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Focus100 anni di metamorfosi, da Kafka ai Peanuts

100 anni di metamorfosi, da Kafka ai Peanuts

Sono passati solo 100 anni da quando uno dei racconti più influenti della letteratura moderna vedeva la luce sotto forma di volume cartaceo, in un freddo mattino a Lipsia, in Germania. Il suo autore, un certo Franz Kafka, sarebbe morto solo nove anni più tardi, appena dopo aver pregato l’amico Max Brod di distruggere tutti i suoi manoscritti. Fortunatamente, nessuno toccò nulla. La metamorfosi resta uno dei pochi libri pubblicati in vita dallo scrittore, e da sempre uno dei più letti, discussi, analizzati e reinterpretati da studiosi, psicologi, filosofi e artisti. E fumettisti, ovviamente.

Probabilmente, però, non tutti i disegnatori che si sono cimentati con questo folgorante capolavoro sapevano che Kafka non avrebbe gradito affatto. Ecco infatti che cosa scriveva al suo editore Kurt Wolff in una lettera dell’ottobre 1915, poco prima che il volume fosse stampato:

«Egregio signore, ultimamente Lei mi scrisse che Ottomar Starke avrebbe disegnato la copertina de “La metamorfosi”. Mi sono preso un piccolo, probabilmente inutile spavento. (…) Mi è venuto in mente, siccome Starke è un vero illustratore, che forse potrebbe voler disegnare l’insetto. Questo no, per favore, questo no! Non voglio limitare la sua libertà d’ azione, voglio soltanto avanzare una preghiera derivante dalla mia conoscenza, ovviamente migliore, della storia. L’insetto non può essere disegnato. Ma non può neppure essere mostrato da lontano».

L’insetto non può essere disegnato. Un’altra preghiera inascoltata, se non da Starke, il quale poi illustrò la copertina come vedete qui sotto, da tutti gli artisti venuti dopo di lui.

STARKE

All’estremo opposto a partire dal 1915, in un’ideale tragitto creativo che va dai primi illustratori ai quali fu affidato il compito di ridurre in immagini l’incubo vissuto da Gregor Samsa e passa per le versioni illustrate nel timorato rispetto dell’originale da Caroline Leaf, Robert Crumb, Peter Kruger, Bill Bragg (e molti altri), troviamo la spiazzante versione di R. Sikoryak, forse il più dirompente autore di fumetti che abbia mai raccontato i classici della letteratura.

La scelta di Sikoryak è radicale: l’oscuro e tetro orizzonte del commesso viaggiatore viene reinterpretato all’interno del mondo colorato e infantile dei Peanuts. Il risultato è il racconto in due tavole “Good ol’ Gregor Brown”, pubblicato per la prima volta in The Graphic Canon. Un esperimento che fa sorridere, ma che probabilmente avrebbe tramortito il povero, inascoltato Kafka.

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