belga ha abbondantemente superato i 30 anni e dalle prime prove autoriali sono passati due lustri. Malleabile e pur riconoscibile come pochi, grazie alla velocità di un segno che sa dare (e darsi) significato senza uso alcuno di orpelli e sovrastrutture, Vivès, senza alcun uso di belletto, è tra i più affermati autori d’Oltralpe, anche grazie all’inaspettato successo di Last Man (con Balak e Michaël Sanlaville) e al pregevole La grande odalisca insieme a Ruppert e Mullot. Soprattutto la prima rappresenta, per chi scrive, una delle migliori prove dell’autore francese, insieme a Il gusto del cloro.

Ma, Bastien, purtroppo, è famoso anche come autore di commedie romantiche, dai toni smaccatamente adolescenziali. Una sorella, l’ultima fatica edita da Bao Publishing, non si smarca da questa tendenza: ci troviamo, infatti, dinanzi all’ennesima storia di formazione di un adolescente, che nell’arco di una proverbiale estate conosce i turbamenti dell’amore.

una sorella bastien vives bao fumetto graphic novel

Antoine è un tredicenne come tanti, timido e chiuso nel suo mondo, più bambino che adolescente, ancora preso dai giochi infantili e dalle complesse tassonomie della sua collezione di Pokémon, che disegna senza sosta insieme al fratellino più piccolo, Titi. Ogni estate, la famiglia di Antoine trascorre le vacanze estive sull’isola di Moines in Bretagna. Sono giornate monotone, che passano indolenti e in cui la noia è sempre dietro l’angolo. Sono vacanze rassicuranti, e rassicurano anche gli oriundi che attendono con impazienza l’arrivo dei parigini come si attendono le rondini a primavera. Ma questo dolce influire in attesa dell’inizio della scuola viene scosso dall’arrivo di Hélène, una procace e disinibita sedicenne, giunta in compagnia di sua madre. L’atteggiamento distaccato e insufficiente con cui la ragazza tratta Antoine muta di giorno in giorno, trasformando quello che sembra un rapporto amicale e protettivo in qualcosa di più.

Una sorella illustra in maniera metodica l’iniziazione sessuale del tredicenne. Vivès non si limita a far intuire quello che succede tra i due, ma lo mostra senza problemi e con una piacevole crudezza. È forse l’unica concessione a una storia fatta di cliché e di colpi di scena abusati e accomodanti. A partire dal contesto, quello di una borghesia cittadina che trova appagamento nel placido rituale estivo della vacanza al mare, fino all’ossessione voyeuristica del sesso, Vivés conferma tutti i difetti di cui soffre la sua scrittura.

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L’autore trattiene il lettore in un zona di conforto in cui l’intrattenimento è fine a se stesso, nonostante la volontà di affrontare temi importanti, ma che si sgonfiano in una bolla di sapone, in un già detto che puzza di déjà vu. I riferimenti a pellicole come La Baule-les-Pins Diabolo Menthe di Diane Kurys o a Lost in Traslation di Sofia Coppola non sono che spunti o semplici suggestioni. Vivès racconta una storia che tutti abbiamo già ascoltato o vissuto e lo fa in un maniera tale da rendere il lettore totalmente empatico.

In questo si rivela maestro, così come nella gestione di un regia più che sapiente, a cui basta un segno, un gesto o un volto abbozzato per restituire un’intera tonalità emotiva. Ogni vignetta ha un peso incredibile, una necessità e un’eleganza a cui non si può muovere alcuna critica. Così come la capacità di rendere le scene di sesso, per quanto immature e prive di sensualità conturbanti, come se ci trovassimo dinanzi a qualcosa di proibito, richiamando il nostro pudore dinanzi a corpi nudi e verginei. In questo, l’autore francese sembra aver superato l’impasse da nerd del porno di un’opera come Les Melones de la colère, totalmente inedita in Italia e di cui ho già parlato in altre sedi.

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Nonostante gli evidenti limiti, nonostante la caparbietà a intrattenersi in luoghi narrativi privi di rischi, quasi a voler esorcizzare il mondo adulto (si noti che gli adulti in quest’opera non hanno volto, sono presenza che si muove sullo sfondo di un dramma tutto adolescenziale), nonostante la sua indolente ruffianeria, Vivès si conferma come un autore fondamentale e che continua nella sua caparbia immobilità a mostrare una qualità generale invidiabile e che in Italia tra i suoi coetanei forse non ha paragoni.

Una sorella
di Bastien Vivès

Traduzione di Michele Foschini
Bao Publishing, febbraio 2018
Cartonato, 212 pp in scale di grigio
€ 19,00

Leggi anche: Il nuovo fumetto di Bastien Vivès accusato di pedopornografia

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