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RecensioniNovità"Slots", una storia di boxe e redenzione

“Slots”, una storia di boxe e redenzione

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

Slots image comics fumetto

Si conclude con il sesto episodio Slots, la serie pugilistica Image/Skybound di Dan Panosian, di cui avevamo già parlato per il primo numero, quando ancora non era chiaro quanto il pugilato sarebbe davvero stato al centro della storia. Ora, a lettura terminata, possiamo dire che la serie è una sorpresa sotto tutti i punti di vista.

Stanley Dance è una canaglia con la faccia di bronzo, un uomo che non poteva non incasinare la sua vita, ma che in fondo ha buon cuore e decide di provare a metterci una pezza. Torna quindi dalla famiglia e dagli amori che ha lasciato e cerca di salvare la loro attività dal suo acerrimo nemico Les, con cui scopriremo ha una storia personale piuttosto burrascosa: è stato prima suo socio, poi l’ha tradito e quindi è stato da lui ripagato in modo spietato. I due ancora si odiano, ma proprio sull’ossessione del suo avversario Stanley costruisce il proprio piano.

Slots image comics fumetto

Il tutto si dipana tra una serie di incontri di boxe e di MMA che vedono coinvolti sia lo stesso Stanley, ormai vecchio e quindi dato nettamente per sfavorito, sia suo figlio Lucy, combattente di razza con cui il padre vorrebbe riallacciare i rapporti.

Panosian, enormemente cresciuto rispetto ai suoi esordi anni ’90, racconta tutto questo con uno stile che nei volti si avvicina a Chaykin ma mediamente più pulito, espressivo in certi primi piani e cinetico nelle scene sul ring, rappresentate con un tratto energico. Fa inoltre un ottimo lavoro anche come colorista, tanto che l’atmosfera crepuscolare e il calore emotivo di certe scene derivano soprattutto dalla flessibilità del colore, steso con una sensibilità molto duttile.

Slots skybound image comics

Intelligente poi anche lo storytelling, che rende sia la dinamica delle sequenze di combattimento sul ring, sia il ritmo dei dialoghi, dove per altro Panosian – sceneggiatore esordiente – si dimostra uno scrittore piuttosto brillante. Il suo solo difetto è nello sciogliere troppo rapidamente la vicenda, in poche pagine dell’ultimo capitolo che hanno un po’ il retrogusto di una scorciatoia.

Slots è comunque una serie diversa dal taglio medio di Skybound e per questo è quasi un azzardo per l’etichetta di Robert Kirkman, ma si tratta di una scommessa sicuramente vinta. E non va escluso che autore ed editore decidano di dargli un seguito.

Bonus 1: Judas

judas fumetto

Si è conclusa questa settimana anche la miniserie in quattro episodi dei Boom! Studios Judas, di Jeff Loveness e Jakub Rebelka. Il racconto inizia con la morte di Giuda e il suo precipitare all’inferno, qui la sua anima riflette sull’idea che il suo ruolo nel disegno divino dovesse essere scritto fin dal principio. Una prospettiva condivisa da Lucifero, giunto a parlargli di altre vittime predestinate di Dio, ridotte a “cattivi” il cui scopo è fare da monito.

Come il Faraone umiliato da Mosé, come Gezabele o Golia che seguono altri dèi o come la povera moglie di Lot, che nemmeno ha un nome e ha la sola colpa di aver assistito al genocidio scatenato da Dio stesso contro Sodoma e Gomorra. E naturalmente anche Lucifero si considera parte di questa schiera di vittime illustri, lui che ha la “colpa” di aver voluto mostrare la verità.

judas fumetto

Giuda ha voluto spronare Gesù a sfidare i romani e invece ha finito per farlo uccidere. Ma ora prova risentimento verso di lui perché sente di essere stato una pedina, ingannato da un disegno che non poteva vedere e che invece Gesù conosceva. Quando Cristo, dopo essere morto e prima di resuscitare, finisce all’inferno schiacciato da tutti i peccati dell’uomo, Giuda avrà la possibilità di vendicarsi e troverà la propria catarsi.

La storia di Loveness solleva dubbi che, pur con intelligenza, servono solo ad affermare la prospettiva salvifica cristiana e risolve troppo celermente il tormento psicologico del protagonista o l’ossessione di Lucifero. D’altra parte Rebelka fa un grande lavoro visivo, di cui cura sia il disegno sia il colore, con un approccio visionario: il suo inferno è di un freddo blu, un luogo gelido e vuoto, una desolazione dell’anima.

judas fumetto

Rebelka lavora con un misto di tecniche digitali e tradizionali e nello stile guarda al gusto iconografico medievale, per esempio nel modo in cui è disegnata l’aureola nera di Giuda, ma pure per una certa voluta bidimensionalità dell’immagine. L’autore cita infatti Matthias Grünewald tra i suoi riferimenti e le ricerche svolte hanno portato il suo lavoro a un risultato molto più maturo rispetto alla sua miniserie precedente, la fantascientifica Namesake realizzata in coppia con Steve Orlando.

Judas nel complesso non è certo al livello dei picchi di Sandman o Lucifero, ma grazie a Rebelka trova comunque una propria ragion d’essere, peccato solo che la storia sia così sacrificata da una misura narrativa troppo breve.

