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Rubriche#tavolidadisegnoNello studio di Nicola Mari

Nello studio di Nicola Mari

Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Nicola Mari. Al solito, abbiamo fatto cinque domande e scattato parecchie foto.

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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Sto lavorando ad una storia di Dylan Dog scritta da Roberto Recchioni che inaugurerà la seconda fase del nuovo corso della testata. L’evento sarà impreziosito dai colori di Lorenzo De Felici.

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Quali sono gli strumenti che usi per disegnare? Puoi illustrarci le tue tecniche?

Matite B su cartoncino bristol Favini o Fabriano 6. Per il ripasso, pennarelli graduati Pigma e Tombo. Per i ritocchi finali, pennini Brouse 511. Questi sono gli strumenti base, ma spesso entrano in gioco anche biro e pennelli.

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C’è qualche forma di abitudine che ami predisporre prima di metterti a disegnare? Hai degli orari particolari in cui ti metti al lavoro?

Innanzitutto la prima colazione a base di cappuccino e dolce, senza i quali mi sarebbe impossibile iniziare il lavoro. Naturalmente si tratta di un apporto psicologico, rituale, non certamente calorico-alimentare se si considerano gli effetti sull’ organismo di latte, farine e zuccheri raffinati…Nelle ore di lavoro tengo alcuni film in sordina; mi aiutano a non entrare in quel particolare livello di iper-concentrazione che mi deconcentrerebbe. Gli orari sono variabili e dipendono dalle stagioni. In estate inizio presto la mattina, mentre in inverno inizio un poco più tardi. Un tempo lavoravo per lo più la notte poi, intorno ai quarant’anni, sono passato a orari più convenzionali.

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Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Gli autori di riferimento sono innumerevoli, Moebius, Mike Mignola, Joe Kubert, John Buscema, Alex Toth, impossibile nominarli tutti. Modelli da cui ho imparato innanzitutto cosa significhi ereditare. L’eredità è un tratto essenziale, strutturale, nel processo creativo dato che nulla nasce dal nulla. Saper ereditare, a mio avviso, significa assumere ciò che ci ha preceduto non attraverso un movimento passivo di riproduzione o di clonazione, fino alla possibilità di un’ipotesi della cancellazione del presente (che in altri ambiti ha creato inquietanti mitologie), ma grazie a una dialettica vivace e trasversale in grado di mettere in relazione – in una dinamica reversibile- il passato con il presente, creando le possibilità di una geografia futura. Ciò spiega anche perché i miei modelli di riferimento sono essenzialmente i classici, nel senso di ciò che è inesauribile. Ad esempio, per stare ai fumetti, ritengo che Winsor McCay ci sia contemporaneo poiché la sua opera contiene e mantiene gli “a priori” del fumetto, e non solo. I testi che vedi alle mie spalle sono i libri in fase di lettura, mentre gli altri volumi non a fumetti stanno nella stanza attigua. Riesco a leggere solo nello studiolo, forse perché la lettura è un po’ il mio secondo lavoro.

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Nello studio hai una chitarra e un basso, suoni abitualmente? E più in generale, che ruolo ha la musica nella tua ispirazione?

Quando ero ragazzo, nei terribili anni ottanta, ho suonato in una band che mi dicevano essere di orientamento wave, mentre io pensavo di “suonare” qualcosa che stava tra il jazz e il noise… Suonavo talmente male da potermi permettere di mettere le mani su più strumenti, per lo più batteria e chitarra. Negli anni sono molto migliorato nello suonare male, al punto che ora – e da molto tempo ormai – strimpello da solo, nella totale e desolante indifferenza delle pareti del mio studiolo. L’amore che nutro per la musica è tale che arrivo ad amarne anche i generi. Dico ciò perché la parola “genere” mi piace poco in quanto de-limita più che de-scrivere, e la musica è innanzitutto scrittura, così come la poesia, la pittura e il fumetto. Tutti linguaggi in grado di trasmettere suggestioni che modificano lo sguardo e la percezione, arricchendoci e, non di rado, ci ispirano. Del resto il termine musica, “musike”, nasce nel VI secolo a.C. in ambito pitagorico per indicare non solo la musica come oggi la intendiamo, ma tutto ciò che è ritmo, accordo, temperanza, armonia e composizione; tutte categorie che il fumetto da sempre esalta.

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