Intimidito dai dibatti in corso e dovendomi documentare per il reportage sul femminismo che trovate attualmente in edicola su Linus, sono tornato dal festival Angoulême con la borsa piena di fumetti di autrici donne. Colgo al balzo la ricorrenza dell’otto marzo per parlarne e fare pure bella figura. Questo è il primo di una serie di dispacci dal fronte fumettistico francese che ha lo scopo di segnalare alcune delle novità interessanti nelle quali, vivendo a Parigi, capita di imbattersi.
Amandine Meyer – Histoire decolorée (Misma 2016)
Histoire decolorée è il primo libro a fumetti di Amandine Meyer, dopo lavori più sperimentali (per l’etichetta ION di Benoît Preteseille, ospite speciale a Bilbolbul 2015) ma anche più tradizionali, e non meno suggestivi, per la stampa regionale alsaziana. Così, il lettore non può fare a meno d’immaginare che le bizzarre bambine smutandate, mute e senza volto che si avventurano tra le pagine di questo fumetto — evidentemente ispirato alla poetica di Henry Darger — siano le stesse che altrove scoprivano i misteri della panificazione dei bretzel o l’arte casearia delle valli del Münster. Questo libro bello e inquietante è ciò che succede quando prendiamo l’iconografia della letteratura per l’infanzia e la lasciamo fermentare sotto una montagna di fiori di tutti i colori.
Xia Da – La princesse vagabonde (Urban China)
Urban Comics, l’etichetta che in Francia pubblica (splendidamente) il catalogo DC Comics, si è messa in testa di portare il fumetto popolare cinese in Europa. E non sto parlando dei vecchi “manhua” a griglia fissa come quelli, piuttosto ostici, raccolti da Jean Chesneaux, Gino Nebiolo e Umberto Eco nella loro antologia per Laterza del 1971, ma di una nuova generazione di autori e autrici fortemente ispirati dal manga giapponese contemporaneo.
Così è nato il marchio Urban China che sta pubblicando i lavori di una giovane autrice cinese di nome Xia Da, diventata una star fino in Giappone — e non soltanto perché ama farsi fotografare vestita da scolaretta per la gioia di tutti gli otaku. Sebbene rivolta a un pubblico a partire dai 12 anni, o forse proprio per questo, la saga che racconta le avventure della principessa Yongning è davvero convincente. Ci mancava proprio il crossover tra wuxia e shojo, eccolo servito.
Marietta Ren – Phallaina (applicazione France Télévision)
Nell’anno in cui il festival di Angoulême premiava il libro più sperimentale della sua lunga storia, Here di Richard McGuire, uno degli eventi collaterali presentava “in situ” il lavoro di Marietta Ren, sotto forma di un lunghissimo telo stampato di difficile leggibilità. Ma quella strana installazione era solo un’anteprima del fumetto digitale (“bande defilée”) disponibile come applicazione gratuita per tablet iOs e Android. Un progetto che ha impegnato l’autrice e altre sette persone per un paio di anni, grazie ai finanziamenti della televisione pubblica francese, per un risultato davvero impressionante. Una sola lunghissima sequenza bustrofedica da scorrere con l’indice, animata e musicata, che racconta la storia di una ragazza ossessionata da misteriosi sogni di balene… Sarà davvero questo, finalmente, il “futuro del fumetto”? Probabilmente no, ma è stato bello così.