Luca
Luca, il film Pixar di questa annata cinematografica (uscito in estate su Disney+), racconta l’amicizia tra due giovani mostri marini mutaforma, Luca e Alberto, e una bambina umana di nome Giulia sullo sfondo dell’immaginario paesello ligure di Portorosso, nell’Italia di metà Novecento.
Omaggio del regista genovese Enrico Casarosa al proprio paese d’origine, la pellicola è ispirata alla sua infanzia e alle sue passioni (i racconti immaginifici di Italo Calvino e lo stile di disegno di Hayao Miyazaki), con ambizioni che stanno totalmente da un’altra parte rispetto alle produzioni Pixar recenti.
Luca non è un ambizioso racconto sul senso della vita (come Soul), non è una produzione che rilancia una storia nota, ampliandone la portata (come Gli Incredibili 2 e Toy Story 4), né una produzione originale riempita di stimoli, cambi di scena e cast enorme di personaggi (vedi Coco o Onward). È un film che lavora di sottrazione, con poche – ma fondamentali – dinamiche e uno stile visivo da libro illustrato, distante anni luce dal piglio iperrealista di Toy Story 4 e Soul, dove strade, negozi e riflessi erano ricreati con precisione fotografica.
Luca è invece un film con pochi personaggi, provinciale, insulare, con tempi e modi laschi e senza quell’ansia da prestazione che avvinghia certi film, troppo preoccupati di controllare che ogni meccanismo scatti al momento giusto per godersi ciò che hanno creato.
(Andrea Fiamma)