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MangaOsamu Tekuza e il suo rapporto con gli assistenti

Osamu Tekuza e il suo rapporto con gli assistenti

Sebbene molti fumetti ci abbiano ormai permesso di familiarizzare con la vita dei mangaka (Bakuman; Moeyo pen; RiN), potremmo tuttavia azzardare una loro suddivisione in due macro-gruppi.

Nel primo rientrerebbero gli artisti che operano fianco a fianco con i propri “allievi/discepoli” (deshi); nel secondo gruppo, invece, quelli che preferiscono lavorare in completa autonomia. Si è portati a pensare che la presenza o meno di “allievi” sia dettata dalla popolarità di un autore e, di conseguenza, dal numero di tavole che bisogna consegnare a una casa editrice. Insomma, più un autore è famoso, più si rende necessaria la presenza degli “allievi”. Non si tratterebbe però soltanto di un aiuto unidirezionale, ma di una collaborazione finalizzata al reciproco interesse: grazie ai consigli del proprio maestro, alcuni “allievi” riescono a ritagliarsi un proprio spazio e a iniziare una carriera personale. Il mangaka che più di altri è riuscito in questa impresa è stato Tagawa Suihō (1899-1989), autore del celebre Norakuro (1931): tra i suoi “deshi” si ricordano Hasegawa Machiko (1920-1992), Sugiura Shigeru (1908-2000), Kurakane Shōsuke (1914-1973), Yamane Akaoni (1935-2003) e Takita Yū (1931-1990).

Considerati gli impegni di Tezuka Osamu, chiunque sarebbe portato a collocarlo nella cerchia del primo gruppo, eppure, stando a un breve saggio da lui scritto e pubblicato su «Tetsuwan Atomu Kurabu» nel novembre del 1966, sembra che come autore non sentisse affatto l’esigenza di circondarsi di uno staff di “allievi”. Una dichiarazione più volte riscontrata anche nei ricordi dei suoi collaboratori, come si può evincere da questa intervista di Mario A. Rumor a Shimizu Yoshihiro (n.1958), personalità di rilievo della Tezuka Production:

Un esempio di questa perseveranza era disegnare egli stesso tutti i personaggi dei suoi manga fino alla conclusione e non permetteva a nessun altro di farlo. Ci sono numerosi artisti che si limitano a disegnare le facce dei personaggi per poi affidare il resto del lavoro agli assistenti, ma con Tezuka non accadeva mai. I suoi collaboratori realizzavano gli sfondi, gli alberi, gli edifici, le ombre e tutto il resto era di esclusiva competenza di Tezuka.

Per Tezuka il termine “allievo/discepolo” (deshi) appare un po’ troppo antiquato, anche perché in passato si riferiva a giovani studenti che alloggiavano e pranzavano nella casa del loro maestro, ricevendo una piccola paga e studiando al contempo l’arte del manga. Più pertinente e più al passo con i tempi sarebbe il termine “assistente/aiutante” (joshu), il cui utilizzo renderebbe evidenti le nuove dinamiche relazionali: grazie a uno stipendio mensile, un “assistente” può permettersi la comodità di vivere da solo e frequentare la casa del maestro soltanto negli orari lavorativi.

Tezuka afferma categoricamente di non aver mai avuto e di non voler un “allievo/discepolo” (deshi, in giapponese) nel senso più classico del termine, ma di essere stato spesso circondato da giovani artisti emergenti, pronti a mostrargli i propri lavori o ad aiutarlo di tanto in tanto. Anche in queste circostanze, Tezuka si era ben guardato dal salire in cattedra, dall’impartire lezioni sul disegno e dallo svelare i trucchi del mestiere. Di certo non avrà avuto uno staff fisso di assistenti nel settore manga (o almeno fino al 1966, anno in cui è stato scritto il saggio cui si fa riferimento in questo articolo), ma è innegabile che grazie alla sua guida siano nati dei talenti straordinari, sia nel campo dell’animazione (Sasagawa Hiroshi; Tsukioka Sadao; Hirata Shōgo) che del fumetto (Furuya Mitsutoshi; Matsumoto Reiji; Inoue Hideoki; Shinoda Hideo; Miyakoshi Yoshikatsu; Nagashima Shinji).

tezuka
Quando ancora viveva a Takarazuka – tra il 1948 e il 1949 – Tezuka era solito ricevere le visite di giovani mangaka, quasi tutti della zona del Kansai (Higashiura Mitsuo, Mizutani Takeko), ma nel saggio sopra menzionato (dal titolo Ashisutanto), Tezuka rievoca tre momenti della sua carriera che lo avevano portato ad avvicinarsi a quattro giovani fumettisti in erba.

Il primo ricordo è per Fujiko Fujio, il celebre duo che nel 1969 darà vita al personaggio di Doraemon: quando bussano alla porta del maestro, erano ancora due “due ragazzini tremendamente seri e con le uniformi scolastiche”. La loro prima collaborazione risale all’arco narrativo finale di Janguru taitei (L’imperatore della giungla, 1950) su «Manga Shōnen»: rinchiuso in un ryokan per lavorare all’ultimo episodio, Tezuka menziona l’aiuto di uno dei due, Fujiko Fujio Ⓐ (n.1934), nella realizzazione di uno dei momenti chiave della storia, la scena della tempesta di neve (immagine sottostante). Qualche tempo dopo, Tezuka si trasferirà a Tōkyō presso il Tokiwasō e inviterà questi due ragazzi che, in più di un’occasione, gli daranno una mano.

fujikofujiiotezuka
Il secondo ricordo è legato alla figura di Ishinomori Shōtarō (1938-1998), ai tempi conosciuto con il cognome di “Ishimori”. Era anche lui uno studente quando aiuta Tezuka per un episodio di Tetsuwan Atomu dal titolo Denkō ningen (L’uomo elettrico): mentre i due erano intenti a lavorare in una stanza di un ryokan, Ishinomori chiede al maestro di poter ultimare il lavoro a casa, con la promessa di spedirgli le tavole una volta completate. Tezuka era convinto che Ishinomori avrebbe realizzato soltanto gli sfondi, ma si ritrovò tra le mani delle tavole già pronte, con sfondi e personaggi già disegnati (immagine sottostante). Per questo motivo, Tezuka ci tiene a ricordare che alcune vignette di quella storia sono state disegnate completamente da un giovanissimo Ishinomori.

ishimoritezuka

Tra le altre collaborazioni Tezuka ricorda anche quella con Ozawa Satoru (n.1936) per Niji no toride (La fortezza arcobaleno, 1956) o quella, altrettanto fruttuosa, con Yokoyama Mitsuteru (1934-2004) per Ōgon toshi (La città d’oro) e per un episodio di Tetsuwan Atomu dal titolo Midoru ga numa (immagine sottostante).

yokoyamatezuka


*Paolo La Marca si occupa di letteratura giapponese moderna e contemporanea e di storia del manga. Insegna Lingua e Letteratura Giapponese all’Università degli Studi di Catania (facoltà di Lingue e Letterature Straniere e Dipartimento di Scienze Umanistiche) e Mediazione linguistica orale – Giapponese presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Reggio Calabria. Ha un blog sul manga: Una Stanza Piena di Manga.

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