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NewsMigliori Fumetti 2019 – International: Singapore

Migliori Fumetti 2019 – International: Singapore

Durante i mesi di marzo e aprile, Fumettologica pubblicherà ogni giorno una speciale rassegna sul meglio del fumetto mondiale nel 2019. Si tratta della traduzione, con qualche contributo inedito, del ‘best of’ che il britannico Paul Gravett – il più importante critico di fumetti europeo, definito da Neil Gaiman “The man at the crossroads” – pubblica ogni anno sul proprio sito.

La selezione è un’autentica bussola sulle novità e le tendenze soprattutto nell’ambito del graphic novel (ma non solo), è seguita da molti professionisti dell’editoria di fumetto, ed è realizzata grazie alla collaborazione di una vasta rete di corrispondenti stranieri (per l’Italia, il nostro direttore Matteo Stefanelli). Soprattutto, si tratta di una playlist utile per scoprire quali sono le opere più interessanti pubblicate in Paesi che vanno al di là dei tre mercati principali del fumetto globale – Giappone, Stati Uniti, Francia – e che quest’anno sono 15, dall’Argentina alla Corea del Sud a Singapore.

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Singapore

Terumbu, Cheah Sin Ann (editore: Cosh)

Il libro è uscito in realtà nel 2018, ma grazie alla mostra retrospettiva che gli è stata dedicata nel marzo 2020, vale la pena ridargli un’occhiata. Cheah Sin Ann ha disegnato una delle prime longeve serie a fumetti di Singapore, The House of Lim, serializzate su The Straits Times dalla fine degli anni Ottanta lungo poi gli anni Novanta. Di recente, si è avventurato nel campo del graphic novel con The Bicycle (2014), un’avventura ambientata durante l’occupazione giapponese di Singapore (1942-45), che è stato pubblicato anche in Francia.

Il suo graphic novel più recente, Terumba (che in lingua malese vuol dire barriera corallina) è una storia ambientata in alto mare lungo lo Stretto di Malacca nel Diciannovesimo secolo. Racconta la storia d’amore tra un umile giovane pirata e una razza aristocratica malese, sullo sfondo del declino della pirateria nella regione, con l’ascesa dell’imperialismo britannico e l’arrivo dell’epoca moderna.

Cheah romanticizza la pirateria, il ritratto che fa dei malesi è stereotipato, e quello dell’imperialismo britannico è acritico. Ma lo si può perdonare visto che, come ha dichiarato, la sua ispirazione sono i vecchi film di P Ramlee. Vuole solo raccontare una storia di azione divertente e semplice, che rappresenta il suo tributo al sultano del cinema malese degli anni Cinquanta e Sessanta. Terumbu fa parte di Cosh (Comics of Singapore Histories), che pubblica graphic novel che usano la Storia e il passato come base per storie di fantasia. Nota a margine: io sono uno dei fondatori del Cosh e curatore della serie.

Prodigy Vol 1: Blade of the Chrysalis [“Prodigio Vol 1: La lama della crisalide”], Dave ChuaKoh Hong Teng (editore: Pause Narratives)

Koh Hong Teng si è dato particolarmente da fare negli ultimi due anni. Oltre ad aver pubblicato tre libri (The Prodigy Vol 1, The Brook’s Clown e The Assassin), ha tenuto la sua prima mostra personale e l’anno scorso è stato ospite del Singapore Comic Con.

Tra i tre fumetti, The Prodigy Vol 1, può essere considerato il migliore. È una nuova iniziativa di autoproduzione degli scrittori Dave Chua e Koh Hong Teng, che già avevano collaborato con Liquid City Vol 2 (Image Comics, 2010) e su un adattamento del romanzo del 1997 di Chua intitolato Gone Case (2010-2011). Spostandosi dal realismo sociale alle storie fantasy di combattimento con le spade, Chua e Koh hanno deciso di allontanarsi dal trend di fumetti dai temi seri che trova ampio spazio a Singapore, toccando così uno stile invece più mainstream. Non posso però dire che questo approccio sia riuscito fino in fondo.

Seppur lavorando all’interno del genere d’azione, non riescono a fare a meno di inserire commenti sui temi sociali in The Prodigy, un racconto progettato in sei volumi ispirato alle storie del gigante del genere wuxia, Louis Chia, al lavoro del fumettista taiwanese Chen Uen e ai nuovi generi come il silkpunk (allos crittore Ken Liu, per fare un esempio). In questo primo volume molto spazio è occupato dall’introduzione al contesto, togliendo spazio alla storia. Koh non ha ancora fatto i conti con la sua abitudine di disegnare personaggi troppo simili tra loro e ciò rende difficile seguire la storia (una lista dei personaggi all’inizio del volume sarebbe stata utile). Chua avrebbe anche potuto asciugare di più alcuni dialoghi.

