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RecensioniBBB consiglia5 motivi per leggere: Il congresso degli animali, di Jim Woodring

5 motivi per leggere: Il congresso degli animali, di Jim Woodring

bbb consiglia bilbolbul

Nella rubrica ‘BBB Consiglia’, ogni mese, il festival bolognese BilBOlbul seleziona un’opera a fumetti di particolare valore e interesse, offrendo una lista di buone ragioni per leggerlo. Questo mese parliamo di Il congresso degli animali, un fumetto di Jim Woodring pubblicato di recente in Italia da Coconino Press.

congresso degli animali

1 | Un’avventura iniziatica

Il congresso degli animali è un fumetto di avventura: ci sono fughe, soprusi, battaglie, inganni, l’amicizia, l’amore e naturalmente il viaggio. Soprattutto, c’è quella specie di avventura che, volendo o dovendo fare a meno di certe sostanze, si può vivere solo nei fumetti. Si tratta di spingersi in territori sconosciuti, accatastare e sparpagliare simboli, perdere l’equilibrio e divertirsi come in ogni rito iniziatico che si rispetti.

Quando mancano le parole, il fumetto può ritrovare quella temperatura da sogno lucido che appartiene a pochi autori, e portare dove neanche il cinema d’animazione, che pure ha un maggiore potere allucinatorio e certamente fa parte del DNA degli eroi di Woodring, può arrivare. Perché il viaggio iniziatico sia produttivo, infatti, è opportuno che il viaggiatore (che sia gatto, autore o lettore) rimanga padrone del ritmo, faccia resistenza o si lasci andare, si prenda il tempo che serve. Fumetto come luogo di mutamenti, dove non ci si forma, ma, nondimeno, si cambia. Non ce ne sono molti, e nella genealogia degli avventurieri magici del fumetto, Jim Woodring è uno dei grandi.

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2 | Lo spazio bianco tra paura e risata

La crudeltà (che può essere feroce quanto divertita, ma comunque liberatoria) è una delle caratteristiche che attraversa il fumetto sin dalle origini del linguaggio, andando di pari passo con la comicità, frutto spesso di situazioni fisiche, legate alla corporalità, che sono da sempre patrimonio della commedia di genere slapstick. Questo perché l’immediatezza del fumetto passa attraverso l’immagine, e l’effetto comico è dato dalla ricostruzione che il lettore fa di ciò che avviene tra una vignetta e l’altra.

Se lo scarto comico è dato dal presentarsi di un effetto inaspettato, Woodring gioca con il potenziale del fumetto per presentarci senza soluzione di continuità trovate che passano da una comicità di stampo primordiale a un’inquietudine data da un immaginario che volentieri acquisisce risvolti grotteschi quando non horror.

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Un disegno vibrante e lisergico

Woodring domina un disegno che potremmo definire “balsamico”: nonostante descriva inquietanti metamorfosi e fantastiche creature, il tratto dell’autore ha una tale morbidezza ipnotica che gli occhi e la mente del lettore possono trarne un sicuro diletto psichedelico. Il disegno è solido, massiccio, netto nel suo bianco e nero che richiama l’incisione, ma allo stesso tempo non smette mai di vibrare.

I cieli e le acque, ma anche ogni possibile elemento del paesaggio (edifici, alberi, piante…) vivono grazie a una serie di costanti micro-ondulazioni che, oltre a dare corpo alle figure, le mantengono in costante movimento. Questa vibrazione si fonde all’immaginario fantastico, amplificando esponenzialmente la dimensione lisergica.

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4 | Un mondo vero quanto allucinatorio

L’universo narrativo di Unifactor è un mondo a suo modo totalmente coerente e coeso in cui le forze in gioco, il bene e il male, si confondono, compenetrano e mutano costantemente. Woodring è certamente in contatto con una dimensione invisibile a cui attinge per le proprie raffigurazioni, una dimensione totalmente visiva, che non ha bisogno di alcuna parola per essere descritta o compresa. Paradossi filosofici ed esistenziali trovano un’espressione grafica e narrativa incredibilmente efficace e immediata. Verrebbe da dire che le allucinazioni di Woodring sono più reali di decine di reportage a fumetti.

Le storie del protagonista Frank rappresentano una dimensione pura e ingenua dell’essere. Al di là della nostra età, della nostra esperienza, della nostra più o meno grande mole di conoscenza, Frank ci rimette in contatto con una parte ingenua, basilare, pronta a gioire, giocare, stupirsi, spaventarsi e innamorarsi. Ecco perché Il congresso degli animali, in una certa misura, è un fumetto che va preso molto seriamente, perché pur non traducendo su carta un mondo esistente cerca di parlare direttamente al nostro Es, là dove le energie emotive si muovono libere.

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5 | Dagli animali (non) parlanti alla filosofia orientale

Il mondo di Frank di Jim Woodring riprende e ravviva anche un’altra tradizione del fumetto, che lo connota almeno dai tempi del Krazy Kat di George Herriman, cioè quello dei “funny animals” (senza menzionare illustri antesignani quali Esopo e le sue favole), e lo contamina con simbologie e icone provenienti da filosofie, miti e religioni orientali, di cui l’autore è un attivo studioso e seguace.

Animali antropomorfi, spesso parlanti, che con i loro comportamenti si dimostrano più umani degli esseri umani: anzi, forse proprio grazie alla loro natura non-umana possono permettersi caratterizzazioni eccessive ed estreme che ci dicono qualcosa di noi che altrimenti andrebbe taciuto.

Il congresso degli animali recupera proprio una dimensione favolistica nel suo modo di dipanarsi, senza il bisogno di una morale ma con uno sviluppo che persegue senza sosta la ricerca del fantastico e del meraviglioso e dove il mistero (di una dimensione trascendente ma presente) avvolge ogni evento.

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