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RecensioniNovitàSirens: il ritorno di George Perez

Sirens: il ritorno di George Perez

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

sirens george perez

Si è finalmente conclusa mercoledì scorso, dopo oltre due anni, la miniserie di sei numeri George Perez’s Sirens che fin dal titolo mette l’amatissimo autore americano sotto i riflettori. Si tratta del resto del suo primo lavoro alle matite di rilievo dopo Final Crisis: Legion of 3 Worlds ultimata nel 2009. Successivamente Perez era stato coinvolto nel New52 come scrittore della serie Superman, ma se n’era andato dopo soli sei numeri per via della dilagante confusione editoriale.

Sono dunque stati i Boom! Studios a dargli carta bianca e tempi lunghi: tanto è stata laboriosa la lavorazione che un colorista, Leonardo Paciarotti, ha lasciato con il numero quattro, sostituito da Vladimir Popov (a dire il vero senza che si noti la differenza).

sirens george perez

Sirens racconta di un nutrito gruppo di supereroine disperse nel tempo che viene riunito per sconfiggere una minaccia incombente, proveniente dal passato. Le Sirens dovranno cercare di riaggiustare il continuum temporale e la cronologia degli eventi, per dimostrare di non aver distrutto la Terra bensì di averla in un certo senso salvata.

I salti tra le diverse epoche (dall’antica Roma, al Far West, alla Londra vittoriana), così come i viaggi nel cyberspazio di una delle sirene, permettono a Perez di giocare con coscienze che varcano le dimensioni, sia in senso metafisico sia soprattutto figurativo, all’interno della tavola. Si ritrovano in Sirens i suoi magnifici incastri di vignette tra mille dettagli, che fondono elementi mistici, hi-tech e storici attraversati dalle forme femminili delle sue eroine.

sirens george perez

La cosa più impressionante di Sirens è la densità dal gusto vintage, con tavole anacronistiche nell’essere fitte di testo, quasi fossimo ancora negli anni Ottanta. D’altra parte, per risolvere in sei numeri un intreccio tanto elaborato e ricco di eventi, non si poteva fare diversamente e in fondo il rallentamento nella lettura è perfettamente in linea con la ricchezza dei disegni. Non mancano però passaggi squisitamente postmoderni e metafumettistici: una delle Sirens perse nel tempo è finita a fare la fumettista nel 1985 e ha raccontato l’invasione zombie fronteggiata da lei e dalle sue compagne in un’altra linea temporale.

sirens george perez

Il suo fumetto finisce così per diventare un documento storico chiave, con tavole che giustappongono, a volte anche nella stessa vignetta, la narrazione futuristica al comic book anni Ottanta. A rendere più uniche queste immagini contribuisce il supporto di Scott Koblish alle chine del fumetto nel fumetto, che per altro a un certo punto diventa una bozza, ancora senza colori e con tanto di annotazioni a margine. George Perez, in grado di dare anche una personalità distinta alle varie eroine nonostante il plot sia largamente dominante sull’introspezione, firma così un’opera capace sia di mandare in solluchero i suoi fan sia di stupire e intrigare il lettore indifferente agli argomenti più nostalgici. Davvero un grande ritorno.

BONUS: Pubblicata dalla Valiant, la miniserie in quattro numeri Britannia di Peter Milligan e Juan José Ryp non ha alcun legame all’universo supereroico della casa editrice e racconta invece una vicenda soprannaturale ai tempi della Roma di Nerone.

britannia peter milligan valiant

Colorata da Jordie Bellaire e impreziosita da notevoli cover di Cary Nord, ha per protagonista un centurione romano che, scelto per una missione dalle vestali, incontra un demone. La sua mente ne risulta devastata e le Vestali lo prendono in custodia, lo curano e lo addestrano, facendone una sorta di detective che crede nel razionale e sa leggere i dettagli del comportamento delle persone. Il loro obiettivo è però che affronti di nuovo la malvagia entità e infatti faranno sì che Nerone lo mandi in Britannia, dove il demone si sta manifestando e dove i legionari romani se la vedono con i culti druidici. Se l’ambientazione è abbastanza originale, la storia non è però particolarmente avvincente e soprattutto il linguaggio pecca di eccessivi modernismi.

britannia peter milligan valiant

Il disegno di Ryp – come al solito – è dettagliato nelle scene splatter e nella riproduzione di ambienti e paesaggi, ma carente nelle espressioni. Il tutto è infine approfondito da quattro postfazioni a firma di vari accademici e dedicate alle vestali, ai centurioni, a Nerone e alla Britannia di allora.

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