Ma man mano che si viene coinvolti dalle molteplici trame e dal cast di strani personaggi, questi difetti passano in secondo piano. Imperi in conflitto, creature misteriose, un eroe travagliato, un giovane teppista ispirato a Yang Guo (il vivace eroe di Return of the Condor Heroes di Louis Chia); una coppia di fratello e sorella che sono molto più di ciò che sembrano. Impossibile che non piaccia. Chua e Koh si dimostrano ambiziosi nel tentativo di aprire nel fumetto una nuova strada nel racconto sword-fighting. Date un’occhiata anche a The Brook’s Clown e The Assassin.

All That Remains [“Tutto ciò che rimane”], James Tan (editore: Lien Foundation/Alzheimer’s Disease Association)

La medicina grafica arriva finalmente anche a Singapore. Recentemente Sonny Liew è salito sul carro, ma il primo ad avventurarsi in questo genere è stato James Tan, qualche anno fa. È importante discutere argomenti complessi come morte, invecchiamento, e malattie come l’Alzheimer. C’è inoltre la necessità di mettere al primo posto il rispetto per chi si prende cura dei malati.

Scritto e disegnato nell’ormai tipico stile “pigro” di James Tan, All That Remains affronta anche altri argomenti, soprattutto il rapporto tra gli anziani e i bambini. Non è facile tornare ad abitare con i genitori dopo vent’anni per prendersi cura di loro. Resta solo il silenzio. Ma ciò che importa è la tua presenza al loro fianco. Questo libro è realizzato con lo scomparso James Teo del marchio di design Ampulets. Viene distribuito gratuitamente ed disponibile anche online.

Random Line-Drawings [“Disegno libero al tratto”], Fish Wu (editore: Solofish)

Non esattamente un fumetto di Singapore, ma l’illustratore Fish Wu ha vissuto per molti anni a Singapore e ha fatto parte della comunità urbana di sketcher. Originario della Cina, si è poi trasferito in Corea del Sud.

Il suo secondo libro di sketch e di disegni liberi al tratto, realizzati in uno stile che ricorda i libri cinesi lianhuanhua è pieno di prospettive affascinanti sulla vita a Singapore. Ci sono anche un paio di storie brevi a fumetti che catturano la tipica sensazione di starsene fuori la sera a bere birra con gli amici. Autoprodotto in duecento copie, quindi difficile da reperire ma varrebbe lo sforzo.

The Mandai Inferno, Weng Pixin (pubblicato online)

Singapore ha accolto i duecento anni del Singapore moderno (corrispondente all’arrivo degli inglesi nel 1819) con critiche sul fatto che il governo stesse in realtà festeggiando il colonialismo. Comunque, il Singapore Bicentennial Office ha sponsorizzato la creazione di fumetti sulla storia del Paese disponibili esclusivamente only available online. Il che è sempre un’ottima cosa. Ecco la lista completa degli autori: Weng Pixin, David Liew, Darel Seow, Andrew Tan, Foo Swee Chin e Dan Wong. Vale la pena leggerli tutti.

Di particolare interesse è la delicata storia di  Weng The Mandal Inferno, che racconta di un contadino che si offrì volontario per combattere contro i giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Non ci sono drammatizzazioni in stile hollywoodiano, ma i toni caldi del segno e dei colori di Weng lasciano impressioni dense e pregnanti. Weng sarà anche la prima autrice di Singapore a essere pubblicato dalla canadese Drawn & Quarterly, la sua graphic novel Sweet Time prevista in uscita per giugno 2020.

Storie brevi, illobyanngee (pubblicato su Instagram)

Alcune delle cose migliori si trovano online e sui social. In questo caso: le storie brevi a fumetti dell’illustratrice Neo Anngee sulle classi e la società a Singapore. Sono pungenti, critiche, divertenti e coraggiose. Non è frequente imbattersi in storie così. È raro che gli autori affrontino la questione della povertà.

Segnalo: Masters of Living Minimally (“Maestri del vivere minimale”), How I Listened to Well-Meaning Advice (“Come ho ascoltato un utile consiglio”) e Found a Happily Ever After: A Guide to Curing the Cursed State of Singlehood and Channel Your Inner Chan Chun Sing This Chinese New Year (“Un lieto fine: Guida a come curare la maledetta condizione del single e incanalare il tuo Chan Chun Sing interiore in questo nuovo anno cinese”). Con titoli così lunghi che fanno venire voglia di leggere immediatamente le storie. Qualcuno dia un contratto a questa donna !

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Questa selezione dei migliori fumetti 2019 pubblicati a Singapore è firmata da Lim Cheng Tju. È stata pubblicata sul sito www.paulgravett.com, e la traduciamo qui con il permesso degli interessati.

Lim Cheng Tju scrive di storia e cultura popolare di Singapore. È co-autore di The University Socialist Club e Contest for Malaya: Tangled Strands of Modernity (Amsterdam University Press/NUS Press) e ha co-curato Liquid City Vol 2 (Image Comics), una antologia di fumetto del sud-est asiatico. È il curatore per il proprio Paese dell’International Journal of Comic Art e i suoi articoli sono apparsi nel Journal of Popular Culture e su Print Quarterly. È stato tra i consulenti per la mostra itinerante Mangasia. A volte scrive anche fumetti.

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