Eterni 1, di Kieron Gillen ed Esad Ribic (Panini Comics)
In concomitanza con la loro trasposizione cinematografica in Eternals, gli Eterni sono tornati con una nuova serie a fumetti e un team creativo di peso: Kieron Gillen (Wicked + the Divine, Young Avengers) ed Esad Ribic (Silver Surfer: Requiem, Thor, Secret Wars). Nati nel 1976 per mano di Jack Kirby, questi personaggi sono il risultato delle manipolazioni genetiche di potenti alieni chiamati Celestiali avvenute durante la preistoria. Partendo dalle scimmie che popolavano la Terra, i Celestiali produssero 100 Eterni e 100 Devianti, esseri deformi e malvagi.
Figure di secondo piano nell’economia generale dell’universo Marvel, per anni sono stati bistrattati da autori che, probabilmente, non ne hanno mai compreso le potenzialità. Gillen e Ribic, invece, puntano al massimo dell’impatto con una storia che vede gli Eterni investigare sulla morte del loro leader Zuras.
I primi sei numeri della serie sono fatti di intrighi di palazzo, relazioni tra personaggi, qualche scontro con l’avversario di turno, riflessioni sulla natura del divino e sulle responsabilità del supereroe. Gillen presenta gli Eterni come personaggi nuovi e vecchi allo stesso tempo, bilanciando tra i dettagli introduttivi e gli elementi che gli servono per portare avanti la nuova storia, mentre l’azione e l’avventura sono relegate ai margini di una vicenda sofisticata che non cerca facili ammiccamenti agli appassionati di continuity.
Eterni di Gillen e Ribic è un susseguirsi di spazi maestosi, che lo sono anche quando non dovrebbero, facendo sembrare le fogne di New York – in cui è ambientato uno scontro tra Ikaris e un Deviante – o la periferia di una città luoghi degni di un re. Non c’è da stupirsi che sia stato scelto come disegnatore Ribic, reduce da alcuni anni passati a disegnare egregiamente Thor e ormai abituato alla dimensione della regalità di corte. In questo primo volume di Eterni è chiara una cosa: la direzione intrapresa è nuova e diversa rispetto alle precedenti versioni di questi personaggi, l’approccio è adulto e quasi drastico, specialmente per un franchise sull’orlo del mainstream. Qui c’è la nostra recensione.
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