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NewsIl futuro di DC Comics è cupo, ma ottimistico

Il futuro di DC Comics è cupo, ma ottimistico

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Un anno fa, DC Comics era stata colpita da tagli ingenti che avevano portato a un ridimensionamento. A settembre 2020, Daniel Cherry III, ex-dirigente marketing del ramo eSport di Activision Blizzard, è stato assunto come Senior Vice President e general manager, con il compito di gestire gli aspetti economici della compagnia, oltre a essere lo sparring partner di Jim Lee, direttore creativo di DC Comics.

Cherry ha messo a segno operazioni importanti, come la collaborazione con il videogioco Fortnite che ha fatto registrare vendite importanti in tutto il mondo, grazie all’inclusione nei fumetti DC di codici per accedere a contenuti esclusivi. Per tutta una serie di fattori (in primis i cinque nuovi film in arrivo nel 2022 tra cui il nuovo Batman e la recente fusione tra WarnerMedia e Discovery, che ha portato alla nascita di Warner Bros. Discovery), il futuro è incerto, cupo, eppure ottimistico.

In un’intervista all’Hollywood Reporter Cherry e Lee hanno parlato della loro visione per ciò che attende la DC, che si poggia su “quattro R”: «Raggiungere il pubblico, essere rilevanti, responsabili e attenti al ritorno economico» ha spiegato Cherry. «Quando parliamo di “ritorno economico” non ci limitiamo alla DC ma anche alle fumetterie, agli autori che realizzano i fumetti e a tutti quelli che aiutano a tenere in piedi questa industria.»

Secondo i due, la DC Comics del futuro deve preoccuparsi di raggiungere un pubblico quanto più globale possibile e di essere rilevante e responsabile nei confronti dei lettori e degli operatori di settore: «Ci deve essere un dialogo attivo attorno a questa forma d’arte e queste storie» afferma Cherry. «Sì, ci sono i film e i cartoni, ma crediamo che la pietra angolare di tutto siano il fumetto e le storie che abbiamo ereditato. […] Ci sono tanti giovani appassionati che non sono mai stati in una fumetteria, quindi dove li intercettiamo? Come costruiamo un ponte? Potrebbe essere grazie allo smartphone, dove possono trovare contenuti con più facilità.»

Lee ammette però che l’universo narrativo di DC Comics è ancora molto concentrato sul Nord America e che «c’è molto lavoro da fare e molte opportunità da cogliere per diversificare, creare nuove idee e personaggi, lavorare con nuovi autori e portare autenticità nelle storie, grazie all’incontro con altre culture, per rendere questo universo rilevante e vivo». In materia di fumetti creator-owned, in cui gli autori sono proprietari della loro creazione, Lee afferma che non ne produrranno così tanti come succedeva ai tempi d’oro di Vertigo, ma che «sceglieremo i progetti giusti perché abbiano più risalto possibile».

Durante quest’anno e mezzo di pandemia, DC Comics ha cambiato distributore e nel frattempo il mercato dei fumetti ha registrato un incremento delle vendite. Cherry conferma che a guidare le vendite ci sono ancora i fumetti fisici, gli albi e i volumi che si possono comprare in fumetteria e nelle librerie di varia, ma che il mondo digitale è uno strumento per estendere l’esperienza della copia fisica e «creare una comunità mondiale», lavorando a prodotti che siano di facile reperibilità e fruizione, soprattutto nell’ambito dei social network.

«Più metti un lettore nelle condizioni di scoprire e condividere facilmente un prodotto, più è probabile che poi quel lettore entri in una fumetteria.» Cherry insiste sul concetto di “community” e mantiene una certa ambiguità sulla questione, facendo intendere che l’editore sta pensando a iniziative che non hanno a che fare con la fruizione dei fumetti in digitale.

Per Lee, la fusione tra Warner e Discovery non inciderà sull’attività di DC Comics, «però ci siamo divertiti a pensare a idee tipo la King Shark Week», un riferimento alla Shark Week di Discovery Channel e al personaggio DC King Shark, presente anche nel film The Suicide Squad – Missione suicida di James Gunn.

«Alla fine della fiera» dice Lee, «non saprai mai cosa diventerà un successo. Non è sempre chiaro e prevedibile, ed è per questo che c’è bisogno di una spinta creativa forte alla base di tutto. Immagini idee che potrebbero essere usate domani o tra 5 o 10 anni. La missione è ideare contenuti quanto più possibile belli e autentici.»

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