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RecensioniTop 5I cinque fumetti del mese: gennaio 2015

I cinque fumetti del mese: gennaio 2015

Iniziamo un nuovo anno della nostra rubrica di best of mensili con cinque titoli che ci fanno iniziare il 2015 con i migliori auspici (fumettistici). I titoli che abbiamo scelto si dividono tra grandi nomi – Warren Ellis e Altan su tutti – e giovani autori ormai cortezze dell’universo fumettistico – Ed Piskor e Alessandro Bilotta – a cui si aggiunge uno Zerocalcare inviato di guerra.

WizzyWig, di Ed Piskor (Panini 9L)

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WizzyWig è una commedia ben costruita e avvincente. Racconta la vita di un giovanissimo hacker e lo fa in uno stile tipico delle commedie hollywoodiane degli anni Ottanta. Ambientato proprio in quel periodo, il graphic novel di Ed Piskor è un lungo e documentato viaggio nel primo mondo della cultura geek, l’ennesimo ottimo esempio di quanto la “rivincita dei nerd” riesca oggi ad appassionare il pubblico e crearsi una vera e propria nicchia narrativa.

Ed Piskor è uno degli autori da tenere d’occhio, oggi, in America. È alla ribalta delle cronache del fumetto indipendente d’autore con la sua saga Hip Hop Family Tree – che racconta la storia della musica e della cultura hip hop – e Wizzywig è l’opera che lo ha fatto notare – già in giovane età – come autore maturo. Qui potete dare un’occhiata alla nostra anteprima.

Kamillo Kromo, di Altan (Emme Edizioni)

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Il recupero di un classico di Altan è un’ottima occasione per ringiovanire la nostra Top 5 con un titolo adatto ai più piccoli. Il padre della Pimpa creò Kamillo Kromo ben quarant’anni fa; è un morbido e paffuto camaleonte rosso che ha la capacità di far cambiare colore alle cose. Un tempo, i camaleonti erano rossi, vittime facilissime per i predatori. Per evitare questa fine, riuscirono ad adattarsi, imparando a cambiare colore. Solo Kamillo non riuscì proprio a cambiare, applicando questa abilità sugli oggetti, anziché su se stesso.

Una storia apparentemente indirizzata ai giovanissimi, dicevamo, ma che non manca di riservare prospettive di lettura mature – tipico di Altan – celebrando l’indipendenza, la capacità di sapersi inventare, e l’attitudine all’opposizione all’ordine costituito.

Moon Knight – Dalla morte, di Warren Ellis e Declan Shalvey (Panini Comics)

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Moon Knight è un personaggio secondario della Marvel Comics, anche se ha fatto parte dei Vendicatori. Forse proprio per questo motivo, essendo materiale “sacrificabile” la casa editrice ha sempre permesso agli autori di trattarlo in modo sperimentale, e così sono nati cicli rimasti nella memoria dei lettori come quello di Doug Moench – creatore del personaggio – Bill Sienkiewicz negli anni Ottanta e quello più recente di Brian Michael Bendis.

L’ultimo di questa serie, spetta a Warren Ellis; il suo approccio postmoderno al personaggio risulta efficace e godibile: l’intera run è un viaggio nella psiche dell’eroe raccontato con un ritmo sincopato di episodi senza una rigida continuità. Il disegnatore – Declan Shalvey – si rivela, inoltre, una delle migliori sorprese del fumetto americano mainstream del 2014. Qui la nostra recensione.

Kobane Calling, di Zerocalcare (su Internazionale n. 1085)

zerocalcare internazionale reportage kobane

Per una volta, Zerocalcare è uscito dalla sua Rebibbia, e il risultato è stato rimarchevole. Kobane Calling è un vero reportage, che però non rinuncia all’ironia tipica dell’autore romano. La storia infatti diverte, ma allo stesso tempo commuove, in alcuni tratti, grazie anche alla presenza dell’autore nella narrazione in prima persona.

Dopo la pubblicazione di Dimentica il mio nome – considerato Zerocalcare stesso una specie di punto di arrivo – quest’opera rappresenta un deciso punto di ripartenza per il pur giovane autore. Qui la nostra recensione e qui un’intervista a Zerocalcare sull’esperienza a Kobane.

Mercurio Loi, di Alessandro Bilotta e Matteo Mosca (su Le Storie n. 28, Sergio Bonelli Editore)

mercurio loi bonelli

La collana Le Storie di Sergio Bonelli Editore si è fin da subito dimostrata molto altalenante nelle proposte, sia per quanto riguarda la qualità che per il tipo di approccio, più classicamente bonelliano in alcuni casi, più fuori dal canone in altri. Mercurio Loi in realtà si trova nel mezzo: se esteticamente ha tutti i crismi del bonelliano di qualità, scavando all’interno di possono scovare vari livelli di lettura.

E Mercurio Loi, l’eponimo protagonista della storia – emulo romano di Sherlock Holmes ma con richiami anche a Batman – è un personaggio che meriterebbe di tornare in nuove avventure. In fondo, con questa sua prima apparizione, sembra che si sia solo intaccata la superficie di qualcosa di molto più profondo. Qui la nostra recensione.

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