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RecensioniClassicQuando Steve Ditko faceva paura

Quando Steve Ditko faceva paura

Il percorso di Steve Ditko – noto soprattutto come creatore grafico di Spider-Man – è anche la storia di una delle giravolte del destino più note, tra i grandi autori del fumetto di supereroi. Sul finire del 1965, dopo la rottura con Stan Lee – per ragioni rimaste in gran parte ignote (libertà creativa? compensi?), ma relative al suo ruolo in The Amazing Spider-Man – e il conseguente abbandono della Marvel Comics, Ditko continuò la sua carriera nell’industria del fumetto tornando a lavorare per case editrici minori. Per esempio la Charlton, che gli offrì ampia libertà e la possibilità di riprendere personaggi che aveva contribuito a creare in passato, come Captain Atom.

creepy presents steve ditko

In quegli anni Archie Goodwin subentrava a Russ Jones come editor delle testate Warren. Goodwin all’epoca era uno dei professionisti più stimati del settore, nonché uno degli scrittori più influenti, grazie al suo lavoro per la Harvey Comics e “Vampirella”. Durante la sua permanenza alla Warren, rese i magazine “Creepy” e “Eerie” due delle fucine creative più interessanti del momento. Grazie a lui le riviste passarono da quadrimestrali a bimestrali, e diversi autori affermati (Neal Adams, Reed Crandall, Johnny Craig, Frank Frazetta, Gray Morrow, John Severin, Angelo Torres, Alex Toth, Al Williamson, Wally Wood) cominciarono a lavorare per l’etichetta di Jim Warren. Ditko entrò a far parte della scuderia firmando fra il 1966 e il 1967 sedici storie per “Creepy” e “Eerie” (quindici delle quali sceneggiate da Goodwin) oggi raccolte, per la prima volta insieme, nel volume Creepy Presents Steve Ditko.

Caratterizzate da trame horror e fantasy, “Creepy” ed “Eerie” diedero a Ditko soprattutto una grande opportunità: continuare a esplorare i sentieri che aveva lasciato in sospeso sulle pagine di un’altra serie Marvel come Doctor Strange. Inoltre, il dover lavorare a pubblicazioni in bianco e nero mise l’autore di fronte a nuove prospettive nell’uso del disegno, ben diverse da quanto aveva potuto praticare lavorando a tavole destinate alla colorazione.

In Room With A View (“Eerie” #3, 1966), la prima sua storia Warren, in cui un viaggiatore insiste per avere una camera di albergo che si rivelerà contenere uno specchio maledetto capace di suscitare visioni terrificanti, Ditko non si distacca molto dal suo stile classico, ma usa un segno molto più dettagliato per rendere le atmosfere cupe e la tensione nei volti dei personaggi.

In The Isle of the Beast (“Eerie” #9, 1967), ambientata nella giungla e in cui un uomo tenta di scappare da una bestia dalle sembianze umane, Ditko usa invece la tecnica della mezzatinta, costruendo uno scenario dal gusto espressionista. In The Sands That Change (“Creepy #16, 1967), Ditko passa invece al carboncino per dare alle disavventure del fumettista Tom Newman, che si svolgono nel deserto del Mojave, un tono cupo e profondo.

Ancora, in Collector’s Edition (“Creepy” #10, 1966), il cui il protagonista Colin Danforth, collezionista di libri occulti, è alla ricerca di un artefatto particolarmente raro, Ditko ricorre al linguaggio dei retini tipografici. Nell’arco di poche e brevi storie, insomma, vediamo dispiegarsi tutta l’abilità tecnica del disegnatore che, da fumettista di talento qual era, trova la soluzione migliore per ciascun ambiente. In stile Ditko: enfatico e affilato, crudo e netto come le luci (e ombre) che scompongono le pagine.

Creepy Presents Steve Ditko, allora, ci pare un libro necessario. Nonostante presenti una copertina di dubbio gusto grafico, e nonostante sia lavorato con pagine scansionate direttamente dalle pubblicazioni e non dagli originali. Ma la qualità di stampa è buona, e la selezione azzeccata. Un volume che mancava, insomma, di grande aiuto per riscoprire una parte del lavoro ditkiano meno nota e ricordata.

Impreziosita da un’interessante e precisa introduzione dello storico del fumetto Mark Evanier, l’antologia è peraltro una degna alternativa ai costosi Archives di “Creepy” e “Eerie” che Dark Horse sta proponendo da qualche anno (40$ l’uno), nei quali queste storie sono sparpagliate fra i vari volumi. Lo spaventoso (talento di) Steve Ditko meritava di essere affrontato così: senza girarci troppo intorno.

Creepy Presents Steve Ditko
di Archie Goodwin e Steve Ditko
Dark Horse, 2013
128 pagine, $19.99

Leggi anche:
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