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RecensioniClassicIl "Faune" di Aristophane: un antico dio selvaggio e un giovane talento...

Il “Faune” di Aristophane: un antico dio selvaggio e un giovane talento dimenticato

C’è un nome che probabilmente pochi di voi conoscono e che tuttavia è stato uno dei talenti più puri del fumetto francese negli anni Novanta: Aristophane, che dimostrò il suo genio fin dagli esordi nel 1995 e che purtroppo morì prematuramente nel 2004 a soli 37 anni per infarto, dopo che da tempo aveva abbandonato il fumetto per isolarsi a vivere in modo ascetico in una casa di campagna.

Aristophane, nome d’arte di Firmin Aristophane Boulon, nacque nel 1967 nell’isola caraibica di Guadalupa e studiò Belle Arti a Parigi specializzandosi poi in fumetto all’Atelier di Angoulême.

Aristophane
Aristophane

Durante la sua breve ma intensa carriera, Aristophane pubblicò almeno tre opere (ancora inedite in Italia) che meritano di stare negli scaffali di tutti gli amanti del fumetto di qualità: Les soeurs Zabime, Conte DémoniaqueFaune, ou l’histoire d’un immoral, recentemente riedito dalla casa franco-belga FRMK.

Prima di parlarvi più in dettaglio di Faune vorrei farvi però una breve panoramica anche degli altri suoi due libri per darvi meglio l’idea della grande rilevanza artistica di Aristophane nel fumetto francese e mondiale.

Tristi tropici e infanzie perdute

Les soeurs Zabime è una breve e splendida elegia tropicale pubblicata nel 1996 dall’editore francese Ego comme x (il libro è uscito anche in inglese per la casa editrice First Second tradotto e curato da Matt Madden, famoso teorico statunitense del fumetto).

La storia, oltre ad avere una delle più belle dediche di fumetto che io ricordi, narra con sensibilità panteistica e spiritualità naturale l’infanzia di tre bambine sull’isola caraibica di Guadalupa, intrecciando la loro graduale scoperta del mondo degli adulti con il loro muoversi attraverso la natura rigogliosa che le circonda.

"Le soeurs Zabime" - Aristophane - Ego comme x - 1996
“Le soeurs Zabime” – Ego comme x

L’Apocalisse vista dai demoni

Il vero opus magnum di Aristophane, tuttavia, è Conte démoniaque, pubblicato nel 1996 dalla casa editrice L’Association. Il libro, imponente per le dimensioni e l’ambizione con le sue oltre 300 pagine (qui potete vedere alcune splendide immagini in una lunga analisi di Fabrice Neaud, grande autore francese di fumetto: una lettura che vale la pena fare per capire le influenze artistiche e l’importanza storica di Aristophane), si ispira alla Divina Commedia di Dante e al surreale poema epico ottocentesco I Canti di Maldoror del Conte di Lautréamont per raccontare l’Apocalisse vista dall’inferno.

Lotte di potere fra demoni rivali, faide politiche tra fazioni angeliche avverse, anime perdute che vagano incredule tra i gironi infernali, discussioni filosofiche sulla morte, l’eternità e la possibile esistenza (o assenza) redentrice di Dio: questo e molto altro ancora è racchiuso in Conte démoniaque, che graficamente è un fantastico incrocio tra le illustrazioni classiche di Gustave Doré e l’immaginario mitologico di Jack Kirby.

"Conte démoniaque" - Aristophane - L'Association - 1996
“Conte démoniaque” – L’Association

Faune, storia di un mito selvaggio e nichilista

La terza opera di Aristophane è Faune, ou l’histoire d’un immoral, cronologicamente precedente ai due libri appena citati e pubblicata nel 1995 per l’editore indipendente AMOK. Il catalogo di AMOK è stato rilevato poi dalla casa editrice franco-belga FRMK, che produce fumetti d’avanguardia e sperimentali e che nel 2016 – dopo vent’anni dalla prima edizione – ha finalmente ripubblicato Faune in un elegante album cartonato. Per la sua alta qualità editoriale e l’importante valore storico, il volume è stato nominato nella Sélection Patrimoine del Festival BD d’Angoulême 2017.

L’opera, in bianco e nero come gli altri due libri dell’autore, inaugura la ricerca personale di Aristophane sui temi del sacro e della spiritualità come unici mezzi di ricerca di un significato superiore in un mondo incomprensibile e selvaggio. Per questa sua ricerca l’autore usa di volta in volta il registro mitico ed epico, come nel caso di Faune e di Conte démoniaque, oppure il registro intimo ed elegiaco del quotidiano, come nel suo ultimo libro Les soeurs Zabime.

"Faune" - Aristophane - FRMK - 2016
“Faune” – FRMK

Fauno è un essere mitologico mezzo uomo mezzo capro. È il dio della natura selvaggia, dei boschi, dei fiumi e dei campi. Sovrintende ai processi naturali e spontanei, alla fertilità della terra e all’esplosione vitale della primavera, eseguendo danze sfrenate accompagnato dalle sue amate ninfe e da robuste dosi di alcol. Ma il Fauno che Aristophane tratteggia nelle sue storie non è certo una divinità bonaria e bucolica: lasciate perdere le scene idilliache di fauni nel film d’animazione Fantasia, le gioiose atmosfere della musica di Claude Debussy nel suo famoso Preludio al pomeriggio di un fauno o i simpatici scherzi del folletto Puck nel Sogno di una notte di mezza estate.