Bonus 2: Infidel

infidel image comics fumetto

Pornsak Pichetshote è stato editor alla Vertigo ai tempi di Karen Berger e ora debutta come sceneggiatore con la serie Image Infidel, disegnata da Aaron Campbell (Uncanny) e colorata da José Villarrubia. Racconta di Aisha, una donna musulmana che vive con il suo compagno Tom, la figlia di lui Kris e la suocera. Tom però non si fida per nulla della propria madre, al punto che cerca di mettere in guardia Aisha e i due finiscono per litigare.

Fin qui può sembrare un family drama, ma già dalle primissime pagine si manifestano incubi minacciosi, ambienti inquietanti e una paranoia dilagante. Aisha e Tom vivono infatti in un palazzo dove è avvenuta una strage e i vicini guardano alla musulmana con occhi a dir poco preoccupati.

infidel image comics fumetto

L’obiettivo, spiega l’autore, era di realizzare un horror che riprendesse lo spirito di quelli Vertigo e che fosse sia spaventoso sia attuale. Un’operazione che, a giudicare da questo primo numero, parte con il piede giusto.  Anche se i disegni di Campbell sono forse un po’ troppo fotoriferiti ed eccedono negli effetti digitali, non mancano però mai di atmosfera, di uno storytelling fitto e soprattutto trovano acuti che colpiscono. Per esempio la seconda pagina, una doppia splash impressionante con la protagonista avvinta a una sorta di spirito cadaverico, o l’ultima, dove basta il dettaglio di un piccolo riflesso per caricare di tensione un’intera splash page in cui intenzionalmente non c’è molto altro da vedere. Tre gli endorsement di cui si fregia la serie ci son quelli di Jock, Mike Carey e Steve Niles: decisamente un bel biglietto da visita.

Bonus 3: Dry County

dry county rich tomaso image comics fumetto

Da poco concluso il primo arco narrativo di Spy Seal, ecco che Rich Tommaso lancia già una nuova serie, Dry Country, dove torna a guardare a Daniel Clowes come in alcuni suoi lavori precedenti. Il sottotitolo recita: A Lou Rossi Comics – The EVERYMAN Crime Series, ossia “un fumetto di Lou Rossi, la serie crime dell’uomo qualunque” dove “qualunque” è evidenziato dal maiuscolo.

Tommaso, ancora una volta autore unico dell’opera, racconta con largo uso di didascalie che replicano un diario, di un uomo appunto piuttosto qualunque, che vivacchia facendo il vignettista umoristico per un quotidiano. Incontra una bella bionda nella lavanderia del condominio e, al loro primo appuntamento, questa dice di essere vittima di un compagno violento, da cui starebbe cercando di liberarsi. Potrebbe anche essere sincera, ma la sua è anche chiaramente la tipica strategia da femme fatale.

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Come da qui procederà la serie è presto per dirlo e in realtà non è poi così importante, infatti i suoi punti di forza si sovrappongono alla trama: la prospettiva interiore del protagonista, le molte invenzioni di messa in scena, di storytelling e l’uso del colore.

Formalmente infatti Tommaso appare un disegnatore semplice, ma già l’uso dell’oblò della lavatrice, con la sua danza di indumenti che si fa metafora di un’affinità elettiva e del corteggiamento, è originale ed efficace. Così come le luci della discoteca nella prima scena, o il gusto pop di certe scene e dei colori stesi senza mezze tinte, o ancora l’insistenza sulle funzioni corporali, avvicinano Dry County a un gusto più da Fantagraphic che da Image Comics e confermano un talento tra i più prolifici e interessanti dell’attuale scena statunitense.

Bonus 4: Come Into Me

come into me black mask fumetto

Per Black Mask inizia la nuova serie della coppia di scrittori di The Dregs, Zac Thompson e Lonnie Nadler, questa volta coadiuvati dai disegni di Piotr Kowalski (Sex) e dai colori di Niko Guardia (The Gravediggers Union). Si tratta di Come Into Me, racconto dalla tematica vicina al transumanesimo e al cinema di David Cronenberg, dove una tecnologia sinistramente organica permette a due menti di condividere uno corpo e quindi un medesimo spazio mentale. L’ideatore di questa tecnologia crede che la coscienza sia prodotto di quell’architettura di cellule che costituisce il nostro cervello, considerato come un hardware biologico.

L’inventore ha però problemi di budget per ultimare il suo progetto, che immagina rivolto a un impiego medico. Viene avvicinato da una donna disposta a pagare per vivere questa esperienza di condivisione come se fosse una nuova ebrezza da provare. Lui è contrariato ma alla fine accetta e la ospita nella sua mente, in teoria già rodata da precedenti esperimenti. Eppure qualcosa va in modo anomalo, perché dopo quei momenti condivisi la sua percezione risulta sottilmente alterata.

come into me black mask fumetto

Qui ci fermiamo per non dire altro e anche perché il primo numero della serie non va molto più in là. D’altra parte l’idea è forte e soprattutto è rappresentata con grande attenzione al dettaglio e alla regia da Kowalski, che fa largo uso di strutture e scene speculari, visto che si tratta di due esseri umani che decidono di rispecchiarsi l’uno nell’altro. La diversità dei loro corpi – lui sovrappeso, lei anoressica – è ulteriormente efficace nel renderli complementari.

Kowalski poi ha modo di scatenarsi nelle parte più visionaria della storia, in una fusione di menti e ricordi che rompe le gabbie della linearità. Il fatto che il suo stile sia così definito e dettagliato diventa un valore aggiunto soprattutto in queste scene, dove il realismo cozza con l’immaginifico in una fertile collisione. Incisivo poi anche il cliffhanger conclusivo di questo primo episodio, di cui attendiamo il seguito con grande curiosità.

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