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NewsJeff Lemire e Bill Sienkiewicz contro il ComicsGate

Jeff Lemire e Bill Sienkiewicz contro il ComicsGate

comicsgate Darwyn Cooke New Frontier

Il ComicsGate, nome dato a un movimento di matrice alt-right che ha portato a una serie di episodi di molestie riguardanti l’industria del fumetto statunitense (qui tutta la storia), è tornato a far parlare di sé coinvolgendo Darwyn Cooke, fumettista canadese autore di The New Fronteer, The Spirit e Parker scomparso nel 2016.

Come riporta Comic Book Resources, un fan di nome GrotComix ha postato una vecchia intervista a Cooke, risalente al 2010, asserendo che l’autore avrebbe supportato le richieste sottese al ComicsGate (meno diversificazione di personaggi e creativi, ritorno ai fumetti “di una volta”).

Nel video, Cooke è critico verso lo stile adulto e maturo dei supereroi Marvel e DC Comics e dichiara di non tollerare nuove versioni di vecchi personaggi, preferendo le creazioni ex-novo. Si scaglia inoltre contro «quei personaggi che sono eterosessuali da sessant’anni e si scoprono lesbiche solo perché qualche scrittore è troppo stupido o poco creativo per trovare idee migliori».

Questo ha costretto la vedova di Cooke, Marsha Cooke, a riattivare il suo account Twitter (silente dal 2016) per rispondere: «Ciao ragazzi, sono la moglie di Darwyn e vi posso garantire che considerava voi idioti del ComicsGate un mucchio di frignoni perdenti che rovinano i fumetti. Perché lo siete».

Marsha Cooke ha specificato che il marito aveva in seguito corretto pubblicamente le proprie affermazioni: «Darwyn ha parlato con la stampa in seguito a questa intervista-imboscata dicendo che aveva un problema con queste scelte, come il cambio di sessualità, perché erano di natura pubblicitaria. Il suo punto era: create nuovi personaggi, inclusi personaggi gay. Si era pentito di aver inserito i personaggi omosessuali in questa generalizzazione».

Il tweet ha generato una valanga di commenti negativi da parte dei supporter del ComicsGate (che hanno coinvolto anche il fumettista Ethan Van Sciver, uno degli ambasciatori del movimento). GrotComix ha cancellato il proprio account e diversi autori si sono espressi a favore della vedova Cooke e contro il movimento.

Jeff Lemire è intervenuto sulla vicenda twittando: «Il ComicsGate si basa sulla paura, sull’intolleranza, sul bigottismo e sulla rabbia. I giovani fumettisti di oggi sono troppo talentuosi, intelligenti e rumorosi per essere battuti da questi deboli individui. Dobbiamo iniziare a difenderci a vicenda».

Lemire ha poi sviscerato il proprio pensiero in un post sul suo blog, ribadendo la necessità di fare fronte comune contro questi attacchi. «Se non vi piacciono le storie che queste persone realizzano, non compratele. È un vostro diritto. Ma attaccarli o tentare di zittirli non è un vostro diritto. […] Mettere un cuore a un tweet non basta, dite qualcosa. Fate sapere a questi fumettisti marginalizzati che siete con loro. I fumetti sono per tutti, facciamo in modo che il mondo lo sappia».

Bill Sienkiewicz ha fatto lo stesso utilizzando Facebook e scrivendo un post in cui condanna qualsiasi forma di intolleranza: «I fumetti non sono un club per soli uomini. I fumetti non sono un club con scritto “vietato entrare ai (inserite qualsiasi gruppo etnico, religioso, preferenza sessuale, gender)”».

Tanti altri fumettisti si sono aggregati alla spicciolata. Tom Taylor (Wolverine, Star Wars, X-Men: Red, Injustice) ha twittato: «Credo che i fumetti siano per tutti. Non ci sono scuse per le molestie. Non c’è spazio per l’omofobia, la transfobia, il razzismo o la misoginia».

Taylor ha invitato tutti a condividere il messaggio, ricevendo l’appoggio di tantissimi fan e colleghi, tra cui Gerry Duggan, Jason Latour, Christian Ward, Gail Simone, Jordan D. White, Aaron Kuder, Cullen Bunn, Judd Winick, Kelly Thompson, Jamal Igle, Michael Lark, Rob Williams, Sina Grace, Jackson Lanzig e Heather Antos.

Secondo CBR, il commento più incisivo è stato quello di Phil Hester, che su Twitter ha scritto: «Non posso credere che qualunque appassionato dell’universo Marvel – pieno di eroi che sono in un modo o nell’altro degli emarginati che scelgono comunque di lottare per il mondo che li rifiuta – sia in grado di avere anche solo una goccia di intolleranza nel proprio animo».

Leggi anche: “I film non stanno salvando i fumetti, li stanno rimpiazzando”

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