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NewsDaredevil: la polemica per il mancato riconoscimento di Wally Wood

Daredevil: la polemica per il mancato riconoscimento di Wally Wood

The Wallace Wood Estate è un’associazione che gestisce le proprietà intellettuali di Wally Wood, artista famoso ai più per i suoi lavori su Mad, EC e Marvel, per cui contribuì ai primi numeri di Daredevil.

Come vi abbiamo già raccontato, Wood creò l’iconico costume del Cornetto e collaborò alla nascita di Stilt-Man. Nel libro Marvel comics. Una storia di eroi e supereroi, Sean Howe racconta che Wood ebbe un rapporto problematico con la Marvel, anche per via dei suoi problemi di salute, e abbandonò dopo pochi numeri la serie.

L’associazione ha lamentato attraverso i propri canali di comunicazione l’assenza di Wood dai crediti della serie Daredevil, in cui compaiono buona parte degli artisti che hanno reso grande il personaggio.

Titoli di testa e coda da ‘Daredevil’ 1x07
Titoli di testa e coda da ‘Daredevil’ 1×07

Bleeding Cool ha ricostruito la vicenda pubblicando una lettera aperta da parte degli eredi:

Netfix e i Marvel Studios hanno fatto la storia con il recente successo della serie televisiva Daredevil, già rinnovata per una seconda stagione. Ma con gli applausi è arrivata anche una controversia che coinvolge i fan e i professionisti del settore. Sorprendentemente, nonostante una dozzina di artista che hanno lavorato su Devil siano stati accreditati nei titoli di coda, il compianto creatore che, secondo molti, ha contribuito tanto quanto Stan Lee e Bill Everett al mito di Devil quando venne battezzato nel 1964, è stato ignorato. Nessuno è stato più importante di Wallace “Wally” Wood per Devil! Dopo aver lasciato la sua storica gestione su MAD, durata dodici anni, nel 1964, Wood ereditò la nuova testata Daredevil dopo il quarto numero. Fu lui a creare il costume rosso, il logo con la doppia D, sviluppò graficamente il senso di radar, le sue armi e molto altro. Lee ed Everett sono accreditati nel titoli di testa e molti altri artisti vengono ringraziati alla fine di ogni episodi, tranne “Il ragazzo Devil in persona, Wally Wood”, come era spesso chiamato in Marvel! Ai lettori che conoscono il contribuito di Wood, tutto questo pare inaccettabile!

Quando Wood arrivò su Daredevil, il personaggio, ancora non sviluppato del tutto, vestiva una tutina d’acrobata gialla. Wood trovava ridicolo vestire ‘l’uomo senza paura’ in giallo, il colore dei codardi e cambiò il costume, senza lo sprono o il permesso della Marvel, in quello che ha tutt’ora. Il suo design ha ispirato tutte le successive variazioni dell’abito, incluse quelle del film con Ben Affleck e della serie Netflix.

Wood scrisse anche le sceneggiature dei numeri che disegnò, spesso senza venire accreditato, e questo lo portò a lasciare la Marvel dopo un anno; il suo lavoro sul personaggio influenzò tutti i Devil venuti dopo, incluso quello di Frank Miller. È per questo che Roy Thomas, Denny O’Neil e altri autori di serie A dell’industria stanno protestando affinché Wood venga elencato all’inizio di ogni episodio insieme a Stan Lee e Bill Everett (e non alla fine, dove sono inserite le fonti di ogni singolo episodio).

Nel suo anno sulla testate, Wood portò le vendite in alto, tanto da farla diventare una serie mensile, quando prima era un bimestrale a rischio di chiusura. Il successo continuò anche nel periodo di Romita, ma non durò a lungo e la serie tornò bimestrale, per poi risorgere con la gestione di Frank Miller. Miller utilizzò molti dei temi introdotti da Wood e tributò l’artista in Sin City (includendo tra i crediti del film) e in Tales to Offend, un omaggio dichiarato a Wally Wood.

Gli eredi hanno poi elencato tutte le innovazioni apportate da Wood (reinvenzione del costume, creazione degli unici model sheet mai prodotto negli anni Sessanta dalla Marvel, per Matt Murdock, Karen Page e Foggy Nelson, ideazione di Mr. Fear e Stilt-Man) e hanno raccolto le opinioni di molti autori di fumetti statunitensi, in quella che sembrava una sottoscrizione collettiva della lettera.

Ma alcune firme hanno aderito ‘a loro insaputa’. Mark Waid, per esempio, ha comunicato che le parole presenti nella sottoscrizione erano state prelevate da interviste del passato e decontestualizzate senza il suo permesso. Anche Tony Isabella ha confermato l’assenza di qualsiasi richiesta a utilizzare le sue dichiarazioni e pare che l’intera vicenda sia nata senza l’approvazione di gran parte degli artisti coinvolti. Molte delle citazioni sono state estrapolate da stati di Facebook o interviste che nulla avevano a che fare con la questione (Mike Allred viene citato per il semplice fatto di aver elencato Wood tra le sue fonti d’ispirazione).

Apparently, the estate of artist Wally Wood has issued an open letter to Marvel calling for Wood to receive screen…

Posted by Mark Waid on Domenica 24 maggio 2015

«Chiunque abbia scritto la lettera ha rubato il mio appoggio alla questione, invece che chiederlo, e la cosa mi fa infuriare» scrive Waid, «Penso davvero che – su un piano etico e creativo – Wally Wood meriti un ringraziamento particolare per il suo lavoro sul personaggio, anche se non so che siano legalmente tenuti a concederglielo. Vorrei che fosse così, perché creerebbe un precedente positivo. Ma […] hanno preso una mia dichiarazione fatta l’anno scorso e l’hanno decontestualizzata per far sembrare che io avessi volontariamente supportato la loro causa. […] Mi viene da chiedere se sia successo anche a tutti gli altri fumettisti citati. Se avessero chiesto il mio contribuito, l’avrei fornito. Ora però mi chiamo fuori dai giochi.»

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