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Un fumettista italiano perde lavoro per CNN, accusato da autori trumpiani di fake news

gianluca costantini cnn
Gianluca Costantini

Il fumettista e illustratore Gianluca Costantini ha raccontato sul proprio blog come sia stato accusato di antisemitismo dalla destra americana e di come questo abbia portato alla fine della sua collaborazione con l’emittente televisiva statunitense CNN.

Il fatto è avvenuto nell’ottobre del 2018, ma Costantini ha spiegato di aver trovato la forza di raccontarlo solo ora, dopo aver letto il commento del vignettista Patrick Chappatte sulla decisione del New York Times di non pubblicare più vignette di satira politica dopo una vignetta ritenuta antisemita.

Costantini ha collaborato con la CNN per tutto il 2018, seguendo e illustrando eventi sportivi come le Olimpiadi invernali in Corea del Sud, i Mondiali di Calcio in Russia e il torneo di tennis parigino del Roland Garros, realizzando inoltre altri disegni per i network di CNN Sport.

Poi, dall’8 ottobre 2018 la sua collaborazione è cessata per una decisione unilaterale dell’emittente. Il provvedimento è arrivato dopo che il profilo Twitter Partisangirl, di proprietà della commentatrice e youtuber siriana Maram Susli, aveva ritwittato un disegno satirico del 2016 di Costantini in cui veniva ritratto un terrorista dell’Isis che si toglieva una maschera raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

«Ammetto che il disegno era forte e provocatorio – spiega Costantini – ma si andava ad inserire in una situazione geopolitica del 2016 molto complessa e faceva parte di un racconto di disegni più ampio legato a quanto stava succedendo in quel momento a Gaza e in generale nel complesso quadro medio – orientale. Estrapolato e pubblicato in questa maniera strumentale poteva essere letto in maniera totalmente diversa.»

Maram Susli è nota per i suoi video sulle teorie del complotto (sull’11 settembre e sugli Illuminati, per esempio) e per i suoi discorsi sulla guerra civile siriana e sulle guerre in cui sono coinvolti gli Stati Uniti in Medio Oriente. Inoltre ha collaborato per il sito di fake news InfoWars e con i podcast dell’ex capo del Ku Klux Klan David Duke e del negazionista dell’olocausto Ryan Dawson.

Costantini racconta di aver cancellato subito il suo post ritwittato «perché sentivo puzza di bruciato e soprattutto di strumentalizzazione». Poco dopo, però, il tweet di Partisangirl è stato ritwittato e commentato da Arthur Schwartz, che «casualmente aveva già fotografato lo schermo e memorizzato il vecchio tweet», il quale ha chiamato in causa la CNN. «Dal suo testo si capiva dove tutto ciò doveva andare a parare. È facile capire che i due profili sono collegati. L’operazione doveva andare a colpire CNN e accusarla di antisemitismo oppure di lavorare con antisemiti.»

Schwartz è un sostenitore dichiarato di Donald Trump, è amico del figlio Donald Jr. ed è vicino a personalità dell’Alt-right come Milo Yiannopoulos e Steve Bannon e a politici repubblicani come Anthony Scaramucci. Consigliere politico, passa gran parte del suo tempo su Twitter a commentare e attaccare democratici e stampa. «Io non lavoro nel governo, non lavoro per una campagna. Sono fondamentalmente un fottuto troll su Twitter», ha detto Schwartz a un giornalista del Daily Beast che ha provato a capire il suo operato e la sua posizione all’interno dei sostenitori e dell’organizzazione di Donald Trump.

Il giornalista Matt Dormic della CNN Comunications ha risposto al tweet di Schwartz sollevando l’emittente da ogni responsabilità, specificando come Gianluca Costantini non fosse un dipendete di CNN ma un libero professionista chiamato a collaborare: «Non posso dirti perché ha cancellato il suo tweet ma Gianluca Costantini non è un nostro dipendente».

«L’editor di CNN Sport con cui lavoravo – racconta Costantini – mi disse che fino a che non avesse parlato di persona con il suo capo non avrei potuto più lavorare con loro. Il 9 novembre mi scrisse: “Non potremo usare di nuovo i tuoi disegni. C’è molta preoccupazione per la reputazione della CNN. Mi dispiace, perché è stato fantastico lavorare con te. Cordiali saluti”.»

Costantini ha poi risposto al suo (ex) editor provando a spiegare le sue motivazioni:

«Sono davvero dispiaciuto per quello che è successo e in particolare per averti esposto in questo guaio. Mi dispiace ma sono anche un po’ arrabbiato per la decisione di CNN, perché la trovo davvero ingiusta.

Non sono mai stato attaccato da nessuna organizzazione ebraica per il mio lavoro, ho molto spesso lavorato per i diritti della comunità ebraica, del passato e del presente. E trovo che sia ingiusto abbandonarmi, anche se sono un libero professionista, solo perché una singola persona, la cui identità non è chiara, ha attaccato un disegno fatto 3 anni fa, che fuori dal contesto storico potrebbe essere frainteso.

Forse è stato un errore inserire nel mio profilo che lavoro per lo sport CNN, ma in Italia lo facciamo in questo modo, non significa che sei un dipendente fisso.»

«Non mi sento in colpa per i miei disegni perché sono convinto che in loro non esiste razzismo, antisemitismo o pregiudizio, ma solo critiche contro un governo» conclude il suo racconto Costantini. «Tuttavia è un fatto che è facile colpire con questa accusa infangante collaboratori freelance, o anche giornalisti dipendenti, perché si fa leva su la sottile ipocrisia della reputazione: che sia vera o meno un’accusa non conta, conta quello che “si dice sulla rete”.»

Leggi anche: Gianluca Costantini è stato premiato da Amnesty International

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