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15 fumetti sulla Luna

La Luna ha ispirato spesso il fumetto, fin dai tempi di Winsor McCay o Antonio Rubino. In passato lo ha fatto con particolare frequenza tra gli anni Cinquanta e Settanta, ma anche negli ultimi anni si sono viste storie interessanti, in giro un po’ per tutto il mondo. Per testimoniare la ricchezza e la varietà delle sue suggestioni, abbiamo compilato una selezione di opere ‘lunari’ che vale la pena ricordare – e leggere, naturalmente.

Ci troverete un po’ di tutto: qualche classico indispensabile, qualche oscura gemma dimenticata – magari ancora inedita in Italia – e qualche stramba ma interessante interpretazione sul tema. Un tributo all’importanza della Luna per alcuni dei maggiori successi nella storia della Nona arte, e per alcuni dei suoi più grandi – e, a volte, saggiamente ‘stralunati’ – autori.

The Outer Space Spirit, di Will Eisner, Wally Wood e Jules Feiffer (1952)

Il canto del cigno del leggendario personaggio di Will Eisner. Dopo una decina d’anni, la fortuna del detective Denny Colt andava scemando, e l’autore se ne era un po’ allontanato, affidando le sceneggiature al suo assistente Jules Feiffer. Nel 1952, in piena moda di avventure-spaziali-con-dischi-volanti, Eisner decise di spostare The Spirit dagli scenari urbani di Central City alla Luna, spedendolo in una missione governativa: verificare, con uno scienziato e un gruppo di criminali ‘deportati’, gli effetti della vita nello spazio sugli uomini.

In quegli anni, nel fumetto di fantascienza statunitense, un talento brillava su tutti: Wallace “Wally” Wood. Eisner affidò a lui questo ciclo di storie, che Wood disegnò con la abituale eleganza nelle forme e nelle luci, basandosi sui layout di Feiffer. L’editore chiese però il ritorno del creatore ai disegni, e in 6 dei 10 episodi della saga Wood disegnò le sequenze nello spazio, Eisner quelle sulla Terra. La solitudine nel cosmo e i toni riflessivi non fecero la fortuna di questo “riposizionamento” del personaggio (particolarmente amato da Darwyn Cooke), e l’episodio successivo alla saga lunare, intitolato Danny Colt, UFO investigator, mise la parola fine a dodici anni di pubblicazione.

Tintin: Obiettivo Luna e Uomini sulla Luna, di Hergé (1950)

La sedicesima e la diciassettesima avventura – che compongono insieme un’unica storia – del giovane reporter giramondo creato dal belga Hergé, sono tra le più iconiche della serie. Anzi: sono ormai tra le più iconiche bande dessinée di sempre, grazie allo strepitoso design del razzo spaziale, alla suspense degli intrighi e al clima da Guerra fredda intorno alla conquista del cosmo.

La prima delle due storie vede Tintin e i suoi amici in cerca del professor Girasole, impegnato nella misteriosa nazione di Syldavia a progettare un razzo – rosso fiammante – destinato a portare il primo uomo sulla Luna. Negli anni della pubblicazione, tra il 1950 e 1954, il racconto emozionò i lettori facendoli sognare una fantascienza “possibile”. Ma nell’episodio seguente è il clima geopolitico a pesare sulla fiction, con le rocambolesche vicissitudini che coinvolgono il gruppo di esploratori: l’ossigeno a disposizione sulla Luna scarseggia, e l’aria è surriscaldata da tradimenti, spie ed equivoci – per fortuna, sciolti in tempo dal risoluto Tintin.

L’histoire du conteur électrique, di Fred (1995)

Quella che potremmo ricordare come la più poetica delle storie a fumetti dedicate alla Luna è contenuta in un album francese semi-dimenticato del geniale Fred, già creatore dell’immaginifico Philémon e fra i più stralunati fumettisti di sempre. Il presidente della rete tv Canale Io è furioso: l’audience crolla del 30% ogni settimana. Il motivo? Le persone, la sera, preferiscono ascoltare la Luna.

Il responsabile è un certo Signor Mousse, paralizzato a letto dopo un incidente durante un temporale – il momento in cui, da sempre, l’elettricità fa le bizze – mentre svolgeva il suo lavoro: la lettura dei contatori elettrici. Il suo unico sollievo, è il passaggio della Luna davanti alla finestra. Una sera, si rivolge alla Luna. Che sorpresa: risponde! E gli racconta splendide storie. Da allora si verifica uno strano fenomeno: tutte le persone i cui contatori elettrici sono scollegati ascoltano le storie trasmesse nella loro testa dal nostro rac-contatore elettrico. E in molti prendono a ‘staccare’ volontariamente i propri contatori…

Mooncop: poliziotto lunare, di Tom Gauld (2016)

Tom Gauld, stella dello humour minimalista britannico nel fumetto, racconta un surreale slice of life fantascientifico. Un racconto scarno e romantico, tinto di quella nostalgia che solo le storie che si consumano tra le stelle sanno avere. Il protagonista è un poliziotto lunare, cioè un comune agente delle forze dell’ordine che, però, è in servizio sulla Luna. Da solo: basta lui, a tenere d’occhio tutto il satellite.

