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RubricheLo scaffale di...Lo scaffale di Marta Quaglia

Lo scaffale di Marta Quaglia

Per la rubrica “Lo scaffale di…” abbiamo chiesto a Marta Quaglia di raccontarci le sue letture più recenti. Quaglia è autrice dei disegni del graphic novel Sette passi, pubblicato da Shockdom.

I tre cani, di Samuel Daveti e Laura Camelli

Marta Quaglia


Avete presente quei volumi che quando li sfogliate vi viene solo da pensare: «Cavolo! Anche io voglio disegnare così!»? Ecco, è quello che ho provato leggendo questo fumetto. Amo tutto del suo aspetto grafico! Amo il contrasto tra i personaggi “morbidi” e l’ambientazione cupa e inquietante. Ho sempre amato le fiabe nostrane, forse anche più di quelle dei fratelli Grimm e di Andersen.

Sono storie molto più cupe e spaventose rispetto a quelle a cui ci hanno abituato i due fratellini tedeschi e il danese sognatore quando eravamo bambini. I tre cani ti trascina in un mondo di fiabe oscure, dove i principi azzurri non esistono, i cavalieri non hanno un’armatura scintillante, le fate madrine non regalano bellezza e grazia e il “vissero felici e contenti” te lo devi guadagnare lottando.

Creepy Past, di Giovanni di Gregorio, Bruno Enna e Giovanni Rigano

Marta Quaglia

Amo le Creepypasta. Posso passare notti intere a leggere storie dell’orrore, con il rischio di non dormire per giorni. Quando la Bonelli annunciò l’uscita di questa serie, ero decisamente incuriosita, sia per la tematica trattata che per lo stile del disegno insolito.

Per adesso devo dire che mi piace: siamo ancora ai primi due numeri, ma già mi ha preso. Si vedono numerose citazioni alle Creepypasta più famose del web, come Slenderman e la SCP, e persino il protagonista maschile ricorda moltissimo Tim di Marble Hornets (sebbene in una versione molto più bambinesca), webserie che tratta a sua volta Creepypasta.

Se siete appassionati del genere e delle leggende metropolitane in generale non posso non consigliarvi la serie Creepy Past.

Il mio amico Incubo!, di Tommaso Valsecchi, Francesco Castelli e Valentina Grassini

Ero incuriosita da questo titolo da quando è uscito l’anno scorso, e solo ora sono riuscita a recuperarlo. Che dire, il mio sesto senso ci aveva visto giusto! Credo di non aver smesso di ridere dalla prima pagina fino all’ultima.

Adeline e Burrito mi hanno letteralmente conquistata, lei con il suo cinismo e lui con la sua ingenuità adorabile. Per non parlare dei disegni e del colore, che ricordano tantissimo lo stile di Cartoon Network. Tra l’altro è un’opera che ha tutte le potenzialità per funzionare come vero e proprio cartone animato! (psss! Cartoon Network??? Prendi nota!)

Cutie Honey – The origin, di Go Nagai

Di Go Nagai se ne parla tantissimo. Tutti hanno letto Go Nagai, tutti sono cresciuti con i cartoni di Go Nagai e tutti abbiamo visto la nuova serie firmata Netflix di Devilman: Crybaby. Sono stata davvero indecisa se parlare proprio di Devilman o Violence Jack, ma dato che il primo è stato molto discusso negli ultimi tempi e il secondo devo ancora concluderlo, vorrei concentrami sulla loro sorellina meno popolare qui in Occidente, ma che secondo me merita la giusta attenzione: Cutie Honey.

Cutie Honey è la capostipite delle eroine del Sol Levante. Non ci dobbiamo sorprendere se a una prima lettura ci sembrerà simile a opere come Sailor Moon o Kill la Kill, del resto Honey è stato il primo manga a trattare il genere dell’eroina emancipata che si salva da sola. Cutie Honey si distingue per la sua ironia grottesca, tipica di Go Nagai,  per le scazzottate stile supereroi americani e per l’ecchi prepotente, che per gli anni ’70 era una vera e propria novità. Consiglio Cutie Honey a tutti coloro che hanno necessità di staccare dalla realtà e dalla serietà, per lasciarsi andare a risate e tematiche leggere.

30 giorni di notte, di Steve Niles e Ben Templesmith

Ora che ho parlato delle ultime uscite, concludo con uno dei miei volumi preferiti. Ricordo che il film 30 giorni di buio mi era piaciuto molto all’epoca. Questo mi ha convinto a prendere la raccolta di tutti e tre i volumi a fumetti da cui era stato tratto il film.

Che dire di quest’opera? È fenomenale. La trama nella sua semplicità, unita a uno stile grafico pazzesco e horror, ti trascina in un racconto e un’ambientazione degna di John Carpenter. Ricorda molto, infatti, film come La Cosa e Distretto 13, con l’unica differenza che, invece di mostri alieni lovecraftiani e gang di malavitosi esaltati, qui i nemici d’affrontare sono vampiri. E non vampiri romanzati, ma vere e proprie bestie fameliche e violente, dotate di un’incredibile intelletto e discendenti di un clan antico e terribile. Se amate i vampiri brutti, violenti, sporchi e bestiali e le protagoniste dure.

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