Un dio violento per natura

Aristophane sapeva bene che il dio Fauno è il corrispettivo mitologico romano dell’antico dio greco Pan, da cui deriva la parola “panico” intesa come forza incontrollabile e terrore irrazionale che coglie di sorpresa l’animo umano. Ecco quindi che l’autore francese ci racconta una versione di Fauno molto più violenta di quella dolce e idilliaca a cui siamo abituati. Una visione molto più vicina al suo significato simbolico originale, più “dionisiaca” nel senso dato a questo termine da Nietzsche nella sua Nascita della tragedia.

Faune Aristophane
“Faune” – Aristophane

Il libro si apre con il difficile risveglio del nostro personaggio, Fauno, dopo una notte di bagordi alcolici e danze selvagge. Fauno è una divinità violenta e immorale, un nichilista pienamente in linea con la concezione hobbesiana dell’homo homini lupus. Rappresenta l’essere indomabile che obbedisce soltanto alla propria volontà, come l’Unico descritto a metà ‘800 dal filosofo tedesco Max Stirner.

Fauno non conosce inibizioni o dubbi e, facendo sfoggia della sua libertà assoluta, passa le sue giornate a maltrattare tutti gli esseri viventi – animali ed esseri umani – che vivono nel bosco. È spesso crudele con gli animali selvatici che non obbediscono ai suoi ordini e li minaccia più volte di morte in caso di insubordinazione. Racconta spesso bugie e commette le sue violenze senza pentimenti nè particolare piacere, seguendo solo il proprio istinto.

Libertà assoluta significa solitudine assoluta

Un giorno, nel suo peregrinare tra i boschi, il dio selvaggio vede tre giovani ragazze di un vicino villaggio mentre fanno il bagno nude in uno stagno del bosco. Unica loro compagnia: un feroce cane da guardia incaricato dal padre di una delle tre di sorvegliare sulla loro incolumità. Fauno vuole subito possedere a tutti i costi le ragazze e si avvicina loro con l’inganno.

L’incontro, all’inizio piacevole e scherzoso, cambia rapidamente registro quando Fauno manifesta alle ragazze le sue intenzioni sessuali. Il dio selvaggio reagisce allora nell’unico modo che conosce: la violenza. In un moto di rabbia ferisce gravemente il cane da guardia e, nell’inseguimento, uccide una delle tre ragazze.

Faune Aristophane
“Faune” – Aristophane

Questo omicidio, che gli inimica per sempre buona parte degli animali del bosco, gli costa però molto caro: una spedizione punitiva di cacciatori proveniente dal villaggio delle ragazze si mette sulle sue tracce, lo cattura e lo sottopone a una terribile tortura: lo crocefigge con delle corde a un albero (molto evidente qui il parallelo con la figura di Cristo e più in generale con le tradizionali offerte rituali dei “re sacri” per invocare il ritorno dell’ordine) e lo castra brutalmente privandolo così del suo simbolo per antonomasia, il potere maschile di fertilizzare.

Liberatosi dalle corde solo grazie all’aiuto dei pochi animali rimastigli fedeli, Fauno cade in depressione e con l’arrivo dell’inverno decide di isolarsi in una caverna dove muore lentamente per malnutrizione, solo e disperato.

La natura, crudele e indifferente, ha voltato infine le spalle a Fauno: l’essere umano – ormai sulla via della civilizzazione urbana – costruisce villaggi più grandi, armi più potenti e regole sociali sempre più complesse. Non è più il tempo di divinità arcaiche e di antichi miti: meglio quindi cadere per sempre nell’oblio.

Uno stile di disegno unico, potente ed espressivo

Il disegno di Aristophane è uno splendido bianco e nero che alterna tratti grezzi e violenti di pennello a sottili e contorti accenni di matita per i dettagli. La resa delle movenze dei corpi, specialmente se improvvise, è notevole: ogni muscolo, ogni tendine, ogni sforzo e ogni ferita della pelle sono rese con forza espressiva e carattere carnale, come in certe possenti sculture di Michelangelo Buonarroti. Nonostante i volti siano spesso duri e arcigni, Aristophane riesce a infondere nei lettori un sottile sentimento di pietà ed empatia persino verso i personaggi più sgradevoli.

Faune Aristophane
“Faune” – Aristophane

Il carattere delle sue linee pittoriche ricorda certi fumetti di Edmond Baudoin, alcuni passaggi di Cages di Dave McKean, il Marat/Sade di Barron Storey e l’oscuro Hansel e Gretel disegnato alcuni anni fa da Lorenzo Mattotti per le edizioni Orecchio Acerbo. Ma nulla però assomiglia davvero ai disegni di Aristophane che, nel breve tempo della sua carriera artistica vissuta perlopiù ai margini e ormai quasi dimenticata dalla critica di settore, sviluppò un tratto artistico inconfondibile e uno stile unico di racconto per immagini.

Forse Aristophane è stato uno dei più grandi talenti sconosciuti del fumetto francese degli ultimi vent’anni. Editori italiani all’ascolto pensateci, perché i libri di Aristophane meritano davvero una diffusione più ampia.

Faune, ou l’histoire d’un immoral
di Aristophane
FRMK, 2016

56 pp., b/n
19,00 €

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