L’umanità ha infatti ormai colonizzato la Luna, e qualcuno ci si è trasferito, ma i coloni sembrano ormai pochissimi: c’è un solo bar, per dire. Più che un pianeta pare un condominio e, presi dalla noia, uno dopo l’altro gli abitanti se ne stanno tornando sulla Terra, lasciando spazio a qualche robot di servizio. Il poliziotto chiederà il trasferimento, ma nessuno vuole prenderne il posto. Finché una piccola novità porterà nuove prospettive al piccolo mondo che lo sconsolato poliziotto lunare non riesce ad abbandonare.

Licantropus, di Gerry Conway e Mike Ploog (1972)

Il principio fantastico è lo stesso dappertutto, dalla letteratura al cinema: notte, Luna piena, lupi mannari. Negli anni Settanta, in cerca di nuovi filoni narrativi da esplorare, Marvel Comics lanciò un’intera linea di fumetti “del terrore”, e tra di essi non poté mancarne uno dedicato proprio a un licantropo, intitolato Werewolf by Night, ormai un classico del genere “horror di/con supereroi”.

Il protagonista della serie era Jack Russell, vittima di una maledizione ricevuta (suo malgrado) in eredità il giorno del suo diciottesimo compleanno. In Italia la serie fu ribattezzata Licantropus dalla Editoriale Corno ed è ancora oggi oggetto di nostalgia da parte dei lettori Marvel che la apprezzarono all’epoca sulle pagine della collana Gli Albi dei Super-Eroi. Il personaggio è stato più volte rilanciato nel corso degli ultimi decenni dalla casa editrice, ma quasi sempre con risultati sotto le aspettative. Non ci sono più i licantropi di una volta…

Nuno salva la Luna, di Marino Neri (2019)

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Se la Luna continua a fare sognare grandi e piccini, questo recente fumetto dell’italiano Marino Neri è proprio rivolto ai lettori più giovani. Il protagonista è Nuno, un bambino alieno incaricato di salvaguardare una stazione ubicata proprio sul satellite della Terra.

Nelle sue giornate sembra non succedere mai nulla di entusiasmante, almeno finché qualcosa non succede davvero, e il protagonista si trova a doversi fare carico delle proprie responsabilità. Tra suggestioni che spaziano da Moebius a Dragon Ball, nel fumetto di Neri la Luna è un territorio in parte vergine, in grado di lasciare vagare e respirare la fantasia.

Peanuts, di Charles Schulz (1969)

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Alla NASA sul finire degli anni Sessanta c’erano molti fan dei Peanuts. I due moduli dell’Apollo 10 furono infatti battezzati Snoopy e Charlie Brown, e nel 1968 fu istituito il premio per i dipendenti “Silver Snoopy Award” (ma non solo: lo hanno vinto anche gli orologi Omega). Naturalmente esistono numerose foto di pupazzi del bracchetto nei laboratori dell’ente spaziale e, come portafortuna, in braccio a diversi astronauti. Per non dire dello Snoopy Astronauta, un cui disegno – realizzato ad hoc da Schulz per la NASA – ha ispirato proprio la spilletta del Silver Snoopy Award.

Nonostante i dirigenti avessero vietato l’utilizzo di nomi buffi per la spedizione dell’Apollo 11, Schulz decise di omaggiare l’amore per i suoi personaggi da parte degli uomini della NASA facendo partire Snoopy per lo spazio l’8 marzo 1969 in uno dei suoi viaggi impossibili. Il suo allunaggio risale al 14 marzo: «Ce l’ho fatta! Sono il primo bracchetto sulla luna! Ho battuto i russi… Ho battuto tutti… Ho anche battuto quello stupido gatto dei vicini!».

Martin Mystère n. 295: Cospirazione Luna, di Alfredo Castelli, Stefano Vietti, Enrico Bagnoli, Maurizio Gradin (2007)

I più informati tra voi ormai lo sanno molto bene: l’allunaggio del 1969 è un falso storico. Un complotto. Ordito da chi? Dalla NASA stessa, sostiene questa paradossale avventura di Martin Mystère: l’agenzia spaziale americana avrebbe realizzato appositamente delle false riprese dell’allunaggio, per alimentare essa stessa le teorie del complotto. Perché? Semplice: volevano farci credere che nessun uomo è mai stato sulla Luna, così da mantenere vivo il mito del satellite da raggiungere.

