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RecensioniClassicAlbertarelli, un maestro indimenticabile e un modello dimenticato

Albertarelli, un maestro indimenticabile e un modello dimenticato

È difficile raccontare un grande artista in un libro, ma ancora più difficile è farlo quando vanta una carriera ricca come Rino Albertarelli. Il nuovo volume pubblicato dall’Associazione ANAFI, Rino Albertarelli. Maestria e versatilità di un talento innato, riesce in quest’impresa rivelandosi azzeccato fin dal titolo.

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Albertarelli è stato un modello ma anche un artista non incasellabile, il simbolo di uno specifico filone fumettistico, ma anche un artista a dir poco eclettico. Da un lato perché va ricordato sia come precursore che come uno dei massimi interpreti dell’avventura a fumetti in Italia; dall’altro perché è stato anche un artista incredibilmente versatile, in grado di spaziare dalle illustrazioni per i sillabari delle scuole elementari a quelle pubblicitarie, dai calendari ai canzonieri dei brani musicali più in voga.

Questo volume, che finalmente colma un vuoto, presenta di Albertarelli lati noti e meno noti, opere celebri e chicche misconosciute con la stessa dignità di documento storico, permettendo al lettore di osservare ed esplorare il talento di un grande autore, lasciando che a parlare siano spesso le immagini. È infatti il ricco apparato iconografico uno dei punti di forza del volume: decine di copertine, vignette, strisce, tavole, interni. La scelta consente di scoprire un’attività incessante, per decenni, all’insegna di una qualità costante, pur nel mutare delle occasioni, degli stili, degli interessi.

Se gli appassionati di fumetti sanno, grosso modo, che dagli anni Cinquanta e per vent’anni Albertarelli si dedicò ad altro, questo volume ci rivela “a cosa”: l’artista venne assorbito completamente dall’illustrazione. I suoi lavori si possono trovare in libri scolastici, sulle copertine dei romanzi della casa editrice Carroccio, in riviste come Grand Hotel e Marie Claire, all’interno di sussidiari e calendari. Alla fine degli anni Cinquanta si dedicò anche all’insegnamento dell’arte dell’illustrazione nella scuola milanese 3A.

Nel campo dell’editoria a fumetti, collaborò con una serie di illustrazioni intitolate Nei secoli e nel mondo per la Collana Eroica della Dardo (1967) e con Il Giornalino, dove firmò dal 1970 alcune copertine, collaborando anche come consulente esterno. Il suo ritorno coincise con il lancio della storica serie DAIM Press I protagonisti, testamento di un artista che al West aveva dedicato tempo, attenzione e uno straordinario lavoro di ricerca per spogliare quel periodo storico di una certa aura mitica che lo aveva ricoperto nei decenni, restituendo ai lettori biografie straordinariamente ricche e documentate di personaggi realmente esistiti. Nel mezzo di quella lunga “pausa” come autore, negli anni Sessanta Albertarelli rimase in stretto contatto con il fumetto anche da un punto di vista ‘politico’: fu tra i primissimi artisti ad vere un ruolo di primo piano nella creazione del Salone di Bordighera (nel 1965), e poi nella sua migrazione a Lucca (dal 1966). Senza la sua autorevolezza, il salone lucchese non sarebbe forse diventato ciò è stato, e anche questo è un merito che la Storia del fumetto non può dimenticare di attribuirgli.

In un volume che fa delle immagini un punto di forza, sorprende tuttavia che talvolta si riproducano immagini tratte dalla (pessima) ristampa Hobby & Work de I protagonisti. I saggi sono invece miniere di informazioni, portate alla luce da chi ha conosciuto Albertarelli e ci ha lavorato insieme; e il retrogusto personale, fatto di ricordi e memoria, in questo caso non guasta affatto. Peccato solo per qualche ridondanza di troppo: alcuni dettagli della biografia dell’artista riaffiorano in diverse occasioni, e l’impressione che si insinua è di una lieve mancanza di organicità complessiva. In alcuni casi, va detto, si tratta di contributi già pubblicati in altre sedi (e qui sarebbe bastato un qualche adattamento o editing), ma resta il fatto che sono stati saggiamente recuperati all’oblio e assemblati per la prima volta.

Questi due difetti non inficiano comunque la qualità complessiva del volume, da mettere nello scaffale dei testi di riferimento anche solo per ammirare la mano di un artista che, come e più di altri, rischia oggi di essere un po’ messo da parte dalle generazioni più giovani. Un libro dedicato a ri-conoscere i tanti (tantissimi) aspetti del percorso artistico di un autentico Maestro, dato che – come ricorda Oreste del Buono in uno dei saggi contenuti nel volume – «di Rino Albertarelli ce ne sono più di due». E per raccontarli tutti, potrebbero servire più di due volumi.

Il volume Rino Albertarelli, maestria e versatilità di un talento innato, si può richiedere direttamente a Anafi.

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