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Il nuovo film tratto da Dylan Dog? Un fan movie italiano. Intervista a Luca Vecchi

Quando Tiziano Sclavi creò Dylan Dog, probabilmente aveva in mente qualcosa di diverso rispetto a Dead of Night (2010), la trasposizione cinematografica della Universal. Qualcosa di diverso – e sicuramente di migliore, aggiungiamo noi. Il problema è che la major hollywoodiana, quando produsse la sua pellicola, si trovava in una situazione un po’ – si fa per dire – particolare: i diritti acquistati da Sergio Bonelli Editore stavano per scadere.

Diventò quindi urgente sfruttarli. Con “qualunque cosa”, avrà forse pensato qualcuno alla Universal, purché una spesa costata diversi zeri non andasse in fumo. Il risultato finale fu Dead of Night: un flop. Che non convinse né il pubblico, né gli investitori che, infatti, da allora hanno abbandonato il progetto di sfruttare sistematicamente la (potenziale) franchise bonelliana.

Per fortuna c’è chi, armato di pazienza e forza di volontà, ha deciso di riprovarci. Stavolta lontano da Hollywood e tutto (più o meno) fai-da-te. Luca Vecchi (The Pills) e Claudio Di Biagio (Freaks! e noto youtuber come Nonapritequestotubo) , due enfant prodige del web, hanno dato vita a Dylan Dog – Vittima degli Eventi. Ovvero, un progetto finanziato dal basso: un mediometraggio della durata di circa 50 minuti, portato avanti con la partecipazione attiva dei fans. E le aspettative, anche in questo caso, sono alte. Basta vedere qual è stata la risposta al crowdfunding che in pochissimo tempo ha raggiunto – e superato – quota 25 mila euro. La partecipazione di alcuni grandi attori al progetto è solo la ciliegina sulla torta. Ma procediamo con calma e partiamo dall’inizio.

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Dylan Dog – Vittima degli Eventi è, come dicevamo, un progetto di ‘fanfiction’ di Luca Vecchi e Claudio Di Biagio. Insieme hanno raccolto risorse ed idee e sono riusciti a costruire il loro film: un piccolo prodigio di tecnica e di passione. Luca Vecchi ci ha raccontato alcuni dettagli, alcuni dei quali ancora inediti, sul più atteso “Bonelli-movie” degli ultimi anni. A cominciare, naturalmente, da com’è nato.

«Mi è sempre interessato il cinefumetto come genere. Claudio, invece, è proprio un appassionato di Dylan Dog. Un fumetto che, secondo noi, non ha mai espresso tutte le sue potenzialità. Perché non è mai stato tramutato in un serial tv? Qualcosa come Buffy o Hercules, per esempio. Il problema è che forse noi – inteso come italiani – non abbiamo proprio la cultura del serial. Negli anni ’90 ci abbiamo provato con Kiss Me Licia… e li abbiamo visti i risultati, no?»

Quindi, più che un film, la vostra idea sarebbe di farne una serie?

«Sì, l’ambizione più grande sarebbe realizzare una serie televisiva. Più difficile di un film, ma sicuramente più appagante. Dylan e Groucho si adattano perfettamente a questo genere. La stessa cosa si sarebbe potuta fare – un altro esempio – con Scott Pilgrim. E poi, capiremmo finalmente che cosa vuol dire produrre un lavoro del genere…»

Alla base di tutto c’è il crowdfunding, il contributo online dei fans vostri e di Dylan Dog affinché questo progetto vedesse finalmente la luce.

«Il crowdfunding è andato benissimo: su 30.000 euro di goal finale, siamo arrivati a 26/27 mila euro. Per questo Claudio ha deciso di realizzare un’altra scena iniziale per presentare Dylan al pubblico. Ci siamo tenuti molto sul dialogo, il giallo psicologico: non c’è molta azione, tranne qualche sporadico sprazzo qua e là. E solo quando ha visto che potevamo spingere un po’ di più in questo senso, Claudio ha scritto questa scena: Dylan che corre dietro i mostri e prende la situazione un po’ più di petto».

Della trama di Dylan Dog – Vittima degli Eventi, però, non sappiamo molto. Ce la puoi raccontare?

«Nei teaser trailer quello che si vede è un arrivo: un arrivo ideale, non pratico. Non c’è un riferimento di un trasferimento di Dylan e Groucho da Londra a Roma [che pure farà da ambientazione al film, ndr]. Tutto quello che si sa è che Dylan non lavora da molto. Si parla più di un conflitto interiore. La trama gira attorno ad una ragazza che ha il sogno ricorrente di un fantasma – Dylan però, più che concentrarsi su questo, è preso da un dilemma personale: ha ancora il talento per affrontare questo genere di casi?»

I problemi probabilmente non sono solo di Dylan. Anche voi, sicuramente, ne avrete incontrati sul vostro cammino, non è vero?

«L’Italia è un posto strano. C’è molta diffidenza. Tendenzialmente però quando le persone riescono a vedere la realtà – quando porti loro una prova tangibile di quello che hai pensato, che diventa così realizzabile, queste stesse persone ti vengono dietro. L’italiano è passionale, quindi appena può si abbandona alla passione».

Un buon esempio di questo sembra la presenza di volti noti che hanno deciso di collaborare con voi, ovvero attori affermati e di talento come Alessandro Haber e Milena Vukotic. Il primo nei panni dell’Ispettore Bloch, la seconda in quelli di Madame Trelkovski.

«E ci sarà anche Massimo Bonetti, nel ruolo di Hamlin. Li abbiamo contattati per vie traverse. Li abbiamo poi chiamati singolarmente, cercando di dare loro una visione tangibile del progetto. Massimo l’ha coinvolto Claudio – se non sbaglio avevano già lavorato insieme».

Ultima domanda. Più personale. Nel film tu interpreti Groucho, uno dei personaggi più importanti. Come hai trovato questo ruolo?

«Francamente non lo so ancora. Vorrei vedere Groucho ben distribuito nel film. È un personaggio-contributo, molto particolare. Se il personaggio di Dylan va su e appare come un vincente, Groucho gli dà una ridimensionata. È un tira e molla. Il rapporto che c’è tra loro due è molto, molto divertente: sia fraterno che di competizione».

 

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