Mystère non crede alle teorie del complotto, eppure rimane coinvolto in una arzigogolata vicenda di cospirazioni al quadrato. Lo sbarco ‘vero’ sulla Luna, forse, è avvenuto in un punto diverso da quello che tutti credono… D’altra parte, a ormai 47 anni dall’ultima missione umana sulla Luna – realizzata nel 1972 – la storica impresa di Armstrong e dei suoi colleghi ha assunto i contorni di una leggenda: un mystero perfettamente adatto alle indagini del Detective dell’Impossibile.

Planetes, di Makoto Yukimura (1999)

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Nel 2075 di Planetes, la Luna è stata ampiamente colonizzata, e fa da punto di riferimento per la conquista prima di Marte e poi di tutto il Sistema solare. Quello di Yukimura è però un racconto di fantascienza atipico, che mette al centro un gruppo di “netturbini spaziali”, operai dello spazio che si occupano di ripulire rottami e detriti che vagano nell’orbita terrestre, per impedire che danneggino satelliti e navicelle.

Il tema chiave, in questo manga dai toni realistici punteggiati da momenti di commedia, è una lettura ‘critica’ dell’esplorazione spaziale: lo sfruttamento delle risorse minerali ed energetiche. Il protagonista, il giovane ‘spazzino spaziale’ Hochi Hoshino che sogna un’astronave tutta sua (e che riuscirà a partecipare alla prima missione umana su Giove), si dovrà però confrontare con le grandi sfide fisiche e psicologiche della vita da astronauta, e con difficili domande esistenziali: come affrontare la solitudine nello spazio? Questo manga è appena stato ripubblicato in Italia da Panini Comics in un unico volume, in occasione di una doppia celebrazione: il cinquantesimo dell’allunaggio, certo, ma anche il ventennale dell’opera stessa.

Dick Tracy: Moon Period, di Chester Gould (1964)

Era il 27 agosto del 1962 quando nelle storie di Dick Tracy apparve per la prima volta la Space Coupe, un’astronave spaziale. Chester Gould la introdusse con l’intento di dare una svolta fantascientifica alla serie che, in quel periodo, stava attraversando un momento di stanca creativa. Forse il modo migliore per rinvigorire Dick Tracy era proprio quello di dargli una scossa, toglierlo dalle strade infestate di gangster e spedirlo sulla Luna.

Nella tavola domenicale del 29 dicembre 1964, una telefonata avvertiva Tracy che la Space Coupe era tornata dalla Luna con a bordo un alieno. Una (specie di) donna, per l’esattezza. Bizzarra quanto attraente, con gli occhi spiritati e cornine da lumaca sulla testa, Moon Maid veniva dalla Moon Valley ed era la figlia del sovrano dei cosiddetti “lunariani”. Mentre Tracy viveva le sue avventure tra la Terra e la Luna, suo figlio adottivo si sposava con Moon Maid e gli regalava una nipotina, Honeymoon Tracy, dagli strani poteri paranormali.

Insomma, le cose per il poliziotto dal naso adunco non furono più le stesse. Ma le stramberie dopo un po’ sono di troppo e nel 1969, proprio quando l’uomo mise piede per la prima volta sulla Luna, Tracy fece definitivamente ritorno sulla Terra. Gould si affrettò a tirare le fila delle trame lunari, delle quali rimasero solo pochi echi, e a catapultare il personaggio negli anni Settanta fornendogli un nuovo look composto da baffi e capelli lunghi. Ma questa è un’altra storia…

Uchu kyodai – Fratelli nello spazio, di Chuya Koyama (2008)

Hibito e Mutta Nanba sono due fratelli. Entrambi sognano di diventare astronauti ed essere i primi giapponesi a mettere piede sulla Luna. Una volta cresciuti, Hibito riesce a realizzare il suo sogno, mentre Mutta rimane fermo sulla Terra, almeno finché non viene improvvisamente accettato da un nuovo programma spaziale, che gli concede l’opportunità di realizzare a sua volta il proprio sogno.

Fratelli nello spazio mette a confronto due sensibilità distanti e le fa collidere in un racconto di sogni e ambizioni spesso toccante. Al centro c’è la Luna, così esotica, amata e vera, che dà motivazione ai personaggi in un viaggio arrivato a contare finora ben 35 volumi. Un dettaglio: il manga, grazie alla cooperazione con JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, rispecchia i reali addestramenti a cui sono sottoposti gli astronauti e i processi coinvolti nella gestione di un viaggio spaziale.

Zio Paperone e il rimbombo lunare, di Guido Martina e Romano Scarpa (1970)

In un mondo privo di continuity come quello dei fumetti Disney ci possono essere infinite “origini” e prime volte. Nonostante ci fossero già stati numerosi viaggi nello spazio e sul nostro satellite, la storia di Martina e Scarpa (con inchiostri di Giorgio Cavazzano) mostra il primo allunaggio di un modulo lunare, che crea un rimbombo anomalo percepito dagli strumenti terrestri. Com’è possibile che la Luna sia vuota?!

La cavità è un deposito costruito in segreto anni prima da Paperone e Archimede per contenere un tesoro: le monete che raccontano la storia della Dinastia dei Paperi. I due corrono a recuperare il tesoro prima che venga scoperto da qualche astronauta, ma nell’atterraggio si perdono quasi tutte le monete. Le superstiti, una volta sfregate, mostreranno le vicende degli antenati di Paperone.

La storia, fortemente ispirata ai viaggi spaziali dell’epoca, è il capitolo d’apertura della prima grande saga Disney fatta in Italia: Storia e gloria della dinastia dei paperi, scritta da Martina e con Scarpa e Giovan Battista Carpi ad alternarsi alle matite. Le vicende si sviluppano in otto episodi su altrettanti numeri di Topolino, dal 749 al 756 del 1970, a ognuno dei quali è abbinata una moneta, uno dei primi gadget serializzati con il settimanale, il primo abbinato a una storia a puntate.

Dragon Ball, di Akira Toriyama (1984)

Fin dai primi capitoli della saga, la Luna è stata una fonte di grosse complicazioni per i personaggi di Akira Toriyama. Tra le varie capacità di Goku – il protagonista principale di Dragon Ball – c’è infatti quella di diventare un grosso scimmione incontrollabile e dalla forza devastante alla semplice vista della Luna piena.

Lo stesso accade poi a tutti i Saiyan, la razza a cui appartengono Goku, Vegeta e altri personaggi della saga. L’origine della trasformazione è nella coda da scimmia che questi esseri alieni possiedono, tanto che Goku a un certo punto se la fa tagliare per eliminare il problema alla radice. Non prima, però, che il Maestro Muten – il primo insegnante di Goku – pensi di distruggere la Luna, scoprendo che la trasformazione avviene anche alla presenza di altri satelliti…

Jeff Hawke, di Sydney Jordan (1955/1974)

Di questi tempi, lo ricordiamo tutti: lo sbarco umano sulla Luna è avvenuto nell’estate 1969. Jeff Hawke però è il solo fumetto ad averlo previsto, e con ben dieci anni di anticipo. Peraltro, con sorprendente precisione, sbagliando di un pugno di giorni.

La striscia era ambientata in un “futuro prossimo”, ovvero i nostri anni Novanta: l’umanità ha ormai raggiunto Plutone e Jeff, intrepido pilota spaziale britannico, viaggia per il Sistema Solare incontrando decine di razze aliene diverse. Pubblicata dal 1954, creata dall’ex aviatore Sydney Jordan e scritta dal suo vecchio amico William Patterson, Jeff Hawke non era un gran successo. Era sì pieno di stravaganti e divertenti creature aliene, ma i toni erano placidi, spesso quasi filosofici: era nata la prima striscia di fantascienza per lettori adulti. Nella puntata del 21 novembre 1959, grazie a una targa apposta sul nostro satellite, apprendiamo che gli uomini sono atterrati sulla Luna il 4 luglio 1969. Un errore di soli 17 giorni.

Wet Moon, di Atsushi Kaneko (2011)

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Ambientato sul finire degli anni Sessanta in una cittadina di mare, Wet Moon è un poliziesco hard-boiled in cui il giovane ispettore Sada è alle prese con un caso di omicidio a opera di una donna misteriosa da cui è ossessionato. Lo stile di Atsushi Kaneko, già autore del notevole Soil, è inconfondibile: scorrazza a piede libero nel cinema di genere e mette in scena, con il suo segno netto e cinico, un cast denso di personaggi magnificamente caratterizzati.

Sullo sfondo di questa caccia all’uomo enigmatica e misteriosa c’è la Guerra fredda, legata alla sfida USA-URSS per la conquista della Luna. Quest’ultima è vera e propria co-protagonista della storia, presenza evocativa e simbolica, feticcio perfetto all’interno di stranianti e surreali atmosfere lynchiane.

Leggi anche: 20 fumetti da ricordare usciti nel 1999

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